La sfuriata

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Mi afferra ancora il braccio sinistro con la mano e non posso evitare di guardarlo rossa come un peperone e con lo sguardo interrogativo.

Appena incontro il suo sguardo, lui avvampa e farfugliando un suono simile a "scusa" molla la presa dal mio braccio e abbassa lo sguardo.
Mi ritorna alla mente che l'avevo già visto arrossire a Divinazione quando la Cooman ci ha assegnato il compito.

Gli si riempiono,improvvisamente, le guance pallide di un rosso vivo, in questa situazione sembra improvvisamente vunnerabile.
Rispondo ancora sorpresa "Nulla".
Lui non dice nulla, continuo a guardarlo, ma lui sembra volere evitare il mio sguardo , allora continuo a fissarlo con sfida.

Perché non mi guarda negli occhi? Perché? Odio le persone che non mi guardano negli occhi.Mi fanno sentire tre volte più insicura di quello che sono già.

Va bene, ho capito che gli sto antipatica, ma dal momento che mi ha fatto praticamente cadere dalle scale potrebbe chiedermi almeno scusa guardandomi negli occhi.

Almeno saprei che è sinceramente dispiaciuto.Invece non gliene frega nulla. È solo un gran pallone gonfiato pieno di sé.

Perché non gli sto dicendo queste cose, invece di pensarle e basta? Non ho mai avuto problemi a dire quello che penso in faccia.
Decido che deve saperle.

"Guardami in faccia.Odio le persone che non lo fanno.So che probabilmente ti sto antipatica e magari mi odi a morte.Ma sai una cosa? Neanche ti mi stai simpatico.Per niente.Sai cosa penso? Penso che sei solo un gran pallone gonfiato, pieno di te.Nient'altro.Tanto fumo, niente arrosto.Non hai memmeno la decenza di guardarmi in faccia e chiedermi scusa per avermi fatto quasi rompere l'osso del collo.
In più ti presenti qui tirandomi per un braccio perché magari hai deciso che il compito alla fine lo vuoi fare"

Dico tutte queste cose con una velocità sorprendente e a me sconosciuta, trattenendo il respiro e buttando fuori tutto come la mia ultima pozione che è eruttata per tutta la classe.

Finalmente alza lo sguardo.I suoi occhi sono di un grigio vellutato all'estero, mentre la pupilla è annegata in un azzurro glaciale.

Nel frattempo mi sorprendo a pensare che quelle guance rosse fanno un contrasto perfetto con i suoi occhi azzurrissimi, i capelli viondissimi e la sua carnagione chiara.

Appena incontra i miei occhi scoppia in una risata.Che cavolo sta facendo? Perché ride?
La sua risata è come cioccolata calda. Come bere una tazza di cioccolata calda in una fredda sera di inverno, in qualche modo ti riscalda il cuore, dolce e calda.

Noto anche due fossette ai lati delle labbra piene e rosee che ridono di gusto.

Nulla a che vedere con lo sguardo glaciale di sta mattina a Divinazione. Non sembra neanche lo stesso ragazzo.

Si piega in due e qualche lacrima ,brillante come cristallo,gli scende dagli angoli dei suoi splendidi occhi.

Non sono arrabbiata.Strano.Odio le persone che si prendono giico di me e che mi ridono in faccia senza motivo.Ma in un qualche modo la sua risata mi fa dimenticare che mi sta prendendo in giro apertamente.

Allora, decido che devo essere arrabbiata.Si, mi costringo ad infiammarmi.

Urlo, senza neanche accorgermi di quello che faccio.
"SMETTILA!" sono certa di sembrare una psicopatica e sono consapevole di essere diventata nuovamente rossa in faccia, ma non mi importa.

Preso di sorpresa smette di ridere e mi guarda.Cavolo.Non riesco di nuovo a capire il perché mi senta sciogliere come la cera di una candela accesa,appena lo guardo.

Si fa d'un tratto serio e mi dice con la sua voce profonda e calma: "Scusa, non ti stavo prendendo in giro. È solo che sei buffa quando sei arrabbiata,parli tutto di un fiato, diventi tutta rossa e cominci a morderti l'angolo del labbro sinistro.Non potevo fare a meno di ridere.Nessuna mi aveva mai insulatato così velocemente"

Elena scende in fretta le scale perché ha sentito la mia sfuriata dalla sala comune al dormitorio.
Appena vede me rossissima e Scorpius, esplode addosso a lui. "Che cosa le hai fatto?!! Dimmelo.Subito.Ora."

Non mi piace quando qualcuno prova a difendermi, non mi è mai piaciuto nascondermi dietro le spalle di qualc'un altro, ma non posso negare che la mia migliore amica ha fatto un ottimo lavoro a sfuriare addosso a Scorpius.

Comunque voglio cavermela da sola. "Elena,tranquilla.Non mi ha fatto nulla, stiamo solo discutendo.Vai pure, io ti raggiungo." dico e lei mi chiede "Sicura?" E io rispondo con un cenno della testa, congedandola.

Scorpius che è rimasto zitto, continua a fissarmi, mettendomi stranamente a disagio.

"Perché mi fissi?" Butto lì e lui si strofina i capelli biondi e spettinati e abbassa lo sguardo, borbottando.
Decido di lasciare stare e riprendo la mia guerra.

"Tu non mi conosci affatto, non puoi sapere cosa faccio quando mi arrabbio.E non ti do' il diritto di ridermi in faccia.In più tu non puoi venire qui.Sei di Serpeverde e questa è la sala comune di Grifondoro.Perché sei venuto a cercarmi?Pensavo che non volessi fare il compito con me." dico cercando di apparire il più stizzita possibile, spero che non si sia sentita la mia nota di domanda nella voce.

"Scusa.Non riderò mai più di te.Comunque sono venuto qui perche al mio primo anno, insieme a tuo fratello Albus, avevo scoperto un posto fantastico nel castello, una specie di passaggio segreto che porta in un posto che nessuno conosce a parte me ed Albus.Da lì si vedono bene le stelle." abbassa di nuovo lo sguardo, si sconpiglia i capelli e continua "e beh, si ehm.. pensavo che sarebbe stato perfetto per il compito"

Il mio sguardo a queste parole si addolcisce e provo un moto di tenerezza verso di lui.

Farfuglio un'ok e dico: "Beh, ok, ti accetto ancora per fare il compito assieme, ma tu devi ehm..darmi ascolto prima di tutto, e soprattutto guardarmi negli occhi."

mi stupisco di queste ultime mie parole.

Lui alza la testa e mi guarda negli occhi, con la stessa mia sorpresa, poi accenna un piccolo sorriso a metà che gli scopre solo la fossetta destra.

Mi prende di nuovo per un braccio, trascinandomi fuori dalla sala comune e dicendomi con entusiasmo: "È da questa parte! Vieni!".

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