Atto primo ~ Rifiuto

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Si erano evitati come la peste nei giorni successivi. Derek si era buttato a capofitto sul lavoro, era stato di cattivo umore e tutti i domestici ne avevano risentito. Stiles cercava di far finta di nulla, anche se sembrava essere più schivo e di cattivo umore. Il suo peso ne aveva risentito e in una settimana aveva perso quasi due chili, facendo preoccupare assai Melissa che lo aveva sollevato dal fare qualsiasi cosa che gli provocasse stress, non avendogli lui voluto rivelare nulla di ciò che fosse accaduto nelle stalle. Tuttavia ciò non aveva fatto che recargli noia e senza far nulla si ritrovava spesso e volentieri a girovagare per la mansione, cercando di convincere qualcuno a farsi aiutare da lui o a dargli qualcosa da fare. Nessuno però sembrava volere o aver bisogno del suo aiuto e lui si ritrovava spesso a giocare con i cani lupo o a seguire Isaac o Scott cercando di aiutarli.

Arrivò dicembre e con esso anche un attacco di panico bello forte, che gli provocò non pochi dolori, ma che riuscì comunque a superare, grazie ai calmanti che si era fatto dare dalla mamma di Scott due giorni addietro. Quella notte della seconda settimana di dicembre però si svegliò al buio, nel cuore della notte, sudato e scosso dai brividi. Si sentiva tremendamente caldo per dentro e appiccicaticcio nella parte del pube e del retto. Ansimò, stringendo le gambe con fare incomodo per via dell'erezione già turgida e gocciolante dentro i pantaloni del pigiama. Si guardò freneticamente a torno con paura. Nella sua stanza non c'era nessuno e si tranquillizzò in un attimo, ma solo per un attimo perché al di là della porta sentì la presenza di Derek, ma non era minacciosa o pretenziosa. Era solo lì fuori, ferma e costante a ricordargli che se avesse fatto un passo al di là di quel perimetro allora sarebbe stato sua preda, con tutti i rischi che la cosa avesse comportato. Non sapeva come facesse a sapere che fosse lui lì, ma lo sentiva.

Stiles si morse il labbro con forza in un misto di emozioni ambivalenti, mentre scendeva dal letto e muoveva dei passi verso l'uscio chiuso a chiave dall'interno come ormai faceva da quando avevano avuto quel piccolo incidente nella stalla. Il suo corpo gli diceva di rimuovere la sicura e lasciare entrare l'alfa, di lasciare che si prendesse cura di quel suo primo calore così soffocante, doloro e intenso. Voleva mettere fine a quel tormento di calda voglia, voleva sentire il corpo forte e possente di Derek stringere il suo molto più esile e fragile. Il suo corpo voleva dannatamente essere riempito con lo sperma dell'alfa per cui era stato creato, mentre la sua mente ancora aveva paura che l'amore che provava per la sua fidanzata lo portasse a rifiutarlo nuovamente, nonostante il calore. Inconsciamente, all'idea della possibilità di rifiuto, gli balzò in bocca il nome di Peter e dall'altra parte un ringhio e un colpo secco sul legno lo fecero desistere dal suo camminare, costringendolo a sobbalzare con timore.

«L'immunosopressore, Stiles» ed eccolo forte e chiaro il rifiuto, uscì come un'ordine dalla gola di Derek. Il diciassettenne cadde come un sacco di patate al suolo, le lacrime a offuscargli la vista e quell'insensata disperazione ad aggiungersi alle altre mille emozioni amplificate dal calore, mentre il più grande ancora una volta gli ricordava di usare gli immunosoppressori per fermare tutto quel desiderio carnale e irrazionale che sentivano entrambi «Stiles, fa veloce o scardino questa dannata porta!».

Si trascinò fino al cassetto della scrivania, prese la siringa e fece come gli aveva illustrato Melissa, conficcandone il piccolo ago nella coscia senza avvertire il più piccolo fastidio, sparandone il contenuto nel proprio organismo. L'effetto fu quasi immediato e i sintomi che lo opprimevano diminuirono in maniera considerevole nel giro di un minuto e poco più. Alla domanda se stesse bene non rispose a voce, preferì prendere della carta e scrivere su essa che poteva andarsene, passandogliela da sotto la fessura della porta, perché non si fidò per nulla di se stesso e di ciò che avrebbe potuto dire, visto che era spossato, tremante e soprattutto ferito a quello preferiva certamente le percosse. Derek gli diede la buonanotte e poi i suoi passi stanchi e strascicati che si allontanavano e la porta della sua stanza che si chiudeva fu il via libera per Stiles di riprendere a disperarsi in un pianto di frustrazione e infelicità contro le proprie braccia.

Destiny begins with us. ~ Derek & StilesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora