Capitolo 10

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Si dice che per essere felici, si debba lottare fino allo sfinimento, fino a che la speranza non muoia, le ginocchia reggano ancora e fino a che il cuore batta ancora. 

Ma arrivare stremati al traguardo è una vittoria o un fallimento verso se stessi? 

Così mi sentivo con Frank: vincente e forte durante la corsa e stremata, come sempre, ad ogni traguardo. 

E' possibile essere felici con lui senza casini ? 

Questa era ormai, la domanda del secolo alla quale, probabilmente, non esisteva risposta dato che con Frank tutto era imprevedibile. Con lui si viveva giorno per giorno, non potevano esistere programmi per il futuro ma questo teatrino quanto poteva durare ancora? 

Io, onestamente, ero stufa di vivere giorno per giorno, avevo bisogno di stabilità e di certezze e la prima certezza era forse quella più banale, ossia: aver la sicurezza che ci fosse ogni giorno nella mia vita. 

''Ma come è entrato nella tua stanza?!'' domandò Jay allibito.

''Sì, hai capito benissimo. Era nella mia stanza'' risposi sorseggiando il mio tè verde.

''Il solito pazzo furioso. Ely, io non so più come dirtelo, devi starci lontana, ti ha fatto tutto quel male perché gli dai ancora spazio?! Perché gli dai ancora l'opportunità di rovinarti la vita?!'' sputò Jay scocciato ed annoiato dalla situazione. 

Beh, effettivamente tanto torto non aveva. Frank era sempre lo stesso, non era cambiato affatto: stessa gelosia, stesse scenate, stessa arroganza, stessa presunzione ma era bellissimo così. 

Nella mia mente stavo immaginando Frank, con la sua solita tuta da moto, fisico scolpito, tatuaggi in vista, lineamenti del viso marcatissimi, occhi neri, mani possenti...

''Ci sei?!'' urlò Jay facendomi sobbalzare.

''Oh...Sì, scusa'' risposi.

''Maaaa non è che è successo qualcos'altro? Ti vedo troppo pensierosa...'' insinuò Jay.

''N-no, no! Assolutamente no!'' balbettai.

''Mh... Sarà! Ma io ti vedo troppo pensierosa...'' continuava ad insinuare Jay, a volte era peggio di un investigatore mi faceva sentire a disagio quasi come se dovessi cercare un'alibi. 

Non avevo nessuna intenzione di raccontargli del bacio poiché mi sarei dovuta subire il suo nervoso e soprattutto la sua ennesima partaccia. Che Frank non gli andasse a genio, ormai, era palese ma io non volevo sempre sentirmelo dire.

''Dai, io scappo devo andare a lezione di salsa!'' disse Jay in procinto di andarsene.

''Ancora che vai a salsa?! Jay, basta, arrenditi! Il maestro non uscirà mai con te...'' 

''Questo lo dici tu ! '' sorrise malizioso facendomi l'occhiolino.

''Ciao principessa, ci sentiamo dopo!'' disse lanciandomi un bacio ed io ricambiai.

Dato che ero rimasta da sola come una povera zitella al tavolo di un bar, decisi di sgranchirmi un po' le gambe e di fare una passeggiata.

La giornata non era delle migliori, il cielo era un po' grigio ma decisi lo stesso di fare una passeggiata sul lungomare. 

Vibrò il cellulare e lessi un messaggio, era Frank.

Frank, 11.00: << Meraviglia, cosa fai? >>

Sorrisi. Era dolce ma era anche stronzo.

<<Una passeggiata sul lungomare, Jay è appena andato via. Tu?>>   inviai.

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