Capitolo 16

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<<perché non mi rispondevi? Perché sei qui? Cos'è successo?>>disse

<<ehmn...non ti rispondevo, perché no. Sono qui, perché si. Non è successo niente.>>dissi

<<hai gli occhi rossi, perché hai pianto?>>disse

<<niente>>sussurrai

<<ora andiamo a casa, così mi spieghi tutto.>> propose

Annuì, quelle parole mi distrussero.
Già ero distrutta per conti miei, si metteva anche lei.
Mentre mio fratello guidava, mi venne un ricordo in mente.
Dell'anno precedente. Quando mi "suicidai" . Ci ero quasi riuscita se non fosse stato per mio fratello. Che strazio!
Andava tutto bene, il treno era quasi pronto, le lacrime a gli occhi. Ero pronta per passare.
Flashback
Finalmente, adesso posso mettere fine a tutto.
Ho convinto mio fratello a prendere la metro ma lui non sa che mi suiciderò.
Alcune lacrime scorrono tra le mie guance. Il treno a breve arriverà. E notte, non c'è quasi nessuno.
Eccolo! Oddio che bello, finalmente sarò morta. Potrò mettere fine a tutto ciò. Sono così felice per una volta.
Mi butto, via.
Vengo presa, il treno si ferma di botto. È uno scherzo vero?.
Fine flashback

Tentai di suicidarmi, ma la vita mi si attacco a me. Come una malattia.
Che cazzo ho fatto di male? Perché non sono come le altre? Cos'hanno le altre che io non ho?
Le mie continue domande su me stessa, chissà perché. Non riuscivo a darmi delle risposte.
Erano circa le 20:00.

Mi arrivò un messaggio su whatsapp da allison.
Allison: hey, bambola. Oggi niente scuse stai con noi.
Io: ma vabbeh.
Allison: veniamo a casa tua, fra un'ora. Preparati.

Non c'avevo una minima voglia di uscire. Indossai dei jeans stretti molti strappati ed una t-shirt bianca con la foto dei nirvana, mi piacevano, metto gli anfibi neri ed un giacchetta nera di pelle. Beh si, sono fissata. Indossa spesso le maglie a maniche corte, non so perché.
La porta bussò così  andai ad aprire.

Eravamo seduti su delle scale, stavamo aspettando non so chi.
Qui non passava mai nessuno, non era distante da casa mia.
Dove abitavo, in quel periodo, non era un bel posto. Invece quando abitavo ancora con mia mamma era tutto più tranquillo.

<<ci sai fare con le moto? Macchine?>>chiese Erik che fumava una canna.

<<le moto, si.>>risposi.

<<mh...perfetto, al presto avrai una gara.>>disse

<<una gara clandestina?>>chiesi

<<si, cosa c'è? Hai per caso paura. Hahahah, bambina>>mi prendeva in giro.

<<er, smettila. Lasciala stare.>>disse allison

<<non pensarlo, è troppo fatto.>>continuo, annuì solamente.

<< tu fratello sa che sei qui?>>chiese travis

<<si>>risposi.

<<sembri troppo tranquilla, una brava ragazza.>>disse ancora travis

<<ci sono abituata ormai ad essere normale, ma quella che vedete non sono io. Sono il contrario. La gente non piace le persone come me.>>risposi

<<quindi tu, non sei te stessa per la gente?>>chiede Matilde

<<si, quando iniziai ad essere me stessa. Se ne andarono, non vollero più a che fare con me.>>dissi

<<poverina>>disse Erik

<<senti coso, hai rotto il cazzo.>>dissi

<<er, vai a rimorchiare. Ci sono delle ragazze laggiù.>>disse allison

<<uhh, certo. Ma dopo voglio solo te.>>disse erik rivolgendosi ad allison.

<<si, convinto.>>disse allison.

<<comunque, con noi puoi essere te stessa. Ti accetteremo come sei.
E...anche se non sei una ragazza tranquilla, vedi che noi siamo l'inferno.>>rise.

<<oddio, guarda che fighi quei ragazzi. Susu, andiamo>>disse Matilde.

<<comunque, io mi fidanzo con mio fratello. Ciao>>dissi ridendo

<<uhh, vieni quii fidanzatinaa>>scherzava luke.

Mi ami? Io si. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora