"Hey, bell..."
Uno scossone rapido e il mondo, l'oscurità da cui stavo emergendo, cominciò a vorticare ai miei piedi.
"...dorment..."Voci indistinte mi risuonavano nella testa, facendo solo aumentare la confusione e l'irritazione. Aumentarono a tal punto che dovevo trovare un modo per esprimere, oltre al mio sconcerto, pure il dolore che mi attanagliava la testa: mi voltai di lato e sputai per terra. In bocca avevo un inconfondibile sapore metallico.
"Così no, non sui miei calzoni!"
Era stata una voce cavernosa a protestare. Questa volta furono due scosse decise a partire dalle spalle e a rivoltarmi lo stomaco. Finii disteso di lato. E ancora non riuscivo ad aprire gli occhi.
"Questo tra un po' vomita, Phil, prendi l'acqua."
"Non divento il paggetto del ghiro. Se vuoi, fallo tu."Un fiotto d'acqua tiepida mi si riversò in gola, poi venni leggermente schiaffeggiato fino a che ripresi conoscenza. E mi liberai del tutto, con grande rammarico (a me già non interessava più niente) di chi mi stava vicino.
"Soni..."
Percepii l'attenzione di due sguardi, sentii la loro perplessità a pelle e, così, quello che stavo per dire mi morì in gola. Per fortuna non avevano capito a causa della voce ancora impastata. Per fortuna gli altri sensi erano a posto. Ringraziai la sorte per avermi fermato in tempo e colsi l'occasione al volo per correggere il pasticcio: "Sono in?"
"In detenzione. Finché non ti scagionano per mancanza di prove o chessoio."
"Ah." Mi pulii le labbra con un polsino della camicia. Ci misi un po' per farlo e, finalmente, capii perché mi ci volevano entrambe le mani: avevo le manette."Inizia la bella vita, caro il mio..."
Non riuscivo a vedere che delle ombre, tuttavia risposi d'istinto, riducendo gli occhi a due fessure: "Mike."
"Tanto piacere, Mike. Io sono il grande e magnanimo Phil e questo umile plebeo servitore che vedi al mio fianco è Jeff. Jeff, chiama la matrigna: Cenerentola non si sta proprio comportando bene. Guarda che pavimento!"
"Non stare ad ascoltare tutte le scemenze che dice. Piuttosto, che hai fatto?" Jeff si rimboccò le maniche con grande destrezza, nonostante fosse ammanettato (e non si può capire quanto lo ammirai, invidiai e guardai con la bava che mi colava sul mento... be', quest'ultima era per ben altri motivi, ma... sì, era diventato il mio eroe) e si sedette sull'unica brandina cigolante della cella. Io stavo rannicchiato per terra, con Phil che non riusciva a stare fermo.
"Inizia qui l'interrogatorio?" domandai, mettendo bene a fuoco chi mi stava davanti. Oltre ai movimenti, cominciavo a distinguere anche le belle facce che avevo di fronte.
"Noi usiamo prima le buone."
"Meglio approfittarne, ma sempre interrogatorio è," sorrisi, massaggiandomi collo e mandibola. Mi formicolavano persino i capelli: quanto tempo era passato da quando Simon mi aveva steso?Non avevo voglia di raccontare. Volevo essere io a fare le domande, ma non ero decisamente in condizione. Tutta la circolazione da riattivare, i neuroni da stimolare, la mia reattività ancora assopita... Se fosse dipeso da me, avrei voltato le spalle al duo e augurato al mondo la buonanotte. Mi sarei risvegliato in una spiaggia ai Caraibi. In un'altra vita.
Ma forse era meglio accontentarli e capire con chi avevo a che fare per estorcere le informazioni che mi servivano. Possibilmente in modo adeguato e non sospetto. Inspirai appena appena e osservai i due tizi con cui ero rinchiuso.
Phil era un uomo sulla sessantina, faccia incartapecorita e mani nodose. Avrebbe dovuto essere alto. Quella era stata la prima impressione, almeno... Tuttavia se ne stava proteso in avanti, a causa di una leggera gobba che me lo faceva rientrare in una statura più accettabile. Attraverso la camicia (non più candidissima) gli intravedevo le costole: della pancia non c'era neppure l'ombra. L'ultima mantide religiosa, affamata e impotente. Nervosa. Gulp.
A quanto pareva, la specialità di Phil consisteva nell'irritazione altrui. A menare doveva pensarci Jeff, all'apparenza più calmo e composto, ma con una presenza fisica che non mi era poi così gradita. Doveva essere della stessa età o un po' più vecchio dell'altro. Un operaio, viste le spalle larghe, le mani massicce e le unghie poco curate. Il mastino della cella. Lavoravano assieme o si erano trovati là dentro per caso?
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Professionisti dell'azzardo
AçãoA Mike, un (semplice e indiscreto?) barista, la vita gioca un brutto scherzo, in un giorno come tanti altri. Sotto lo sguardo indagatore di un uomo misterioso, attratto dal fascino travolgente di una ragazza altrettanto enigmatica, si troverà coinv...