Capitolo 23

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Ventiquattro giorni erano passati, ventiquattro maledettissimi giorni di lacrime, urla, silenzi incessanti e squilli del telefono ad ogni ora del giorno e della notte, senza pietà.

Ventiquattro giorni da quando aveva capito cosa volesse veramente dire "Ci sono bugie che più che ferire, deludono... ed è più grave perché le ferite si curano, le delusioni no".

Il suo cuore gridava "Dolore" ad ogni battito, ma il suo cervello era il problema.

Le verifiche erano appena finite, tutte le interrogazioni anche e con esse i corsi di tutor, però quelle cose erano state l'unico modo per non pensare a quel giorno, a quel video, a quella sofferenza e ai ricordi. Si era concentrato a studiare e ripassare qualunque materia, da quelle obbligatorie a quelle non, pur di non lasciar il tempo alla sua mente di riflettere.

Tutto, però, era finito e tra qualche giorno lo sarebbe stata anche la scuola... non lo avrebbe rivisto mai più, si sarebbe chiuso in casa fino a quando non sarebbe stato il tempo di andare a prendere posto nel dormitorio dell'Università di Harvard.

Chiuse gli occhi lasciando che la sua spalla sbattesse contro quella di Fannie. Si aggiustò gli occhiali sul naso, continuò a camminare a testa bassa, gli occhi fissi sulle scarpe.

Sentiva lo sguardo azzurro della sua amica skater passarlo da parte a parte con tutta quella preoccupazione, che trasmetteva.

"Non mi dirai perché vi siete lasciati? A me lui piaceva... e credo anche a te."

Oskar riuscì ad avere la forza solo di fare un gesto vago con le spalle schivando dei ragazzini del primo anno.

"Uhm... chi ha lasciato chi?"

Il moro le lanciò un'occhiataccia borbottando "È proprio questo che importa a te?" in risposta.

Fannie scosse la testa. I suoi capelli tinti di fresco ancora con del viola ondeggiarono sulla schiena. "Certo che non è importante. Tanto, tutta la scuola sa che sei stato tu a lasciare Igor."

"E come dovrebbero saperlo?"

"Beh, da come ti cerca ad ogni pausa per parlarti... infatti è strano non vederlo correre verso di te."

Il moro non cambiò espressione, rimase serio come lo era stato per quei ventiquattro giorni. "Meglio così. Almeno posso respirare un po', è stancante respingere la voglia di colpirlo in faccia-"

"-con le tue labbra, delicatamente." lo prese in giro, e si bloccò alla vista di quattro ragazze popolari davanti a loro. Si infilò velocemente tra loro e il suo amico, con lo skate fra le mani "Cosa volete?" e il fuoco negli occhi.

Il fanboy la spostó, e fece un passo in avanti. Era stanco di essere protetto da tutti, da Igor in primis, adesso avrebbe affrontato tutto in una maniera diversa.

"Dovete dirci qualcosa?"

Le ragazze si osservarono parlando con gli occhi e poi, quella al centro si fece avanti con un "Sei un coglione ad avere lasciato Volkov-"

"-e di credere a quel falso di Kraven." si intromise un'altra a braccia conserte.

"Igor non c'entra niente con tutto quello, e noi lo sappiamo-"

"-perché abbiamo aiutato Kraven a farlo."

I due amici rimasero in silenzio. Fannie osservò Oskar e pregò che potesse capire di star sbagliando.

In un momento tutte sperarono che il tutor iniziasse a correre per trovare Igor e tornare insieme, ma fu tutto distrutto da un "Sarà stato sicuramente Igor a chiedervi di venire qui... non vi cre-"

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