Capitolo V.

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NEWT'S POV.

Il giorno dopo ovviamente non andai a scuola. La mia caviglia era troppo dolorante e mio padre non sarebbe tornato fino al week end successivo. Inoltre, ero confuso. Erano diverse settimane che mi vedevo con Tommy, e cacchio, quel ragazzo mi aveva colpito fin dal primo momento. Avrei voluto baciarlo e magari fare anche qualcos'altro con lui, ma la mia non era solo attrazione fisica. Assolutamente. Dal primo momento in cui lo avevo visto, avevo notato qualcosa di diverso in Thomas. Non avevo mai creduto nel colpo di fulmine, nell'oroscopo, nei miracoli e nei cibi senza olio di palma, insomma tutte quelle cacchiate, ma diamine appena vidi quel ragazzo dall'ingresso della scuola rimasi come paralizzato. Il mio primo giorno era stato tutto sommato normale. A Londra ero abituato ad essere una specie di Leader nel mio gruppetto, avevo diverse ragazze che mi stavano dietro e anche qualche ragazzo. Non avevo mai detto a nessuno della mia omosessualità: era venuto tutto fuori da solo quando ad una festa mi ritrovai a muovere la lingua nella bocca di un giocatore di Baseball della scuola. Allora ero al secondo anno, fresco come una rosa. Riuscii a confessarlo ai miei genitori poco dopo. Mia madre stava male in quel periodo, ma ricordo ancora che alla mia confessione mi abbracciò dicendomi che nella vita era giusto e doveroso essere felici e che andava tutto bene. Mio padre mi urlò contro per un'ora buona, poi per non far preoccupare e agitare troppo mia madre lasciò perdere e da quel momento l'argomento non venne più fuori. Mia madre morì qualche mese dopo e io continuai, tristemente, la mia vita.

Thomas aveva lo stesso identico colore degli occhi di mia madre. Era una delle prime cose che mi aveva colpito di quel ragazzo. Il colpo di fulmine poteva non esistere, ma quando mi ritrovai con il sedere sul pavimento del corridoio scolastico e alzando gli occhi incontrai i suoi, pensai di essere finito in paradiso. Da quel giorno la mia voglia di conoscerlo era sempre più alta. Io sono sempre stato un tipo dolce e sincero: non ho mai avuto problemi a socializzare e ad inserirmi da qualche parte. Con quel ragazzo però era più difficile del previsto, ma a me piacevano le sfide. Era come se non volesse mai parlarmi delle sue questioni private, della sua vita, di qualsiasi cosa riguardasse la sua vita privata. Dopo esserci confessati di essere entrambi omosessuali pensavo avesse capito lo stessi corteggiando. Beh, io ero fatto così. Romantico, deciso, sensibile. Prendere o lasciare. E quel giorno terribile, lui aveva lasciato perdere.

Era scappato da casa mia, dopo essersi mezzo confidato. Avevo già inteso avesse qualche problema famigliare, ma dopo averlo ascoltato rimasi di stucco. Non lo avrei mai giudicato: ero solo molto dispiaciuto. Avrei voluto fare qualcosa, rassicurarlo, ma Thomas non me ne aveva dato l'occasione. Sicuramente, non avrei lasciato perdere. Quel ragazzo mi piaceva troppo. Ero ferito, ma non potevo lasciarmelo sfuggire. Lo avrei aiutato.




Dopo circa tre giorni, tornai a scuola. Non vidi Thomas fino alla fine della giornata, quando andai a fumarmi una sigaretta sul retro del cortile. Non fumavo spesso, solo occasionalmente.

"Fumi?"

Non appena sentii la 'sua' voce, mi girai di scatto.

"Ehi, Tommy.
 Sì, qualche volta."

"Senti, Newt. Mi dispiace per l'altro giorno. Come stai?"

"Meglio. Ora non zoppico quasi più."

"Menomale..sono contento."

"Tu come stai?"

"A posto. Perché?"

"Lo sai il perché."

"No, non lo so. E non ne voglio parlare. Ci vediamo."

"Thomas, non puoi sempre scappare!"

Forse, sbottai esageratamente, ma mi sentivo frustrato. Lui mi aveva dato occasione di conoscerlo e io che si fidasse di me: ma continuava comunque a respingermi.

"Per caso uno di questi giorni vorresti anche il mio codice fiscale?"

"Pensavo solo volessi essere mio amico..o qualcosa di più."

Vidi indecisione pura nei suoi occhi. Io da parte mia stavo malissimo. Volevo solo piacergli, aiutarlo.

"Io...non posso."

"Perché? Dimmi solo perché."

"Perché è pericoloso."

"E chi è quello che ha paura? Tu o io?"

"Tu non sai assolutamente nulla di me."

"Ma perché non me lo permetti. Io vorrei solo.."

"Vorresti cosa?"

"Starti vicino."

"Secondo me, ti sta dando di volta il cervello."

"Sei mai stato innamorato?"

"Cosa?"

"Ti ho chiesto..sei mai stato innamorato?"

"No. Mai."

"Ti è mai piaciuto qualcuno?"

"Una volta. Ma si è rivelato un traditore."

"Non siamo tutti così, Tommy."

"Credimi, lo so."

"E allora, potresti concedermi una possibilità."

"Forse non hai capito che io la possibilità non te la concedo per il tuo bene."

Detto questo, Thomas non mi lasciò nemmeno il tempo di rispondere: girò i tacchi e se ne andò.

E io realizzai, che ero proprio cotto di lui.

Hope || NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora