Capitolo 4

7.7K 342 18
                                    

"Hey. Cosa ci fa uno splendore come te tutto solo soletto?" Gli arrivò un sussurro sensuale nell'orecchio. La musica era altissima, e Oskar sarebbe voluto scappare molto lontano da lí, i suoi occhi ancora da bambino non erano pronti a ciò che aveva visto in quelle, massimo, due ore.

La voce ridacchiò ancora non spostandosi dall'orecchio destro del corvino.
Oskar tremò un poco portando a tremare anche la mano che stringeva la bottiglia di birra ghiacciata che gli aveva rifilato il suo amico prima di scomparire in qualche angolo della casa illuminata dalle luci fotoscopiche e promettere di tornare presto, tuttavia questo episodio era successo almeno un'ora fa.

"Bevo una birra." Mormorò controllando con la coda dell'occhio lo sconosciuto e che sconosciuto. Era bellissimo, un'angelo sceso in terra.

Oskar arrossí sotto il suo sguardo e fissò di nuovo la bottiglia, la quale ancora si ostinava a non assaggiare.

"Perchè non ci divertiamo un po' io e te? Sembri così annoiato, anch'io lo sono."

Oskar lo fissò e poi quando il tizio super bello riparlò non era la sua voce, non era la voce che ricordava, non era la voce del diavolo.
"Antares? Antares? Svegliati!" E poi sempre a quell'orecchio degli schiocchi.
Oskar battè le palpebre facendole sfarfallare per ritornare alla realtà e iniziare a voltarsi in tutte le direnzioni.

"Hey Antares tutto bene?"
I suoi occhi si soffermarono su ogni angolo della sua biblioteca prima di essere attratti da occhi del colore e della fredezza del ghiaccio, pronti a congelarti con una sola occhiata.

"Cosa?" Mormorò e cercò di far tornare la voce normale, troppo secca.
"Tutto okay?" Richiese Igor posando la matita sul banco ed avvicinandosi un po' con la sedia per guardarlo ancora piú negli occhi di nebbia, trovando solo terrore di un animale in gabbia.

Oskar riuscì ad annuire, si risistemó gli occhiali sul naso e congiunse le mani per fermare il tremolio troppo visibile.

Era da molto tempo che non tornavano, era da molto tempo che non risentiva quella voce, era da molto tempo che non tornava a quel giorno.

"Se lo credi tu. Vuoi una cioccolata calda? Tanto voglio un caffè." Igor gli sorrise nel frattempo si alzó dalla sedia lasciando che un rumore stridulo si propagasse per tutta la biblioteca. Oskar gli lanció una delle sue occhiate di rimprovero che fecero ghignare il biondo e "Certo, ti dó i soldi, aspetta." fuoriscì dalle sue labbra sottili.

Ma prima che potesse solo arrivare allo zaino, il russo era già scomparso sorridendo verso le macchinette con un'ultima "Tranquillo, offro io." esclamazione.

Igor si passó una mano fra i capelli, spettinandoli ancora di più di quanto non fossero già prima. Vedeva davanti agli occhi ancora tutti quei segni di matematica, numero e operazione cambiare colore e trasformarsi. Sbattè gli occhi per far tornare normale la vista prima di ripassare ancora una volta la mano fra i capelli e la lingua sulle labbra screpolate dal freddo, il quale persisteva fuori con piogge che entravano fino alle ossa, e venti che ti gelavano anche gli organi interni.

Si osservó in giro, il corridoio era vuoto, solo per gli armadietti colorati e le porte delle classi di tanto in tanto, il corridoio era vuoto se non per lui, e Igor si sentì un idiota per dover restare fino alla fine delle lezioni, ma come il suo subconscio ripeteva, era solo colpa sua, anche se lui non ci voleva credere.

Salì le scale, le quali lo portarono al secondo piano dove c'erano le macchinette per gli snack e per i caffè o cose del genere, ma quest'ultimo esclusivamente per gli insegnanti, tuttavia quando vuoi un caffè per ristabilizzare il tuo cervello e mandare via il sonno dopo una lezione di Mr.Cooper, avresti fatto di tutto, come, per esempio, rubare la chiavetta, fare una copia e riposare quella vera nel cassetto del professore senza che per tre anni nessuno ancora ti avesse scoperto.

Riusciva a scorgere le macchinette quando una mano gli diede una botta amichevole sulla spalla.

Igor si rabbuió, aveva le macchinette proprio massimo tre metri, ed un'idiota cercava di fare amicizia con lui.
"Come butta Volkov?"
Oh, no. Perchè a me?
"Benissimo prima che tu mi fermassi." Rispose voltandosi e abbassó la testa per riuscire a vedere almeno gli occhi. Gli era sempre piaciuto essere più alto degli altri, l'altezza era un vantaggio in più per incutere timore prima del tempo.

Il ragazzo scoppió a ridere piegandosi in due, e sbattè una mano sul braccio destro di Igor, il quale si ritrovó a provare di non prenderlo a pugni.
"Sempre così divertente Volkov, sempre. Allora, cosa ci fa il nostro Seth qui a scuola, invece che ad allenarsi per il prossimo incontro?"
"Non sono cazzi tuoi, Kraven." Rispose con un sorriso divertito.
"Tanto lo so già, ho i miei informatori." Ghignó e gli lanció un'occhiata, la quale fece presaggire niente di buono.
"Quindi, da amico ad amico, potresti farmi un piacere?"
Igor lo fissó in volto, quegli occhi neri illuminati da una luce crudele, come il ghigno non portava di certo fiori e caramelle.
"Cosa, amico?"
"Potresti dire al piccolo Antares di venire al campo da football? Sai, ho una sorpresa per lui."
"Al campo di football? Che lo alleni per farlo entrare nella tua squadra Kraven?" Domandó Igor chiudendo la mano a pugno nella tasca della felpa bordeaux indossata quella mattina.
"Oh, certamente che credevi?"
Kraven scoppió a ridere portando la testa indietro, spalancando la bocca facendo vedere anche l'ugola. Era una risata di quelle alte e strascinate, ti alzava la voglia di infilargli un tappo in bocca e vedere se continuasse a ridere.

Igor lo fissó pronto a picchiarlo a sangue, peró ci ripensó. Avrebbe salvato quello scricciolo del suo tutor in un'altra maniera, a cui avrebbe pensato dopo... Prima il suo caffè.

"Okay, lo faró. Adesso vado amico, devo tornare dal prossimo campione nazionale di football."

Kraven annuì e dopo dato un pugno sulla spalla enorme del russo, se ne andó per la sua strada lasciando che il sangue del nostro biondo ribollisse nelle vene.

La prossima volta che Seth combatterà penserà alla tua faccia, Kraven, per massacrare il poveretto; pensó tornando verso le macchinette.

"Merda... È guasta. Pensa Igor, per salvare il tuo cervello serve un caffè, dove è che devi pagare e dopo mezz'ora ti faranno tutto? Il chiosco della scuola." Sbuffó tornando verso le scale.
Sarebbe stato un lungo viaggio verso il chiosco.

##############
Lo so che avevo detto che avrei pubblicato dopo la fine di MML ma... in questi giorni ho ispirazione e la voglio usare al meglio!

Qui si incontra un nuovo personaggio (Kraven) e si inizia con gli indizi del passato di Oskar, il nostro fanboy preferito!

Importante: Ho iniziato un concorso sugli One Direction chi vuole partecipare sia come partecipante sia come giudice può andare sul mio profilo e cercare "One Direction Games". Grazie tante! E fate circolare la voce!

Al prossimo capitolo... BB

My TutorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora