Chapter 1

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Gli studenti camminano frettolosi per i corridoi di questo vecchio istituto, ed io capisco di dover entrare in aula prima che suoni la campanella. Sono un professore di lettere ed insegno in questa facoltà da ormai un paio di anni; quest'ultima, fra l'altro, è cresciuta notevolmente di iscrizioni nell'ultimo anno,  e questo mi rende sempre particolarmente felice.

Sospiro mentre poso la cartella marrone sulla sedia posta accanto alla cattedra e porto indietro un ciuffo di capelli ricci cadutomi sugli occhi. La campanella suona e, come al solito, attendo che i miei alunni entrino ordinatamente dalla piccola porta beige dell'aula. Quest'ultima è particolarmente grande: i banchi sono in legno e sono tutti disposti in file lunghissime; i muri sono di un colore che sembra giallo ma è così leggero che neppure si vede, quasi; le finestre sono abbastanza grandi, consentendo così di illuminare bene l'ambiente e, infine, dietro la cattedra, sono state sistemate due grandi lavagne che io personalmente non ho mai utilizzato.

Il direttore dell'Istituto mi ha parlato di un nuovo iscritto alla facoltà di lettere, un certo Louis Tomlinson. Non vedo l'ora di conoscerlo.

Mi riscuoto dai miei pensieri solo quando noto ogni studente sedersi comodamente al loro posto. Mi alzo, allora, come sempre faccio il giro della cattedra e poso il bacino sulla superficie di quest'ultima. Mi accorgo subito di Louis,la nuova matricola: è seduto all'ultimo banco e indossa una felpa verde con il cappuccio che purtroppo ricopre tutto il suo viso.

«Non mi piace particolarmente quando le persone usano dei cappucci per nascondersi, ma visto che siamo solo al primo giorno, chiuderò un occhio» inizio, mentre mi avvicino alla fila di banchi dove Louis si è sistemato.
Non mi guarda.

«Benvenuti nella facoltà di lettere, comunque. Io sono il professor Styles, vi insegnerò letteratura inglese» dico, pratico. Tutti annuiscono, tranne Louis. Louis sembra star pensando ad altro.

Faccio un altro passo e, questa volta, mi sistemo al suo fianco. Non voglio intimorirlo, voglio solo cercare di capire perché sia così timido, perché sembra che abbia così tanta paura del mondo che lo circonda. 

«Come ti chiami?» gli chiedo, anche se so già il suo nome. Voglio solo sentirlo pronunciare dalle sue labbra, voglio solo conoscere il suono della sua voce.
Louis sembra tornare con i piedi per terra a quel punto; solleva lo sguardo e mette in mostra due bellissimi occhi azzurri capaci di far rabbrividire chiunque.

«Louis William Tomlinson» dice soltanto. Sembra avere la voce impastata e mi chiedo se magari stia poco bene, se non abbia dormito abbastanza.

«Cosa ti ha spinto a scegliere questa facoltà?» chiedo, e davvero non vorrei fargli un interrogatorio, ma ha attirato tutta la mia attenzione con i suoi modi di fare. Louis, in risposta, mi guarda di nuovo ed ora i suoi occhi  sono freddi come il ghiaccio.

«Era l'ultimo desiderio di mio padre» risponde, la sua voce s'incrina. Un brivido percorre la mia schiena. È strano come certe parole riescano a congelare il sangue nelle vene e a lasciarti lì, immobile, senza sapere più cosa dire.

Lo guardo abbassare di nuovo la testa e a estraniarsi nuovamente nel suo mondo avvolto dalla tristezza, così decido di tornare alla mia cattedra solo per iniziare la lezione. Non nego che abbia attirato tutta la mia attenzione.

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Hey! Ho deciso di revisionare questa storia, poiché mi sono resa conta che ci sono delle incongruenze e delle parti che non sono state approfondite come avrebbero dovuto.
Lo ripeto anche qui, così il messaggio è chiaro a tutti: questa fanfiction è nata su Wattpad, ma ho deciso di riportarla anche su EFP perché è desiderio di ogni scrittore emergente far conoscere il più possibile le proprie opere, e credo che sia giusto così.

Spero vi piaccia.

Twitter: @Demonpromise
Instagram: cliffordghost.

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