Capitolo 14

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Ethan's Pov.

La vedo entrare.
Molti sguardi vengono puntati su di lei, non sono sguardi curiosi, sono sguardi stupiti.
Indica il nostro tavolo ad Emily, un ultimo cenno e poi si dirige verso il tavolo di Markson: uno dei personaggi più pericolosi della Florida.
Qualche minuto dopo, escono insieme dal locale.
Perdo del tutto l'attenzione che prestavo al discorso dei ragazzi.
Intanto che aspetto il suo ritorno, mi ritrovo a pensare al suo braccio. Aveva una fascia rosa che le avvolgeva il braccio.
Era vestita di nero: pantaloni lunghi e una maglietta senza maniche che le lasciava scoperta la pancia.

Ancora assorto nei miei pensieri, noto alcuni ragazzi che si sono girati verso l'entrata. Allungo lo sguardo e la vedo mentre passa tra la gente a testa alta.
Nessuno la intimorisce.
Si ferma a parlare con uno dei ragazzi che l'hanno salutata e ogni tanto mi lancia qualche sguardo.
La osservo mentre si sta avvicinando e proprio in quel momento sento una pressione sulle mie labbra.
Provo ad allontanarmi, ma due braccia sottili si avvinghiano al mio collo.
Riesco con fatica a staccarmi dalla ragazza che mi ha infilato la lingua in bocca.
Amanda.
Cerco lo sguardo di Agatha.
Impassibile.

Flashback

Sono all'Addiction, seduto allo stesso tavolo con i miei amici mentre aspetto la mia ragazza.
Alcuni sguardi vengono puntati verso la porta.
Mi giro e la vedo percorrere a testa bassa tutto lo spazio che ci separa, arriva da me, le alzo il mento e la bacio.
Si siede sulle mie gambe e saluta tutti i ragazzi, i quali ricambiano.
Dopo un po', mentre parliamo, lei si alza e dice di andare a prendere qualcosa da bere.

Noto che non sta tornando così mi alzo in piedi, appena la vedo, osservo mentre si sta avvicinando e proprio in quel momento sento una pressione sulle mie labbra.
Provo ad allontanarmi, ma due braccia sottili si avvinghiano al mio collo.
Riesco con fatica a staccarmi dalla ragazza che mi ha infilato la lingua in bocca.
Amanda.
Cerco lo sguardo di Eli.
Odio. Delusione. Rabbia.

Fine flashback

Penso che sia delusione, il sentimento che più mi rappresenta in questo momento.
Mi illudo da solo.
Qualcuno se ne accorge, infatti mi richiamano, non faccio caso a chi esattamente, ma credo di sentire la voce di Matt.
Mando giù un bicchiere di vodka e cercando di distrarmi noto una cosa.. una cicatrice.. due.. tre.. tutte sulla sua pelle.
Cicatrici che velano la pelle sul suo corpo.
Alcune sembrano bruciature. Bruciature a forma di "P".

Agatha's Pov.

Entro nel locale illuminato da luci rosse e blu.
Mi guardo un po' in giro e noto molti dei ragazzi che frequentavo. Indico il tavolo dove si trovano Aaron e gli altri ad Emily ed io mi dirigo nella parte opposta, dove, come al solito, si trova tutto il gruppo di Markson. Arrivo davanti al loro tavolo, li guardo uno ad uno, a loro volta mi osservano, e poi dico, riferendomi al loro capo: "Non dovevi essere dentro?" Poi rido.
Mi guarda male poi mi chiede se mi va di andare fuori a parlare.
Accetto poi, insieme a lui, mi dirigo verso l'uscita.
Superati i bouncer prende dalla tasca posteriore dei pantaloni un pacchetto di sigarette e ne estrae una, porgendomene un'altra, che rifiuto.
Butta fuori una nuvola di fumo, poi dice: "Sei venuta per rubarmi il territorio?"
Nessuna traccia di cattiveria, nessun segno di interesse nella sua domanda.
Fa un'altro tiro, aspetto che espella tutto il fumo dai suoi polmoni e poi rispondo: "No, una semplice uscita tra amici."
Fa un cenno di intesa, dopodiché io entro.
Non so cosa lui abbia intenzione di fare, ma domani dirò ad Evans di questo incontro.
Per tutto il tragitto che mi separa dal tavolo dei miei 'amici', vengo guardata da ragazzi che ho conosciuto quando frequentavo questo posto.
Appena poco distante dal tavolo, e sotto gli occhi attenti di Ethan, Sam mi ferma e mi chiede se ho da scambiare.
Il suo sguardo deluso quando nego, è paragonabile allo sguardo di Matiss quando torno a casa e la mattina non lo avevo salutato.
Ho gli occhi di Ethan puntati addosso e, mentre mi libero del ragazzo dai capelli biondi e mi dirigo verso il tavolo, Amanda gli si para davanti e lo bacia.
Staranno insieme? Mah.
Appena riesce a staccarsela di dosso e mandarla via come una cagnolina, cerca una mia reazione. Con gli occhi, mi supplica di reagire.
Non lo farò. Lui non è niente per me. Non ci conosciamo e lui non mi conoscerà mai, non so perché continua a cercare il mio sguardo. Ad un certo punto si perde, si perde guardando i segni sulla mia pelle. Li osserva uno ad uno, sento i suoi occhi bruciarmi sul fianco e poi sempre più su, sulla spalla, il collo, poi scende e mi guarda il braccio fasciato.

Smetto di prestargli attenzione. Mi sta chiedendo troppe cose. Troppi frammenti tagliente del passato sono sulla mia pelle.

Guardo Farah che sta mandando giù bicchieri su bicchieri.. ma non doveva far ubriacare Frank? Lancio uno sguardo interrogativo a Georgia che mi supplica di non dire niente.
Mi alzo dal mio posto, senza aver ascoltato nemmeno una parola del loro discorso e prendo Farah per il braccio. Vengo seguita da otto paia di occhi attenti, fino a quando spariamo dalla loro visuale e ci rifugiamo nel bagno.
Inumidisco  un fazzoletto e con questo rinfresco il viso della ragazza di fronte a me.
Questione di un istante e vedo il suo viso sbiancare, come un riflesso incondizionato, prendo il cestino in cui c'erano i fazzoletti buttati e glielo porgo.

Dopo essersi svuotata, la accompagno al bancone, dove chiedo a Mikol: "Riesci a procurarmi un caffè amaro, in tempi record?" Lei mi guarda come se fossi pazza poi, quasi urlando mi dice: "Aspetta, arrivo subito." Poi sparisce in mezzo a tutta questa gente.
Nel giro di pochi minuti, Mikol torna con la tazzina di caffè in mano.
Farah lo beve e in qualche istante torna quella di prima.
Dietro di noi appare la figura di Frank che ci chiede se va tutto bene, ed io rispondo: "Credo che ha bevuto abbastanza per stasera, la accompagno a casa, perché non sta tanto bene, e poi torno se riesco." Con qualche lamento di sottofondo da parte di Farah, Frank dice: "Se vuoi la porto io, comunque a breve me ne sarei andato."
Accetto, altrimenti lei mi avrebbe uccisa il giorno seguente, e gliela consegno.

Dopo qualche raccomandazione, e sperando che la mia amica non combini guai, torno al tavolo dei ragazzi.

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