Sono passate due settimane da quando io e Jack ci siamo messi insieme. Subito sembrava strano, irreale e spesso non mi sentivo a mio agio, ma poi è andato tutto a posto, ora è tutto molto naturale, vale molto per me. A volte però non capisco se lo sto facendo solo per me stessa, per sentirmi meglio, tipo una medicina. A volte mi capita ancora di pensare a Scorpius. Il suo pensiero mi trapassa il cuore quando meno me lo aspetto, quando sto studiando, la mattina appena sveglia, in sogno, quando gioco a Quiddich e sempre più spesso prima di addormentarmi. Lo so che non dovrei dirlo ma la notte è diventata il mio momento preferito della giornata, dove posso immaginarmi altre situazioni, come sarebbe andata se avessi avuto il coraggio di combattere per lui.
Ma alla fine ora che importa? Ormai è andata così, e la colpa è solo mia.
"Lily?" Mi risveglia la sua voce calda e gentile. Alzo gli occhi e lo vedo porgermi il cappotto.
"Andiamo?" Mi chiede con un gran sorriso ed io non posso fare a meno che ricambiare, afferro il cappotto, lo indosso ed insieme usciamo dal castello per l'ultima uscita ad Hogsmade prima delle vacanze di Natale. Il paese è sempre incantevole, ed ora, con le decorazioni natalizie, tra fiocchi e ghirlande incantate, sembra irreale. Camminiamo tra la folla mano nella mano, ormai ci ho fatto l'abitudine e non mi sento più a disagio, anche se spesso immagino che quella mano diventi un po' più fredda, e che la stretta diventi una vera conduttrice di elettricità pura. Ma Jack rimane sempre Jack, ed io mi sento sempre un po' più incolpa.
Quando ritorniamo al castello passiamo un po' di tempo insieme ad Elena, proprio come una volta, quando eravamo solo noi tre, e non ci serviva altro. Domani incominceranno le vacanze di Natale e io ho deciso di rimanere ad Hogwarts per fare compagnia a mio fratello Albus che, essendo un cervellone è stato incaricato di dare ripetizioni ad alcuni del primo anno che rischiano la bocciatura. Mia madre ha insistito per farci tornare a casa almeno il giorno di Natale, ma questo sarebbe stato contro le regole e di favoritismi mio padre non ne accetta, perciò per questa volta dovrò rinunciare al polpettone di mia madre, che sia chiaro, io detesto con tutta me stessa, ma ogni anno devo fingere, perché sennò invece che un maglione di nonna Molly, me ne becco due.
Passiamo la serata a giocare a scacchi e a gobbiglie in sala comune, e si aggiungono anche James e Albus. Adoro l'atmosfera che si è creata, di pura magia, infatti nel frattempo ha iniziato a nevicare e a mezza notte la sala è stata invasa da un forte profumo di cannella, arancia e uvetta, preannunciando l'arrivo degli elfi domestici carichi dei tradizionali dolcetti di Hogwarts, per festeggiare l'inizio delle vacanze natalizie.
Verso le due e mezza di notte, stremati da un'infinita partita di scacchi tra James e Jack decidiamo di andare a dormire. La mattina dopo saluto Elena, James e Jack, che fino all'ultimo prova a convincermi a tornare a casa, ma sono troppo legata a mio fratello per lasciarlo da solo a Natale.
"Senti..questo è il tuo regalo di Natale in anticipo, ci tengo a dartelo di persona, perciò..." Mi dice nervoso Jack, guardandomi dritta negli occhi mi porge quella che sembra una pergamena arrotolata, ma di velluto nero brillante.
Senza dire una parola slego il sottile nastro nero di seta che la teneva chiusa e per poco non mi viene un colpo. Sul fondo del velluto nero brilla una catenina ornata da piccole gemme azzurre che riflettono incredibilmente la luce mattutina. Rimango senza fiato.
"Allora, ti piace?" Mi chiede speranzoso con un sorriso gigantesco.
"Jack! È bellissimo, è veramente meraviglioso, io.. non posso accettarlo.." Gli rispondo sincera, cercando di non far trasparire il panico dalla mia voce. Lui lo sfila ugualmente dalla custodia e me lo mette al polso.
"Ti sta un incanto." Mi dice guardandomi dolcemente, ed io mi sento trafiggere dai sensi di colpa.
Lo abbraccio forte e lui ricambia baciandomi la fronte.
"Sai, questo braccialetto l'ho visto esposto in una vetrina di un negozio ad Hogsmade lo stesso giorno che ti ho conosciuta, e istintivamente ho realizzato che era per te, era il tuo, capisci? E che se e quando avrei avuto la fortuna di stare con te, te lo avrei regalato.Io ti amo Lily." mi dice stringendomi a sè, ma io non ho la forza per rispondere. "Non ti preoccupare, non voglio che tu ti senta obbligata a dirmelo, te l'ho detto perché non potevo più aspettare, io ti ho amato da sempre, dal primo giorno in cui mi hai rovesciato l'inchiostro della piuma addosso." Ride lievemente ed io faccio veramente fatica a non lasciarmi scappare una lacrima, di rabbia, rabbia con me stessa, perché so che mai riuscirò realmente a ricambiare questi sentimenti, e che lui ora mi sta porgendo il suo cuore, per tenerglielo al sicuro, e non attenderà molto tempo per chiedere in garanzia il mio. Mi stacco dall'abbraccio e gli do' un bacio sulla guancia, sforzandomi di sorridere,nel frattempo sento Elena che chiama Jack per la partenza.
"Fai buon viaggio, e grazie, sei speciale." Gli dico sincera, lui ricambia con un sorriso ed esce dalla stanza.
Quando sono sicura di essere rimasta sola sprofondo nella poltrona e rimango a fissare il vuoto per quelle che sembrano ore. "Sorellina! Sono ore che ti cerco, dove cavolo ti eri messa? Ma ti rendi conto che dovremmo passare due settimane solo io e te? Chi me lo fa fare!" Scoppia in una risata sarcastica Albus, che mi prende per mano e mi esorta ad andare a fare colazione in Sala Grande. Gli sorrido, felice di avere una distrazione dai miei pensieri, e per una volta penso davvero di potermi godere fino in fondo la magia del Castello in occasione del Natale. Scendiamo di corsa le scale, perché la fame comincia a farsi sentire ed ogni gradino che scendiamo è una fitta nello stomaco causa l'odore dei biscotti sfornati e croissant farciti con ogni tipo di crema, che proviene dalla Sala Grande. Arrivati davanti alle immense tavolate, mi fa un effetto strano vedere l'enorme Sala, che durante il resto dell'anno brulica di studenti ed ora ne è quasi spoglia. Decidiamo di sederci in fondo al tavolo di Grifondoro per stare insieme. Lungo i tavoli ci sono al massimo dieci studenti per lato ed i professori mangiano tranquilli e ridenti al loro. Afferro una pagnotta di pane dolce con uvetta appena sfornato e da brava inbranata quale sono faccio cadere il coltello per terra. Mi abbasso per raccoglierlo e mentre rialzo la testa la sbatto duramente contro il tavolo, sono un disastro senza fine. Impreco tra me stessa mentre Albus sta piangendo dalle risate, ma improvvisamente smette di ridere e si fa serissimo, guardando oltre alla mia spalla. Mi giro incuriosita con ancora una mano sulla testa per cercare di farmi passare il dolore, e due occhi glaciali mi trapassano da parte a parte facendomi i brividi su ogni centimentro del mio corpo.☘☘☘☘☘☘☘☘☘☘☘☘☘
Ciao a tuttiiii
Sono in preda ad una totale crisi di noia e caldo dovuta a questa stagione che mi rende più bipolare di quanto io non sia già, perciò oggi ero spiaggiata nel letto e mi è tornata l'ispirazione per continuare con un altro capitolo questa storia, che mi è veramente cara. Niente, spero che vi possa piacere, come sempre se avete suggerimenti, critiche costruttive o altro, commentate👇🏻👇🏻
Un grande bacio e a presto!😽😽