Appena entrai in casa notai che mia madre stava piangendo.
"Mamma, che sta succedendo?"
"Tom...Charles dice che non trova più la sua erba. Dice che potresti averla presa tu."In quel momento non era 'fatta' e potei scorgere vera preoccupazione nel suo viso e nei suoi occhi.
"Lo sai che non avrei mai fatto una cosa simile."
"Lo so, Tom. Ma lui si ostina a..."
"Che ti ha fatto?!"Le presi un polso con delicatezza. C'era un taglio.
"Niente...lui ha...Tom, vai a farti un giro."
"Mamma, mi hai chiamato tu. Sono uscito prima da scuola."Lei ricominciò a piangere e mi abbracciò. Era sempre così, io ero il suo unico e stabile appiglio.
"Eccoti, idiota!"
A parlare fu quel coglione di Charles.
"Dov'è la mia roba?"
"Io non ho la tua roba."
"E sentiamo: chi l'avrebbe presa? Mi vuoi dire che è sparita magicamente?"
"Io non sto dicendo che.."
"Dov'è?!"
"Che hai fatto a mia madre? Come ti sei permesso?"
"Come mi sono...come mi sono permesso dici? Tu vivi qui ragazzino. Tu mi derubi. E mi vuoi dare anche il permesso riguardo a quello che devo o che non devo fare?"
"Lei non la devi toccare. In ogni caso. Oppure sarò io a toccare te."Mi ero infilato in un bel casino. Mia madre mi teneva per un braccio, tremante. Non diceva una parola. Fu un attimo. Sentii un bruciore lancinante al viso, sapore di sangue. Mi aveva appena tirato un pugno tanto forte da ribaltarmi verso l'indietro. Mia madre piangeva silenziosamente, si scaraventò su di me per verificare la gravità della ferita.
"Ti prego Charles. Lui no."
L'uomo puntò il lungo dito verso di me.
"Lo faccio solo per te Samantha. Solo per te. Ricorda che questo è solo un assaggio di quello che posso farti. E trova la mia roba, altrimenti ne pagherai le conseguenze. Tempo una settimana, per dimostrarti quanto io sia migliore di te."
Detto questo uscì di casa, sbattendo la porta.
Quella sera tranquillizzai mia madre in tutti i modi possibili ed inimmaginabili."Andrà tutto bene mamma, io te lo prometto."
Più tardi andai a dormire devastato, sperando che l'indomani nessuno avrebbe notato più di tanto il mio enorme occhio nero e il taglio sul labbro. Decisi che per qualche giorno non sarei andato a scuola - per evitare sguardi interrogatori da parte di qualche Professore e derisioni da parte di qualche testa di caspio, il tempo in cui la ferita sarebbe in parte migliorata, ma purtroppo non avrei potuto saltare il turno di lavoro al Bar o mi avrebbero licenziato. Nel frattempo giurai a me stesso che Charles non l'avrebbe fatta franca. Il problema era che io non avevo preso quell'erba. E il problema più grande era che dovevo trovarla prima di finire in altri casini. Ma dove? Avrei dovuto comprarla? Che caspio avrei dovuto fare? Mi addormentai cercando di scacciare i brutti pensieri e non mi accorsi nemmeno che nel mentre la mia mente era focalizzata su una determinata persona: Newt.
Dopo una settimana tornai a scuola. Avevo accennato soltanto a Brenda dell'accaduto. Minho e Teresa non sapevano ancora nulla, pensavano fossi malato, come del resto gli avevo raccontato. Non avevo voglia di parlarne ancora, Brenda era come una sorella, ma a Teresa e a Minho avrei detto tutto quanto una volta tornato.
"Thomas. Che cacchio hai fatto?"
Minho mi stava scrutando da vicino, potevo quasi sfiorare il suo viso e la cosa non mi stava piacendo per niente.
"Cosa? Come hai fatto a vederlo? Mi sono tirato su il cappuccio per coprirlo."
"Da questa distanza intravedo qualcosa. E non sono stupido. È stato...il tipo di tua madre?"
"Perspicace."
"Non puoi lasciargliela passare liscia, Thomas..."
"Non ti ci mettere anche tu. Hai presente che vivo a casa sua? Cosa dovrei fare? Denunciarlo? Io e mia madre finiremmo per strada. Non posso permetterlo."
"Beh, aspettati le ramanzine di Brenda e Teresa. Siamo arrivati ad un limite, che tu lo voglia o no."
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Hope || Newtmas
FanfictionThomas sta per affrontare l'ultimo anno di liceo. La sua vita non è affatto una passeggiata, contornata da problemi familiari per nulla semplici. Ma sarà l'incontro con un altro ragazzo a stravolgere totalmente le cose: la vita di Thomas cambierà fi...