Capitolo XIII.

1.2K 110 26
                                    

Mi limitai a rileggere più volte quella carta stroppicciata tra le mie mani. Cosa diavolo ci faceva l'indirizzo della mia sorellina in casa mia? Io ero sempre andato a trovarla da solo, senza nessuno ad accompagnarmi. Mia madre non aveva mai voluto conoscerla. Cosa c'entrava Charles? Cercai di spremermi le meningi e di capirci qualcosa, anche se le uniche possibilità che frullavano nel mio cervello erano così drastiche che non riuscivo nemmeno a metterle a fuoco. Sentii un rumore vicino a me, Newt si era svegliato. Mi voltai di scatto e lo guardai: aveva i capelli biondi scompigliati, il viso assonnato e la maglietta larga stroppicciata. Sospirò.

"Tommy, sei già sveglio? Ma oggi...non c'è scuola."

"Lo so."

Newt si alzò e mi osservò in viso.

"C'è qualcosa che non va?"

Il biondo mi mise una mano sulla spalla.

Sospirai di rimando e abbassai lo sguardo, deglutendo.

"Senti, è successa una cosa. E...non voglio più coinvolgerti. È troppo."

Newt alzò un sopracciglio e si avvicinò.

"Ancora? Sei pesante. Smettila. Dimmi che è successo."

Rimasi con lo sguardo abbassato a fissare il foglietto. Se prima avevo paura a farlo entrare nella mia vita, adesso avevo paura che prima o poi Newt si sarebbe stancato della situazione e mi avrebbe abbandonato. Ci conoscevamo da un mese circa, e all'inizio era sempre diverso. Per tutti quanti.

Newt provò a sfilarmi il foglietto dalle mani, ma io lo trattenni con forza. Il biondo rimase perplesso e aggrottò le sopracciglia. Era dannatamente sexy quando lo faceva, ma cercai di non pensarci.

"Mi vuoi dire che ti prende?"

"In realtà no, ma suppongo sia corretto dirtelo."

"Mi vuoi lasciare tipo...dopo qualche ora?"

"Una specie."

Newt rimase impassibile, anzi sembrava divertito dalle mie parole. Si avvicinò di più a me e mi osservò curioso.

"Cosa è cambiato?"

"Io non voglio un ragazzo, Newt. Io voglio una persona che mi stia sempre vicino. E se tu un giorno ti stancassi di tutta questa sploff? E se tu.."

"Smettila con i se. Quella persona l'hai già trovata. Io sono qui per te e ci tengo. Avrei potuto benissimo andarmene fin dall'inizio ma non l'ho fatto. Vorrà dire qualcosa per te, o no? E la situazione non rimarrà così per sempre, cambierà. Questo te lo prometto. Invece non posso prometterti niente sull'amore, cacchio sarei un falso e un'ipocrita, ma posso assicurarti che mi sto innamorando di te. Esatto. E adesso, smettila di rompere e raccontami che è successo."

Fissai il biondo con gli occhi strabuzzati e la bocca semi aperta. Quel ragazzo si stava innamorando di me? La sua disfunzione cognitiva stava andando di male in peggio. A parte questo, nessuno mi aveva mai parlato con tale sincerità. Nessuno mi aveva mai dimostrato di tenerci in quel modo. E così feci quello che mi venne più naturale fare: lo abbracciai. Io, che non ero mai stato un tipo da abbracci.

Lo abbracciai forte, come se il mondo fosse stato il nemico e lui l'unica ancora di salvezza a cui aggrapparsi.

Affondai il viso nel suo collo, mentre lui ricambiò la stretta, accarezzandomi i capelli.

Quando mi staccai, Newt mi sorrise dolcemente. Era proprio diverso dagli altri.

"C'è ancora una cosa che non sai su di me. Ho una sorella. Sorellastra, per l'esattezza."

Raccontai a Newt l'accaduto, stroppicciando sempre di più quello stupido foglio tra le mie mani a causa del nervoso. Newt ascoltò attento tutto quanto, e alla fine mi accorsi della sua espressione preoccupata.

"Non è nulla di buono."

"Devo andare lì. Devo capire che è successo."

"Thomas, potrebbe essere troppo pericoloso."

"Mi dispiace Newt, è obbligatorio. Mia madre non è mai raggiungibile al cellulare e chiamare la polizia mi sembrerebbe troppo avventato. Devo andare. È mia sorella."

"Se la metti così, io verrò con te."

Newt mi guardò con uno sguardo deciso, e prima che potessi replicare mi zittì.

"E...non dire niente. Verrò con te e basta."

La mattina seguente dopo aver avvertito i miei migliori amici, i quali obbligai fermamente ad aspettarmi a casa, io e Newt partimmo verso la stazione. Per racimolare la somma del biglietto del treno feci un po' fatica, frugando in ogni angolo della casa, mentre Newt mi rincorreva per convincermi ad accettare da lui il biglietto in regalo. Non se ne parlava.

Alla stazione lo avvertii che il viaggio sarebbe durato si e no più di quattro ore, ma a lui non importava. Mi strinse la mano e mi guidò sul vagone per cercare i nostri posti.

"Mi sto innamorando di te"; queste parole riecheggiavano nella mia testa dal giorno prima. Il ragazzo non buttava al vento parole vane. I gesti contano più delle parole, e lui me lo stava dimostrando pienamente, accompagnandomi alla ricerca di un qualcosa che non aveva né capo né coda. Un qualcosa che poteva essere pericoloso. Dove lui non c'entrava assolutamente nulla. Ma c'era, era con me, ed era questo l'importante. Così mentre stringevo la sua mano nella mia e nell'altra spiegazzavo il foglietto di Charles, mi voltai verso di lui.

"Sai...mi sto innamorando anche io di te."

Sorrisi e abbassai gli occhi, appoggiando la testa alla spalla del biondo, mentre il treno incominciava a partire verso destinazione.

Hope || NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora