vecchie conoscenze

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Dopo una lunga marcia lungo le catene montuose del nord che sovrastano sul confine del mondo conosciuto, sopra la neve e sotto le tempeste, evitando a tutti i costi e se necessario facendosi largo tra le orde di zombi, Alexander accompagnato dai suoi uomini arrivano finalmente al punto stabilito per unirsi con gli elfi.

C'è la solida nebbia mattutina e tensione nell'aria, ma la tensione continua a salire con il passare delle ore.

-Ancora nessun segno degli elfi...- dice Shon, mentre scruta il territorio circostante con il suo binocolo.

-Forse siamo arrivati troppo presto...- aggiunge Shon, subito dopo aver ripreso fiato

-o forse siamo arrivati troppo tardi- replica sotto voce Max, con quel suo tono di voce influenzato dai suoi folti baffi.

-Se non ce ne andiamo via di qui molto presto verremmo soprafati dai vaganti- la tensione e la preoccupazione nel gruppo sale sempre di più, ma Alexander sembra non dare ascolto alle loro lamentele. Come al suo solito sta sempre a scavare ogni giorno sempre più in fondo a quel che è forse la più profonda e buia fossa mai stato concepita dall'uomo. Cioè la sua testa.

Ma viene riportato nel mondo reale da Will, che con un piccolo sorrisetto a trentadue denti posando il dito verso una pianura, dice ad alta voce di "Guardare là!" dove sta adesso indicando.

In lontananza si vede l'avanzamento di una decina di uomini, ma non proprio uomini. Precisamente elfi.

Ed ecco che dal cielo grigio cadono i primi raggi di luce, che caso strano vanno proprio sulle loro splendenti e dorate armature. Al contrario degli Spettri che vanno in battaglia con delle pelli d'orso e copricapo di lupo.

Montano a cavallo con fierezza, sono alti e splendenti e la loro muscolatura lunga permette a loro rapidi e fluidi movimenti, che non sono a portata di mano per un normale essere umano.

-Alexander, mio caro vecchio amico... Dimmi sei venuto a trovarmi?-

-Rol, non pensavo che saresti venuto anche tu- Rponde Alexander con un'aria un po' sorpresa.

-Noi elfi pensavamo che voi del clan degli Spettri fosse realmente sul piede di guerra, ma non avrei mai immaginato di vederti andare in giro per il regno con questo misero e inesperto pugno di uomini-

-non sono più giovani di te la prima volta che mi affiancasti in battaglia. Ricordi?- Da qui parte una piccola risata da parte di tutti e due, e come per magia il sole inizia a sorgere oltre le montagne.

L'elfo scende dal suo cavallo, si toglie il suo emetto facendo sfociare i suoi lunghi e biondi cappelli.

-Allora dimmi, perché siamo dovuti venire sin qui dal lontano oriente? Qual'è il tuo piano mio caro vecchio amico...-

-ho l'intenzione di radunare ogni singolo clan, tribù, città e villaggio: voglio provare a convincere chiunque a mettere da parte le proprie divergenze e di unirci formando un unico vasto esercito per respingere i morti e riportare il regno ai suoi arbori. Mi aiuterai a diffondere questo messaggio? mio caro vecchio amico...

"No da un morto, da un orco, no da un mostro, ma da uomo vivo si dovrà diffondere il messaggio e la proposta di rinnovare quel che un tempo era il nostro regno e di accompagnarlo in un futuro più luminoso di quanto si possa immaginare".

Alexander sa che non sarà un'impresa facile. Ci sono troppe divergenze e troppe differenze tra tutti i popoli: nani, elfi, clan e tribù in perenne lotta tra di loro e con l'aggiunta dei demoni che hanno dato inizio a tutto questo macello. Ma ciò di cui Alexander è all'oscuro, d'altronde come il resto di chi gli sta a fianco: un immensa flotta di navi provenienti da terre lontane oltre il mare si abbatterà molto presto su di loro, ma non si tratterrà di uomini. Ma di creature demoniache mai viste prima d'ora.

Ma è proprio questo di cui Alexander ha il bisogno, cioè di un nemico comune a tutti, così da costringere tutti quanti ad allearsi. Oppure... Peggiorerà ancor di più la situazione.

5 anni dopo

Sono passati molti anni dall'ultima volta che Alexander vide sorvolare forse uno dei pochi esemplari rimasti in vita di aquile giganti.

Ma queste aquile non sorvolano più su vasti terreni agricoli; il fuoco sta avvolgendo gran parte di questo regno morfo.

"Le belve, le belve sono sbarcate nella notte, silenziosi hanno fatto sorgere una fiamma nell'oscurità, bruciarono Clan, fortezze e zone sicure dove noi tutti trovammo rifugio dai non morti."

Alexander osserva da lontano con il cielo notturno mentre ascolta le parole di una delle poche superstite riuscite a scappare dalle vaste fiamme, da una sporgenza di una collina osservano il fuoco che si sta diffondendo e inghiottendo una parte del mondo.

Mentre le fiamme divampano, casualmente le aquile  spiccano il volo sul immenso focolare.

Alexander realizza subito che si tratta di un messaggio da parte degli Dei. Questo è decisamente il più vasto fuoco che il regno abbia mai visto, ed è anche il giusto pretesto di cui Alexander ne è arditamente alla ricerca: il fuoco che avrebbe attirato ogni uomo contro un nemico comune.

***

La neve si sta sciogliendo, gli uomini del nord stanno combattendo. A loro fianco ci stanno i clan delle tempeste, uomini provenienti dai clan che si affacciano agli oceani, grandi e splendenti e abili guerrieri elfi; piccoli, forti, ma buffi nani duri a morire.

Da questa parte si è radunato il più vasto esercito che il regno abbia mai visto da quando la pestilenza si abbatté su di esso, tutti sotto il comando di un unico grande guerriero che è diventato molto presto re.

Sarebbe stato impossibile per Alexander forgiare con le sue sole forze una simile alleanza, se non ci fosse stato l'arrivo dei popoli orchi, forse le creature più oscure e sanguinare, composti da carne buttrefrata come i normali non morti. Nati come ibridi da le persone più cattive e aride mischiato con l'anima grigia di un demone sputato fuori dalle più profonde viscere dell'inferno.

Tutto è pronto, tra le file umane c'è la quiete prima della tempesta, il fragore di lance, spade, scudi e carne da macello.

Il silenzio tra i guerrieri, utile forse per nascondere l'agitazione e l'ansia prima della battaglia che deciderà le sorti dell'umanità.

Dall'altra parte invece... Nessuno sa cosa stanno provando gli orchi in questo momento e non si sa neanche se riescono a provare qualcosa.

Ma molti vivi, Alexander compreso, è fermamente convinto che in loro non c'è più nulla, sono esseri vuoti senza emozioni, guidati da un qualche istinto primordiale.

Cronache Di Uno Spettro( Primo Capitolo Completato)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora