Un raggio di sole mi colpisce in pieno viso e cerco di aprire gli occhi, mi metto a sedere emettendo un grugnito per il dolore lancinante alla testa.
"Oh bene, finalmente ti sei svegliata" mi volto subito in direzione di quella voce.
"Perché sono qui ?" le chiedo, mi sposto i capelli disordinati rendendoli sicuramente ancora più inguardabili.
"Perché a quanto pare ti piace bere tanto e fare l'irresponsabile" si mette a sedere accanto a me e mi guarda, noto che ha indosso solamente una maglia lunga nera e dei calzini del medesimo colore.
Un pensiero lampante attraversa la mia mente e inizia a farmi agitare visibilmente
"Non sarà mica successo qualcosa tra me e lei ? insomma, non che debba succedere per forza solo perché lei è lesbica.." penso e mi guardo intorno cercando di mettere insieme tutto ciò che ricordo di ieri sera.
"Non ricordi nulla?" mi chiede.
"Ricordo solo di essere andata a ballare con le mie amiche e di aver bevuto molto, il resto credo di averlo capito" la guardo imbarazzata.
"E cos'hai capito ?" mi chiede focalizzandomi.
"Ehm..ehm" evito il suo sguardo.
"Te lo dico io, ti ho versato sbadatamente un drink addosso e ti ho portata a casa mia, ti sei cambiata e per quasi tutta la notte hai vomitato l'anima, infine ti sei addormentata sul mio letto" parla con un'espressione ovvia in viso.
"Oh certo, ecco com'è andata.."dico cercando di essere convincente.
"Ed io che pensavo avessimo.." penso.
"Sarebbe dovuta andare in un altro modo?" mi chiede e alla sua domanda mi volto completamente verso di lei.
"Del tipo ?" le chiedo curiosa.
"Ti ho posto io la domanda, perciò dovresti saperlo tu" risponde.
"Ehm..non lo so, però ehm..cioè, grazie mille per esserti presa cura di me sta notte" cerco di sviare il discorso.
"Figurati, a proposito, mi sono presa la briga di rispondere alle tue amiche e ho detto loro che stai bene, erano un po' scettiche ma alla fine hanno ceduto, ho anche chiesto di avvisare i tuoi genitori" mi dice.
"Grazie, sul serio, di sicuro erano preoccupatissime e i miei genitori sono sempre fuori per lavoro, neanche se ne saranno accorti" sbuffo.
"Capisco, per fortuna sei in buone mani" mi sorride maliziosa.
"Già.." evito il suo sguardo.
"Cos'hai ?" mette una mano sul mio braccio per richiamare la mia attenzione.
"Perché non ti sei fatta sentire ?" le chiedo incrociando il suo sguardo.
Lei ritira subito la sua mano e si volta a guardare un punto a caso della stanza.
"È complicato.." dice.
"Certo..è complicato" dico e mi alzo.
"Dove stai andando ?" mi guarda.
"A casa mia" mi giro e rigiro per trovare la mia roba.
"Perché ? Solo perché non voglio rispondere alla tua domanda ?" si alza anche lei.
"Oh oh è complicato.." dico imitando la sua voce e continuando a cercare i miei vestiti.
"Dove cazzo sono ?" mormoro abbassandomi e guardando sotto la poltroncina.
"Sei proprio una bambina" dice.
Non appena realizzo ciò che ha detto scatto in piedi e mi ritrovo lei a pochi centimetri.
"E tu non hai le palle di dirmi la verità" le dico avvicinandomi di più a lei.
Restiamo a fissarci entrambe arrabbiate, senza alcune voglia di spostarci e volgere lo sguardo altrove per non sembrare deboli, per sovrastare una la rabbia dell'altra.
"Ho lasciato la mia ragazza, dopo quasi due anni, l'ho lasciata" dice.
"Ohw..capisco" rispondo sentendomi sotto pressione. Mi sento in colpa per averla costretta a parlare.
"No, non capisci e non capirai mai" la guardo confusa.
"Cosa intendi ? Ho lasciato anch'io il mio ragazzo dopo tanto tempo" rispondo.
"Non capirai il motivo per cui l'ho fatto, è stupido" si mette di spalle e fissa davanti a sé.
"Non sono così deficiente da non capire" le dico, non capisco dove vuole andare a parare.
"Mi piace un'altra persona" ammette dopo qualche esitazione.
Sento qualcosa allo stomaco, una specie di fastidio, come se qualcuno mi stesse punzecchiando e non la smettesse.
"E chi sarebbe questa persona ?" domando un po' intimorita.
"Lascia stare.." dice e si volta a guardarmi.
"Non lascio stare, le cose, i discorsi, qualsiasi cosa si porta sempre a termine, non mi piacciono le cose a metà" dico per convincerla, anche se la risposta che mi darà mi mette ansia, non so spiegare il perché di questa sensazione.
"Facile a parole, ma difficile a fatti se sai che questo potrà avere delle conseguenze" mi dice guardando oltre le mie spalle.
"Okay..ho capito, non vuoi dirmelo, me ne vado" rinuncio alla ricerca della mia roba e mi avvio alla porta lasciandomi alle spalle Suami.
"Mi piaci tu.." sento dire.
Mi blocco all'istante, incapace di voltarmi e guardarla negli occhi.
Sento dei passi e il calore di un corpo appostarsi vicino a me, la sua mano percorre il mio fianco lentamente e subito chiudo gli occhi al contatto.
"Mi piaci.." mi sussurra all'orecchio ed io sono come pietrificata, non riesco a reagire, l'unica cosa che mi passa per la testa è quella di scappare, questa situazione è più grande di me, sento il cuore esplodermi in petto.
"Devo..andare" sussurro e abbasso piano la maniglia della porta.
STAI LEGGENDO
L'orgoglio è più forte di noi.
RomanceL'amore è l'unica cosa che ci salva. Può farci sentire grandi e potenti E nello stesso momento può farci sentire non abbastanza. L'amore è per tutti, ma ognuno decide come viverlo e con chi condividerlo. Non esiste luogo in cui esso non possa arri...