l'atto finale

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I draghi amano i propri padroni, mai e poi mai si staccheranno da essi. Loro hanno la caratteristica del sesto senso per questo: loro sanno sempre dove si trovano i propri domatori, e sono disposti a ritrovarli, ad ogni costo.

Collosus riabbraccia il suo domatore, è pronto a seguirlo, lo desidera. E Ariel invece non vede l'ora di cavalcare un'ultima volta il drago leggendario. Così sale in groppa, e sorvola con fierezza intorno al castello degli Spettri, infondendo a loro speranza, incoraggiamento e una forza di volontà quasi insuperabile.

Per incitamento sbattano le loro spade sui loro possenti scudi con un ritmo gasante, sono più che pronti a scagliarsi contro l'impossibile e l'immaginabile senza nessun tipo di esitazione.

Verso l'Oriente, gli elfi sono furiosi, a causa delle loro numerose perdite. Non vedono l'ora di ammazzare e conquistare, diversamente da com'erano un tempo, al contrario della loro filosofia e leggi, sono stati soprafati da un istinto sanguinario e cruento, volenterosi di estirpare colore che un tempo versarono il sangue insieme, tutto ciò per un sogno, solo ed esclusivamente un sogno. Ma poi si è costretti a svegliarsi.

Coalizioni si formano tra clan si formano, altre si disintegrano o collassano, altri si battono tra di loro, invece di combattere contro i demoni, che ormai sono passati ad essere l'ultimo dei pensieri.

Ma c'è solo oltraggiato da tutto questo inferno e volgarità. Gli Efuri ormai anche loro sono dei contendenti al trono del regno, così forgiano una nuova strana alleanza con gli orchi.

Ormai è arrivato il momento giusto per sorgere, le armate si osservano in silenzio, nemmeno un miglio gli separa.  Il cuore che batte e l'odore del fiatone di chi ti sta a fianco, migliaia di pensieri, appartenenti a migliaia di persone diverse, ma con lo stesso fine. In che consiste nel sopravvivere.

Ciel sereno, stranamente. L'aria pian piano si riempie di promesse, macabre e sadiche promesse: morte, distruzione, estinzione e l'assoluto dominio delle tenebre.

Su questo terra dove avverrà questo inumano massacro si sono radunate le più vaste forze nate dopo l'avvento dell'Apocalisse. Tra cui compressi lupo metà umani, specie di demoni deformi un tempo uomini, non morti, streghe, e scheri posseduti dalle anime parassite e mostri carnivori.

Tra le fila degli Spettri Ariel rompe il silenzio. La potenza del ruggito di Collosus rompe la quiete prima della tempesta lasciando che si susseguono le urla a squarciagola che invocano conforto verso l'un l'altro, il conforto di essere affiancato dai propri fratelli, il conforto che nessuno usa il proprio scudo in maniera personale, ma al contrario, lo scudo di ognuno serve per proteggere il proprio compagno che sta a fianco. È talmente così semplice, la vera e unica proprietà e derivante della vittoria sul campo di battaglia.

-Carica!- urlano i condottieri in prima linea, facendo in modo che a loro si susseguono le urla e la corsa delle altre file dietro di loro.

L'improvviso frastuono scombussola i sensi-fermi! Muro di scudi! Prepararsi all'impatto-

Semplicemente brutale, tutti contro tutti, scudo contro scudo, corpo a corpo, gli elfi accecati dall'odio e spinti da una sede incontrastabile di vendetta, si gettano contro gli spettri.

Ma gli spettri resistono, si mantengono chiusi in una falange, esponendo solo le loro lance e spade, e non provano nessun rimorso, perché in fondo non sono più i fratelli di un tempo. Le prime file elfiche si frantumano come onde contro le scogliere e si sciolgono come la neve alla luce del sole.

Ondate su ondate si abbattono su di loro, senza nessun controllo.

Gli elfi si ritirano, e ora tocca agli orchi.

Le orecchie tamponate degli Spettri sentono a malapena i corni da battaglia dei mostri orchi, ma sentono perfettamente gli intensi passi dei giganti che si stanno scagliando contro di loro. La terra trema, ma gli Spettri non si fanno intimidire, ma al contrario- ricomporsi!- urla Ariel in sella al suo drago Polvere di Supernova.

Gli impatto è imminente, le prime file sanno di essere spacciate, ma incontro alla morte ci vanno ugualmente con imprudenza. Ma poi un boato, avvenuto tutto un tratto, stoppa l'abbattimento degli orchi sugli spettri.

Gli spettri oppongono una resistenza straordinaria, il sangue che gli schizza sulla loro faccia, la sensazione di affondare la spada su una pelle flaccida, esalta ciò che sono realmente.

I giganti orchi sono lenti e prevedibili, mentre gli spettri sono fruiti e rapidi, proprio come dei fantasmi. Ma il muro di scudi è destinato a crollare, il nemico di questo passo penetrerà.

Gli spettri essendo inferiori di numero, per loro spezzare le file vale a dire morire, ma così succede.

Tutto un tratto si passa in svantaggio, si ritrovano di un colpo, sommersi. Si difendono con tutto ciò che hanno e con tutto ciò che riescono a raccogliere da terra.

Le armate si stanno decimando, e nero il terrore che afferra saldamente il cuore di questi soldati, sotto i loro piedi vaste orde di cadaveri e feriti agonizzanti che urlano dal dolore. Una scena davvero raccapricciante, ma chi combatte non tiene conto di questo, è molto più facile uccidere per non essere uccisi, che per altri motivi.

Ad Ariel quando era piccolo, gli venivano molto spesso rifilate strane storie riguardanti esseri che sconfinano con il soprannaturale, e non ostante ora si ritrovi immerso nell'impossibile e nel l'inspiegabile, non può credere ugualmente a ciò che sta per avvenire, un avvenimento che potrà cambiare le sorti del conflitto, un segno che indicherà quale sarà la specie soprastante e quale se ne andrà nella notte.

Ed ecco che dal nulla arrivano stormi di draghi da svariate specie, forme e colori. Attirati dal violento scontro, i draghi quasi risorgono dalle loro ceneri,  oscurano il sole, proiettando un'immensa ombra sul terreno, intenti a ristabilire il loro antico predominio.

Ariel si guarda intorno. Guarda cosa c'è intorno, ripensa a come un tempo, quando ancora era giovane e ambizioso, quando era dell'idea che con la violenza si potesse estrarre la giustizia e la ragione. Ma come potrà restaurare la concretezza della libertà e pace di un tempo. Era il suo obiettivo, lo era... Ormai è troppo tardi.

Ormai si vive per poter provare a sopravvivere, e così che un vero guerriero di questi tempi sopravvive, ed è così che deve morire. È così che passerà il resto della sua vita Ariel: niente famiglia, niente felicità, solo ambizioni e sogni infranti.

Ma c'è ancora qualcosa che può fare... Può pur sempre salire in sella al suo drago leggendario, se solo né avrà ancor voglia, potrà volare verso terre ancor più lontane da quelle di cui si è già spinto, potrebbe scoprire mondi misteriosi, magari distrutti e irrecuperabili come questo regno, oppure regni rimasti intatti, dove i demoni non si sono mai estesi, oppure imperi e società disposti a battersi per accompagnare il mondo in un futuro più radioso di quanto si possa immaginare. Non rimane altro che volare, andare veloci come il vento e lasciarsi tutto alle spalle senza lasciare tracce. Magari dimenticarsi delle orribili gesta lui compiute un tempo, come quando era pronto a sacrificare ogni suo singolo uomo pur ti diventare un sovrano, come quando prima dell'Apocalisse il suo casato dominava con il pugno di ferro una terra ricca e prospera, uccidendo chiunque si opponesse alla sua sovranità. Ma quando conobbe Alexander, Ariel diventò un uomo nuovo, un uomo buono.

Ariel non ha più voglia di ricominciare, ma non vuole neanche più sbagliare, e non riprovare sarebbe il peggiore errore che potrebbe commettere. Quindi si lascia indietro a malincuore un mondo morfo, afflitto da un devastante conflitto tra il bene e il male, dove il male prevale. 

Ariel ha il solo scopo di esplorare e combattere, perché sa che un giorno riuscirà a tirarne fuori qualcosa. Qualcosa di buono, e magari riscattarsi dalle atrocità da lui commesse mantenendo una semplice promessa.

Così riparte per un'ultima volta.

Continua...

Cronache Di Uno Spettro( Primo Capitolo Completato)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora