-5-Confusione.

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Il solito rumore assordante della mia sveglia, mi riporta alla realtà di tutti i giorni. Ieri dopo il bagno, sono andata a dormire e ho fatto un sogno abbastanza strano. Ho sognato dei grandi occhi verdi che mi scrutavano spudoratamente e delle forme sinuose di un corpo che cercava di avvicinarsi a me, eppure ieri sera non ricordo di aver bevuto.

La dannata sveglia continua a strillare come una suocera, mi decido ad alzarmi e vado direttamente in bagno.
Dopo aver finito la mia routine mattutina, mi vesto ed opto per una maglia davvero scollata, dato che fa veramente caldo e io non riesco proprio a sopportarlo, anche d'inverno userei cose scollate se solo potessi.
"Devo ammettere che mi fa un seno niente male questa canotta" dico con un sorriso compiaciuto.
Prendo i miei amatissimi Ray-Ban, li metto in viso, scendo e saluto i miei genitori.

Mentre faccio la solita strada per andare a scuola, un'auto dall'aspetto familiare si ferma a pochi metri da me.
"Abele" qualcuno mi chiama e quindi mi fermo.
È una voce che ho già sentito da qualche parte e infatti, noto che Suami scende dalla sua macchina e si avvicina a me.
"Dio, quanto è bella" penso.
Indossa un jeans nero e stretto ed una giacca di pelle che le da un'aria da vera dura, ha i capelli sciolti e i suoi occhi verdi così accecanti si riescono a vedere anche da qui.
"Non mi avevi riconosciuta ?" mi sorride e si avvicina ancora di più.
"Ecco..all'inizio sinceramente no, poi mi hai chiamata e ho iniziato a capire" le sorrido di rimando e mi avvicino anch'io.
"Beh ovvio, la mia voce è qualcosa di unico" ridacchia come la cretina ed io le do un colpetto sul braccio.
"Sempre modesta lei eh, voce unica perché è come quella delle cornacchie" ridacchio anch'io e le sfoggio uno sguardo si sfida.
"Certo ABETE..oh scusami volevo dire Abele" scoppia a ridere e io la spingo scherzosamente.
"Allora stavi andando a scuola?" si incammina verso la sua macchina ed io mi affretto a raggiungerla.
"Purtroppo si, e tu?" si volta e mi apre lo sportello. La guardo con un'espressione perplessa e confusa nello stesso momento.
"Ti accompagno. Andiamo dai" entra in macchina ed io faccio lo stesso.
"Beh buongiorno eh" sorrido e mi accorgo solo ora che non ci siamo salutate.
"Buongiorno a te" sorride di rimando e accelera.
"Stranamente ci siamo incontrate, dove stavi andando ?" mi soffermo a guardare l'abitacolo della sua macchina.
"Diamine è davvero enorme e spazioso" penso.
"Andavo anch'io a scuola, pur non avendo così tanta voglia di andarci" continua a guidare.
"Oh mamma mia, anch'io non ci voglio andare" sbuffo e mi volto verso il finestrino.
"Ah beh allora se la metti così" ad un tratto frena e subito cambia strada.
"Ma che diamine fai ?!" Mi volto immediatamente verso di lei confusa.
"Semplicemente non andiamo a scuola (?)" si volta anche lei e sorride come l'ebete.
"Ma tu sei pazza!! Non volevo andarci però dovevo che è diverso. Ora dovrò preparami al millesimo interrogatorio di mio padre. Fantastico!!" guardo avanti e porto le braccia sotto il petto con un'espressione corrucciata.
Lei non risponde ma continua a guidare e insospettita dal suo non rispondere mi volto verso di lei. Mi sta fissando anzi sta fissando il mio seno e ogni tanto da un'occhiata alla strada giusto per essere sicura di non assicurarci una visita all'ospedale.
Io la guardo incredula e stranita dal suo comportamento, insomma perché fa così? È una ragazza..mi sta guardando il seno.
Appena porta i suoi occhi lentamente dal mio seno al mio viso e si accorge di me, arrossisce come non mai e si affretta a volgere lo sguardo alla strada.
"Ehm dai, non mi dire che preferisti passare del tempo a scuola, ad annoiarti e a far finta di ascoltare quelle persone chiamate professori, invece di star con me?" non distoglie lo sguardo neanche un attimo dalla strada.
"Detta così suona in un altro modo.. okay, va bene, hai vinto tu" roteo gli occhi.
"Vinco sempre io" si volta e sorride compiaciuta.
Le do uno schiaffo sul braccio e cerco di reprimere un sorriso.
"Allora dove andiamo ?" le chiedo dopo un po' di strade sorpassate.
"È una sorpresa" continua a guidare.
"Voglio saperlo. Daaaiii, sono curiosaaa" le strattono il braccio ma niente, non parla.
"Uffa..dai Suami, dimmelo" metto il broncio e ancora nulla. Ad un tratto, accende la radio ed alza il volume al massimo sorridendo.
Continuo a parlare, ma dopo un po' capisco che lo ha fatto di proposito e alla fine mi arrendo.

L'orgoglio è più forte di noi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora