Capitolo 3

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Oggi doppio aggiornamento, spero siate felici. 

Come sempre l'unica cosa che vi chiedo è di commentare e leggere la nota a fine capitolo.

<Buongiorno piccola.> È sabato, sono le 8 del mattino e Dylan si è appena svegliato. Mi bacia sulle labbra e riempie una tazza di caffè e latte.

<Quelle occhiaie?> Mi indica con la testa per poi bere.
<Ho dormito poco. Sentivo dei rumori e sono scesa.> Spiego e subito posa la tazza sul tavolo.
<Cosa? Perché cazzo non mi hai svegliato?>
<Dalle scale vedevo una luce provenire dalla cucina e sono andata a vedere. Era semplicemente la lampada che a quanto pare abbiamo dimenticato di spegnere.>
<E i rumori?>
<La porta finestra era aperta e a causa del vento sbatteva.> Mi mi porto entrambe le mani sul viso e sfrego forte, come a voler cancellare la mia immagine.
< Ehi ehi.> Mi prende per i polsi e mi tira a sé abbracciandomi forte, mi mette le mani sul sedere e mi fa circondare la sua vita con le gambe.
<Hai controllato le telecamere?>
<Si e a quell'ora qualcosa faceva interferenza.> Prima che possa rispondere lo bacio, con foga e passione, ho voglia di lui e sono un fascio di nervi.

<Aly aspetta.> Mi allontana un po' ma ha il respiro già corto.
<Ti prego.> Gli bacio il collo e lo mordo <Ne parliamo dopo.> Scendo e lo spingo sul divano mettendomi a cavalcioni su di lui. Gli sfilo la maglia nera e inizio a baciare la sua pelle, una scia di baci morbidi e pieni di passione. Gli tiro leggermente i capelli e sotto il mio sedere sento crescere la sua erezione, così mi struscio contro facendolo gemere.
Mi tira uno schiaffo sul culo stringendolo, soffoco un grido e cambia le posizioni, si mette su di me e mi priva della camicetta lanciandola a terra.
Mi succhia un seno mentre con l'altra mano stuzzica il capezzolo dell'altra. Inarco la schiena premendo ancora di più il mio corpo contro il suo.
Con i piedi gli sfilo il pantalone del pigiama togliendo però anche il mio.
<Sei fottutamente bella. E sei solo mia.> ansima sul mio collo mentre con la mano destra ha raggiunto la mia intimità, mi fa godere con le dita, in questi momenti non ho autocontrollo, non capisco niente quando mi tocca.
Mi sfila le mutandine buttandole sul tappeto e i suoi boxer fanno la stessa fine. Entra in me con movimenti lenti ma decisi per poi aumentare il ritmo, mi aggrappo alla sua schiena muscolosa graffiandolo un po', lo sento godere e soffia il mio nel mio orecchio.
<Dylan.> Premo le mie labbra sulle sue carnose e morbide e raggiungo il piacere seguita da lui, che viene sulla mia pancia. Respira affannosamente e mi guarda negli occhi, si lecca le labbra e mi sorrise.
Se mi avessero detto che Dylan nascondesse un lato così dolce non lo avrei mai creduto.

Arrivo in comunità in leggero ritardo per colpa di Dylan. Oddio, dare la colpa a Dylan è scorretto lo so, ma sono una donna, nonché sua moglie e posso farlo. Lasciatemi almeno questo lusso. 

<Scusate il ritardo ragazzi.> Lascio la borsa sulla cattedra vicino la finestra e mi siedo tra i ragazzi in cerchio. Oggi ci sono tre nuovi ragazzi e quindi per fare conoscenza mi presento io per prima.

<Salve a tutti, mi chiamo Alyssa Collins e ho quasi 23 anni, sono sposata con Dylan e ho una bambina, Clarissa, di due anni. Lavoro come psicologa nelle case circondariali e nei centri sociali. Mi piace leggere, viaggiare, divertirmi. Ho fatto anche io uso di droghe in passato, non pesanti, ma pur sempre droghe sono. Ho smesso grazie all'aiuto di mio marito ma, a dire il vero, l'aiuto è stato reciproco dato che anche lui ne abusava. Ora tocca a voi.> Sorrido ai tre ragazzi nuovi e uno ad uno si presentano. Matthew, Adam ma quello che cattura di più la mia attenzione è il terzo Shawn. Media statura, capelli castani e occhi neri, molto belli oserei dire, sono talmente scuri da sembrare profondi nel vero senso della parola.

<Mi chiamo Shawn e ho 23 anni, sono nato a Toronto ma mi trovo a New York perchè sono un coglione. Ho iniziato all'età di 13 anni con le canne, poi ne volevo sempre di più. Sono passato dalle canne alle pasticche, dalle pasticche alla coca fino ad arrivare all'ultima fermata, l'eroina.> Mi guarda fisso negli occhi e io gli reggo lo sguardo, anche se un po' mi mette in soggezione.

<Quando è stata l'ultima volta che ti sei fatto?>                                                     <Due giorni fa, ora ho finito i soldi. I miei mi hanno sbattuto fuori di casa da ragazzino. Sono a secco da due fottuti giorni.> Si passa le mani tra i capelli e si alza avvicinandosi alla finestra. La apre e caccia fuori la testa respirando affannosamente, deve essere un brutto momento, lo capisco perfettamente.
<Va bene ragazzi, potete andare. Matthew e Adam dopo passate nel mio ufficio così vi lascio dei moduli.> 

Tutti vanno via ma Shawn resta nella stanza, è ancora affacciato alla finestra e tiene le mani dietro la nuca. <Shawn posso parlarti?> Si gira di scatto e annuisce debolmente. <Chi ti ha convinto a venire qui da noi?> 

<Un mio amico. Io non ci voglio stare qui, questo non è il posto adatto a me capisci?> Si agita e cammina nervosamente per la stanza. <Sono un fallito.>

<Ascoltami, se hai bisogno di qualcosa, di qualsiasi cosa, chiamami e vedrò personalmente cosa si può fare, ok?> Sorrido con fare convincente e lui inizia a ridere.                                                       <Ce l'hai una dose?> Mi chiede facendo un occhiolino per poi avviarsi verso la porta con fare spavaldo. <Non combinare guai.> Si gira e mi alza il pollice in segno di approvazione. Speriamo bene, anche se non la vedo facile.

Entro nel mio ufficio e sedendomi colgo al volo l'occasione di togliermi i maledetti tacchi che porto ai piedi. Finalmente un po' di sollievo. Accendo il portatile e registro i ragazzi nuovi nel database. Quando arrivo al profilo di Shawn lo leggo più volte. Shawn Morin, 23 anni, nato a Toronto. E' stato arrestato due volte per spaccio e possesso di arma da fuoco. All'epoca non fu pagata nessuna cauzione nonostante provenga da unna famiglia abbastanza agiata. Padre primario di chirurgia e madre professoressa universitaria. Ha una sorella più grande di un anno, Victoria, laureanda in farmacia. Shawn si definisce la pecora nera della famiglia. Ma la cosa che ha attirato la mia attenzione è la sua data di nascita. E' nato lo stesso giorno, lo stesso mese e lo stesso anno in cui sono nata io. Che strana coincidenza, sorrido come una sciocca. Guardo la sua foto e mi rendo conto che è un tipo molto fotogenico, è carino e ha bisogno di aiuto. 

Sono arrivata a casa stremata, mi hanno chiamata dall'asilo perchè Clarissa ha picchiato un bambino perchè le ha rubato il ciuccio. <Brava amore di papà, così devi fare.> 

<Dylan ma la pianti? Istighi tua figlia alla violenza.> Dico mentre compilo alcuni moduli per i ragazzi del carcere. 

<Ti ricordo che io e te siamo i genitori e quando ti ho conosciuta giravi con una pistola in tasca.> Sorrido a quel ricordo e mi rendo conto di quanto tempo sia passato. E pensare che non lo sopportavo, anche se lo trovavo dannatamente sexy. 

<Come va in comunità?> Si siede difronte a me mentre cerca invano di far addormentare Clarissa. 

<Bene, oggi sono arrivati tre ragazzi nuovi e sono stati affidati a me.> Spiego orgogliosa.                
<Come ti sembrano?> La bambina sta per dormire ma Dylan tossisce e riprende a tirargli la barba. <Come vuoi che siano, ognuno ha la sua storia e tutti e tre hanno bisogno di aiuto. Uno in particolare mi ha colpito appena l'ho visto, si chiama Shawn, è nato a Toronto ma si trova a New York perchè i genitori lo hanno cacciato di casa da ragazzino.> 
<Quanti anni ha?>            
<Sembrerà strano, ma è nato il mio stesso giorno, anno e mese.>                Sorrido e Dylan aggrotta la fronte stupito. <Che strana coincidenza. E' una cosa carina però.>

<Già, una strana ma carina coincidenza.> 

Hola Chicos ! Oggi doppio aggiornamento siete contente? 

Cosa ne pensate di questo Shawn? Vi sembra un tipo affidabile? 

Commentate e lasciate tante stelline.

Alla prossima.

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