Un vero party.

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La musica cambiò radicalmente.
Dallo stereo non partivano più le solite canzoni romantiche, ma delle hit provenienti da tutto il mondo.
Da musica dance, si trasformava in quella pop.
Un vero e proprio casino. Anche il volume era cambiato: era diventato altissimo.
Purtroppo alla festa c'erano anche gli alcolici, proprio come un party americano.
La situazione era degenerata completamente.
Tutto iniziò da Vegeth, che continuava a fare complimenti a Lids.
«Lids...svelami  il tuo segreto, hic!»
La saiyan era con le braccia incrociate, guardando il tetto.
Si maledì per non aver controllato il ragazzo, che si era dato alla pazzia gioia con quei drink.
«Vegeth sei ubriaco.»
«Non è vero! È la tua bellezza...hic...a farmi questo effetto.»
«Ma smettila.»
Vegeth riuscì a baciare Lids, senza che lei potesse reagire.
La bocca del saiyan aveva un gusto strano: era dolce ma allo stesso tempo pizzicava talmente che fosse forte.
Alla fine riuscì a liberarsi. Come?
Dandogli un calcio nei gioielli di famiglia.
Mai dolore fu più intenso.
«Lids...N-Non andartene...»
Vegeth cercava di seguirla saltellando mentre lei era già lontana.
Clotilde non era mai stata il tipo da reggere l'alcol.
Infatti dopo averne assaggiato mezzo bicchiere, già si sentì la testa scoppiare.
Fortuna che c'era Whis, uno dei pochi sobri della situazione.
«Clotilde, ti senti bene?»
«Affatto. Mi gira troppo la testa...»
Non riusciva nemmeno a reggersi su quei tacchi neri.
Si mantenne sul braccio di Whis, cercando di non cadere.
«Vuoi tornare in camera?»
«Sì...»
L'Angelo, vedendola in quella situazione, capì che forse era meglio non farla camminare.
La prese in braccio il più delicatamente possibile, mentre lei appoggiava la testa sul suo petto.
«Ti accompagnerò io.»
«Rimani con me, Whis.»
Whis le sorrise e le diede un bacio caldo sulla fronte.
«Anche per sempre.»
Vi sareste mai immaginato un Jaco non brillo?
Ebbene sì, quella sera l'alieno assaggiò un alcolico.
O meglio, un mezzo alcolico.
«Jaco, non credi di aver esagerato?»
La majin cercava in tutti modi di non farlo cadere.
«Beika, guarda come riesco a fare la mia posa!»
Si mise davanti a lei, per un momento riuscì a stare in piedi. Appena cercò di mettersi in posa era sul punto di cadere.
Beika lo salvò giusto in tempo dal pavimento.
«Beika...mi hai salvato.»
Le guance di Jaco erano diventate rossissime, quasi come due pomodori.
«Te l'ho detto di non esagerare...»
Beika sorrise dolcemente al compagno, lui ricambiò e le accarezzò dolcemente il viso.
«Andiamo via.»
Beika lo aiutò a rialzarsi e dopo esserci riuscita, si allontanarono da quel chiasso.
Anche Sakura e Goten furono contagiati dalle bevande e dalla musica.
I due cercarono di ballare, ma senza ottimi risultati.
«Sakura! Attenta a dove metti i piedi!»
«Cosa?»
La saiyan lo guardò negli occhi, cercando di capire cosa stava dicendo.
Infatti, dopo si ritrovò a scivolare e cadere sopra il Son.
«Te l'avevo detto io...»
«La musica è troppo alta e non riesco a sentirti!»
A Goten venne un'idea perfetta.
«Vedi se riesci a sentire questo.»
Il saiyan si avvicinò a Sakura e la baciò.
Il dolce momento durò troppo poco, perché se prima fosse caduta lei, adesso dovevano cadere entrambi.
«Ti sei fatta male?»
«Mi hai fatto da airbag.»
I due si guardarono e scoppiarono a ridere.
Beerus sventolava il bicchiere quasi vuoto e cantava parole a caso seguendo il ritmo della canzone.
«Ma cosa stai cantando?»
«Decisamente non lo so.»
Mary non smetteva più ridere a quella scena.
«Mi fermò un po', ho la gola secca.»
Fu in quel che la ragazza dai capelli rosa appoggiò la testa sulla spalla di Beerus, chiudendo gli occhi.
Bastò poco tempo per farla addormentare.
«Mary?»
Quando il gatto viola la guardò, era troppo tardi. Forse era meglio lasciarla dormire e portarla in camera sua.
Black purtroppo non riuscì a trattenersi  e decise di provare qualcosa anche lui.
Ma Ashley cercò di fermarlo.
«Black, non farlo.»
«Perché? Voglio solo provare.»
La saiyan gli prese il braccio, per farlo girare e guardarla negli occhi.
«Non voglio che ti ubriachi...»
«Facciamo una cosa: se riesci a farmi cambiare idea, non bevo.»
Ashley si avvicinò a Black e lo baciò. Doveva in qualche modo riuscirci.
«Ci sono riuscita?»
«Ne posso avere altri?»
«Tutti quelli che vuoi.»
Black sorrise e strinse a se' la saiyan, iniziando a baciarla.
«Sono ubriaco di te.»
Miriana si sedette su una panchina, si sentiva letteralmente stanca.
Voleva andare in camera sua a riposarsi, ma le gambe non reggevano.
Dopo un po', però, la raggiunse Vegeta.
«Che hai?»
«Oh nulla, mi stavo solo riposando.»
Il saiyan si guardò intorno, tutti erano occupati a ballare.
Nessuno si sarebbe accorto.
Miriana vide Vegeta avvicinarsi a lei, senza un motivo.
«C'è qualcosa?»
Avvicinò il suo volto a quello della saiyan e finalmente, le loro labbra si incontrarono.
Vegeta non poteva più resistere.
«Vegeta...»
«Tsk. Non ho potuto resistere a quelle labbra.»
Miriana notò un leggero rossore sulle sue guance.
Anche lui era innamorato di lei.
Francesca aveva mangiato fin troppo, tanto da non sentirsi troppo bene.
In quel momento voleva solo tornare in camera sua e dormire.
«Francesca.»
«Che c'è Gohan?»
«Che ti prende?»
«Non mi sento affatto bene...»
Il Son vide la debolezza pervadere in Francesca. Doveva fare qualcosa.
«Adesso ti aiuto io.»
Prima le diede un bacio e poi la caricò sulla sua schiena.
E si avviò verso l'uscita della palestra.
«Gohan, fammi compagnia. Ho bisogno di te per lamentarmi e dormire.»
«Sai già la mia risposta, ed è sì.»
Un altro sobrio della serata era Zamasu.
Notando che Agnese aveva bevuto, non poteva lasciarla da sola.
«Zamasu! Bevi anche tu dai.»
«Non posso, Agnese. Non voglio che ti cacci nei guai.»
La saiyan si avvicinò a lui con un sorriso malizioso e lo baciò.
«Vuoi corrompermi?»
«Forse.»
Il ragazzo si morse le labbra, non poteva resistere ad Agnese.
Era più forte di lui.
«E sentiamo, in che modo?»
Agnese lo baciò di nuovo, ma questa volta più passionalmente.
«Per questa volta, ti lascio vincere.»
Nella festa c'era anche un altro ragazzo del terzo anno, Daishinkan.
Si stava divertendo tra gli amici, finché non vide una ragazza in mezzo a quella gente.
Non sapeva come, ma lei aveva qualcosa di speciale.
Aveva dei capelli lunghi fino alle spalle di color bianco.
Notò anche i suoi occhi marroni. Doveva parlarci.
«Scusami.»
La ragazza si girò e incontro lo sguardo di Daishinkan.
«S-Sí?»
«Sei nuova per caso? Ho notato che hai lo sguardo alquanto confuso.»
«In realtà sì, sono venuta in questa scuola solo stamattina e già mi sono trovata in questa festa.»
«Il mio nome è Daishinkan, piacere di conoscerti.»
«Io mi chiamo Blue, piacere tutto mio.»
I due si strinsero calorosamente la mano, per essere il suo primo giorno, già aveva fatto amicizia con qualcuno.
«Daishinkan, tu conosci bene questa scuola?»
«Abbastanza. In che posso aiutarti?»
«Ecco, dovrei andare nella mia stanza...il problema è che non ricordo la strada.»
Blue arrossì leggermente per l'imbarazzo.
«Seguimi pure.»
I due si scambiarono un sorriso e si avviarono alla ricerca della stanza.
Daishinkan oltre ad essere gentile, era anche molto carino.
Magari più in là si sarebbe nato qualcosa, chissà.
Una cosa era certa: il mattino seguente fu una tragedia.

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