Agatha's Pov.
Si siede sul letto con uno sguardo fiero. Fiero di quello che ha ottenuto.
Crede di scoprire tutto così?
È vero, mi sento debole come non mai, sento di dover parlare, di dovermi sfogare, ma non credo di farcela a ricordare tutto, non sono mai riuscita ad ammettere tutto neanche a me, figurati a qualcun altro.
Mi avvicino anche io al letto, faccio il giro e mi siedo sulla metà del letto rimasta libera.
Lui mi guarda e non fiata.
Aspetta che sia io la prima a parlare.
Tiro dentro tutta l'aria che riesco.
Inspiro profondamente.
Sento l'aria pungermi i polmoni, dopodiché la rilascio.
Lo guardo e mi decido a parlare: "Non so come mai hai questa determinazione, ma per un po' ti accontenterò. Riparto dalla tua domanda. Non ho genitori, mio padre è morto quasi esattamente quattro anni fa per colpa di un tumore, era già divorziato da mia mamma che intanto si era già trovata un'altro: Peter." Mi fermo e lo guardo, ci sta ancora pensando su, mi guarda negli occhi e mi chiede se mi manca. Se mi manca?
Comincio a fissare un punto.
È un segno di penna sul bordo del letto.
Tutto sembra interessante, pur di evitare il suo sguardo.
Mi chiede un'altra cosa.
Mi chiede che fine ha fatto mia madre, mi chiede se ci penso mai a lei.
Lo ignoro.Non so perché se ne è uscito con questa domanda: “ci pensi mai a tua madre?”.
Ma che razza di domanda è?
Perché lei ci pensa mai a me?
Dato che non mi ha fatto nemmeno gli auguri di compleanno, direi di no.Mi dice di farle una sorpresa e andare da lei.
Eh certo e cosa dovrei dire alla donna che mi ha messo al mondo per poi ignorarmi?
Grazie "mamma" di non esserci mai stata, grazie di non avermi dato mai un abbraccio o qualsiasi gesto d'affetto.
Grazie per non essermi stata affianco in tutti questi anni di merda che ho passato.
Che ho passato grazie a te, oltretutto.Lei non sa niente di me, niente.
E nemmeno le interessa dato che non mi ha mai chiesto un bel niente.Eppure a quella domanda io avrei risposto: “sì, ci penso, tutti i giorni”.
Ci penso dalla mattina alla sera.
Ci penso a scuola quando qualche compagna parla della sua meravigliosa madre, che la tratta come una principessa, che l'accompagna a fare shopping e che passa interi pomeriggi con lei.
Ci penso quando vedo quelle classiche famiglie che sembrano perfette, quando vedo quei padri così affettuosi con le loro figlie e le madri fiere della famiglia che hanno.
E non potrete mai capire l'invidia che provo in quei momenti.
Quindi si Ethan, ci penso spesso a mia madre; quasi sempre.Lo guardo.
È ancora assorto nei suoi pensieri.
Ci penso bene per un po' e poi gli chiedo: "Verresti con me in Colorado?"
Mi guarda e senza pensarci più di tanto, risponde: "Beh per me va bene, ma non mi hai risposto prima, perciò ora mi dici il motivo?"
Gli sorrido e lo lascio con il dubbio.
Appena capisce che non gli risponderò mi dice: "Va bene, ho capito."
Poi dopo uno sbuffo, si stende accanto a me.Osservo tutti i suoi gesti e piano piano, con il dito sfiora tutte le zone con le cicatrici.
" Mi dirai mai cosa ti è successo?"
Non lo so nemmeno io.
Mi limito a fargli capire che non lo so, usando un gesto delle spalle.
Sorride.
Sorride e si addormenta lentamente accanto a me.
Guardo l'ora e sono le quattro passate.
Povero, l'ho tenuto sveglio tantissimo.Inizio ad accarezzargli i capelli.
È una cosa rilassante.
Si avvicina sempre di più a me, fino a quando non avvolge la mia vita con il suo braccio.Penso al discorso che ho fatto prima.
Lui sembra disposto ad accettarmi.
Ma quando scoprirà tutto, sarà ancora così?Mi addormento di lato, con una mano sul suo braccio, un'altra sopra la sua maglia e mille domande e dubbi in testa.
♑
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Brividi.
RomanceAvete presente le solite ragazze? Quelle vestite da Barbie, con il trucco e l'acconciatura sempre perfetta? Quelle con gli occhi azzurri, magre, brave in tutto e dolci? Beh, lei no, lei era l'opposto di tutto questo, ma lei era perfetta nella sua im...