Chapter 13

939 50 25
                                    

È passata una settimana da quel pomeriggio trascorso con Louis sulla casetta dell'albero, e la mia compagnia pare lo abbia giovato davvero. Non c'è un solo giorno in cui Louis salti le mie lezioni universitarie, o lo veda percorrere il corridoio dell'ateneo sempre in compagnia di quel ragazzo dalla pelle mulatta, ed è bello, davvero beo, mi fa sentire orgoglioso di me stesso e del lavoro che insieme abbiamo svolto.

Non ho ancora visto Louis, oggi, però, ma non sono preoccupato, voglio essere positivo: è ancora troppo presto dopotutto, probabilmente starà arrivando. Quando entro all'interno dell'Università e lascio che il pesante portone si chiuda alle mie spalle, un brivido va subito a percorrere la mia schiena. È tutto troppo silenzioso, il corridoio pare abbandonato, ed è strano, di solito a quest'ora della mattina dovrebbe essere già gremito di persone. Decido però di non darci peso e, come al solito, firmo la mia presenza nell'apposito registro degli insegnanti, dopodiché mi avventuro verso l'aula professori.

Anche questa è completamente deserta, noto con orrore non appena vi arrivo. A mostrare che almeno una parvenza di vita ci sia all'interno di questa scuola, sono le finestre leggermente aperte per permettere il passaggio dell'aria. Ancora una volta, però, decido di non pensarci e lascio il pesante cappotto nell'apposita sedia, quindi abbandono la stanza per raggiungere le macchinette e prendere il solito caffè, visto che questa mattina non sono riuscito a berlo.

Ed è tutto troppo silenzioso. Nemmeno il signor Horan, che di solito è sempre il primo a cui dò il buongiorno, sembra vedersi da qualche parte, e in questo momento più che mai avrei bisogno di parlare con lui: avevo consigliato a Louis di andare nel suo ufficio almeno una volta a settimana, voglio verificare che stia effettivamente seguendo il mio consiglio.

Louis.

Dove sei, Louis?

Dovrebbe essere già qui, visto che sono quasi le nove di mattina, invece non l'ho ancora visto, e sento l'angoscia pervadere già il mio cuore e le mie vie respiratorie.

Getto il bicchierino di plastica nell'apposito contenitore, quindi comincio a percorrere il lungo corridoio dell'ateneo senza una meta ben precisa. Solo un pazzo potrebbe cominciare a cercare un alunno in questo modo solo perché non si sente sicuro, e forse sono io quel pazzo, ma non mi sento tranquillo, dentro di me una vocina non mi vuole lasciare stare, continua a dire che Louis ha bisogno d'aiuto proprio in questo momento.

Ed ora che l'angoscia ricopre ogni lembo della mia pelle bianca come la neve, le pareti di questa Università e la stessa struttura appaiono più inquietanti che mai, ho quasi paura che possano schiacciarmi da un momento all'altro. I miei movimenti, però, sono veloci, lo sguardo è guardingo e osservo minuziosamente ogni minimo movimento: forse sto solo dando di matto, forse Louis ha solo deciso di non venire a lezione, forse ha avuto un contrattempo, ma non mi darò pace fino a quando non l'avrò trovato: ho bisogno di trovarlo, ho bisogno di sapere che sta bene.

Approfitto del fatto che le lezioni non siano ancora iniziate per sbirciare in ogni stanza, in ogni angolo, in ogni posto dove so che Louis potrebbe nascondersi per rimanere da solo, ma sembra non essere da nessuna parte. E sto già per rassegnarmi, per darmi da solo del pazzo  e dell'ossessivo, ma ogni pensiero lascia la mia mente quando a raggiungere il mio udito sono dei piccoli singhiozzi. Mi volto verso la loro direzione per capire chi sia l'artefice di questi lamenti, ma da questa distanza non riesco a scorgere nessuno. Il mio cuore, però, il mio cuore ha già capito.

Seguo il suono dei lamenti, raggiungo un piccolo corridoio, ed eccolo lì, l'altro mio piccolo pezzo di cuore.

Louis.

Louis, con la schiena premuta contro la parete, che piange lacrime amare tentando in ogni modo di non farsi sentire. Louis, vestito con degli abiti di due taglie più grandi per non mostrare al mondo quanto effettivamente sia magro, che si nasconde il viso con le mani perché si vergogna di far vedere al mondo quanto fragile sia. Louis, che in un solo secondo, mi spezza l'anima.

Reading You [Larry Stylinson]. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora