Al che Bren scoppiò in un'altra risata diaframmale, ed io – con il viso in fiamme – arretrai al suo fianco e gli diedi una spallata stando però attenta a non far cadere la piccola Lemon priva di sensi.Avanzammo in silenzio, staccandoci gradualmente dal resto degli studenti erranti, e ci inoltrammo nel bosco, un leggero cicalio ci accompagnava nel nostro cammino notturno.
Incuriosita dal diavoletto della Tasmania – non ne avevo mai osservato uno da vicino – fissavo Len in ogni suo movimento e, senza rendermene conto, cominciai a sghignazzare rumorosamente quando – in maniera piuttosto buffa – si lanciò da un ramo in pendenza al collo del proprio appartenente, che, sorpreso dal repentino abbraccio, rischiò di perdere l'equilibrio.
Presi a ridere sguaiatamente, piegandomi letteralmente in due, ringraziando mentalmente Bren per aver preso lui Lemon in spalla, altrimenti in quel momento saremmo entrambe capitombolate rovinosamente a terra.
«Ehi, non si ride delle disgrazie altrui!!» mi urlò – ridendo – Bren;
«Oh sì, invece! Ti ricordo che da quando ci siamo conosciuti non fai altro che beffarti di me, vendetta lupetto!» Dissi mostrandogli la lingua divertita.
«Su, muoviti lumacone, sta per fare giorno» continuai canzonandolo.
Non riuscii a finire la frase che mi aveva già superata spavaldamente a grandi falcate.
«Adesso chi è la lumaca?» Chiese tutto impettito senza celare il divertimento che gli venava la voce. Procedemmo spensieratamente per qualche tempo con i sorrisi che ancora fregiavano i nostri volti, mentre Esme e Len giocavano in tondo indicandoci al contempo la via.
«Siamo arrivati solo fin qui prima che la tua Ierofania facesse dietro front, ma ho la sensazione che sia nei dintorni. »
«Sì, anch'io sento qualcosa, ma non riesco a capire da che direzione provenga – osservai il ragazzo al mio fianco leggermente provato dal peso di Lemon – ho un'idea, aspettami qua, riprendi fiato e controlla Lemon, io ed Esme perlustriamo velocemente i dintorni per capire dove il richiamo è più forte, una volta capito torniamo indietro e proseguiamo assieme».
Feci per avviarmi, ma Bren mi fermò, «Ma io non ho alcun bisogno di riposo, possiamo andare tranquillamente avanti tutti assieme, non ti libererai così spudoratamente di noi!» Esclamò plateale facendo tendere la massa muscolare che reggeva la bionda.
«Non fare il bambino, lupetto! Torno in un battibaleno; e poi non penso sia molto salutare per Lemon essere sballottata a destra e a manca, aspettami qui, se tra una ventina di minuti non sono di ritorno vienimi pure a cercare.»
«Ma... » cominciò nuovamente il ragazzo
«Niente ma Bren, dobbiamo sbrigarci, Lemon ha bisogno di cure al più presto, e la mia magia, seppur ancora grezza, è più forte della tua; individuerò la giusta direzione e tornerò a prendervi» dissi iniziando ad incamminarmi.
«E, lupetto – aggiunsi voltandomi – torcile un solo capello e sarà l'ultima cosa che farai con i gioielli di famiglia ancora integri» dissi socchiudendo gli occhi minacciosa.
Mi girai nuovamente e proseguii avvolta dal suono gutturale della risata di Bren che mi solleticava la schiena.
Avanzai in fretta con a fianco la mia fedele caracal, e –dopo quelli che mi parevano almeno dieci minuti – non riuscivo ancora a capire che direzione prendere per arrivare all'Accademia, così, in accordo con Esme, usai l'armonizzazione per usufruire dei sensi avanzati della mia felina.
Corsi al suo fianco veloce e silenziosa come il vento ed attraverso i suoi occhi spezzai il buio, sempre più fitto della notte in avanzata, ma niente di tutto ciò che vidi mi aiutò a trovare la giusta via.
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Maximeanima Academy
FantasyLa Maximeanima Academy si ergeva, immensa e stregata, davanti agli occhi sgranati di Lexie; nasceva direttamente dalla terra, il più grande albero secolare che le sue vispe pupille avessero mai visto. [...] L'aspirante strega, tesa, sfiorò il cameo...