Capitolo 22. "Sei mio"

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Stamattina quando mi sono svegliata ho trovato un messaggio sul cellulare che mi ha lasciata abbastanza sorpresa. Non era il solito "buongiorno" che trovo ogni mattina da perte di Cole, ma era stato inviato da Troy.

"Mandami un messaggio appena ti svegli".

Niente faccine, nessun saluto o un accenno a quello che doveva dirmi, niente di niente. Solo una frase che da circa mezz'ora mi ribolle nella testa, lasciandomi pensierosa e nervosa. Io ovviamente gli avevo subito risposto non appena lo avevo visto, ma lui si è come dileguato.

Forse sto esagerando io, infondo non è passato molto tempo da quando gli ho risposto, ma la curiosità mi sta uccidendo. Per svagare i miei pensieri ho preparato la colazione, mi sono fatta un uovo fritto e tre würstel. Ieri non ho mangiato molto, mentre oggi ho davvero tanta fame. Non l'ho più sentito il mio ragazzo, deduco che sia successo qualcosa, ma non mi va di stare ancora male, aspetterò che sia lui a fare la prima mossa.

Finalmente lo schermo del telefono si illumina, lo avevo messo proprio accanto al mio piatto, quasi mi strozzo non appena vedo che è da parte di Troy.: "Vai al Teardrop Park, il solito posto, mi raccomando".

Quali sono le sue intenzioni per oggi?

Il cuore batte forte sul mio petto, sono agitata, odio questi messaggi vaghi. Mi affretto a svuotare il mio piatto, -non l'ho nemmeno gustato-, mi lavo e mi vesto. Non credo di essere mai stata così veloce in tutta la mia vita, sono davvero curiosa di sapere che cosa succede.

Vado in quel posto, proprio come mi ha chiesto di fare lui, ma non ci trovo nessuno. Guardo attorno a me e mi sento delusa.

Cosa aspettavo di trovarmi?

Sento un bruciore alla bocca dello stomaco, tutto quello che avevo mangiato sale per la gola lasciandomi un gusto orribile in bocca.

Cerco di non scoraggiarmi e guardo ancora attorno a me, poi decido di guardare anche sopra l'albero ma non trovo nessuno. Solo dopo mi accorgo che sul tronco c'è una busta attaccata con dello scotch che stava quasi per staccarsi. La apro e dentro ci trovo un foglio piegato.

Ignoro il mondo esterno: le risate dei bambini, la gente che discute, i pianti di un neonato... tutto questo scompare.

"È qui che tutto è iniziato, qui ti ho conosciuta. Dal primo momento che ti ho vista ho capito che eri diversa dalle altre. Mi piaceva il tuo carattere duro. Quando hai passato quei cinque mesi dentro quel posto non ho fatto altro che pensarti. Qui ti ho vista piangere, ci siamo baciati la sera del tuo compleanno e qualche giorno fa. È molto importante per me questo posto, e penso che sia lo stesso per te.
Lo so che pensavi di trovarmi qui, ma ti darò un indizio su dove andare adesso: cioccolata".

Ad un tratto, tutte le emozioni negative che mi erano apparse qualche minuto prima scompaiono. Stiro gli angoli della bocca indietro e sollevo le mie guance involontariamente facendomi scampare un sorriso commosso e stupito.

Questo uomo è veramente matto, più di quanto pensassi.

Mi guardo attorno chiedendomi se lui mi stia osservando da qualche parte. È stato davvero dolce in questa lettera, non credo che le faccia spesso, lui non è il tipo.

Adesso però mi chiedo; cosa vuol dire "cioccolata"?

Forse intende il primo locale in cui siamo andati insieme, quando io non avevo proprio voglia di stare con lui. Il posto che ogni tanto frequentiamo per prenderci qualcosa da bere. Quello dove l'ultima volta mi ha portata Hilda.

Metto la lettera in borsa e mi dirigo proprio lì. Non trovo niente però e tutte le emozioni negative che prima mi avevano abbandonata tornano di nuovo. Entro dentro il locale e un cameriere richiama la mia attenzione sventolandomi la sua mano da lontano. Mi avvicino a lui e mi da un'altra lettera facendomi un piccolo sorriso e l'occhiolino. «Grazie». Riesco solo a dire imbarazzata.

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