capitolo 8: superstiti

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Beep Beep Beep!

La sveglia suonò fastidiosa e interruppe i sogni tranquilli di Tanya. La ragazza sbadigliò, diede una manata all'orologio e si strofinò gli occhi. Li aprì lentamente e si stiracchiò per bene. Davanti a lei c'era l'angelico viso di Thomas che dormiva beato con un sorriso dipinto su volto.
Rimase a guardarlo per qualche istante, poi un pensiero le sfiorò la mente, come una piuma sopra il pelo dell'acqua.

COSA CAZZO CI FACEVA THOMAS NEL SUO LETTO?!

Comincia gridare come una psicopatica e a tirare pugni e calci a casaccio. Il ragazzo si svegliò di soprassalto e sembrò per un attimo smarrito, poi realizzò che cosa stava succedendo e scese dal letto tutto imbarazzato.

- S-scusa Tanya, non l'ho fatto apposta, sono sonnambulo, mi spiace.

- non lo hai fatto apposta?! Io ti uccido... fuori da camera mia!

Gli tirò adosso un cuscino, che lo fece indietreggiare, facendolo sbattere contro l'armadio.

Sulla soglia comparve subito Peter in mutandoni e canotta, strofindosi gli occhi e sbadigliando.

- Che succede?

- Thomas si è messo a dormire insieme a me!

- Che pervertito.

Peter fece un espressione sorpresa e cadde come un sacco di patate per terra. Sopra di lui, agrappato alla sua schiena c'era Tim, ancora con gli occhi gonfi e rossi per il pianto della sera prima.

- Sc-scusate, sono inciampato.

Peter si alzò in fretta e ridacchiò, porgendogli una mano.

- Non ti preoccupare, tranquillo.

Tim si rialzò con l'aiuto di Peter e uscì dalla stanza, seguiti da Thomas che stava tutto ingobbito, a testa bassa per la vergogna.

Dopo aver fatto colazione tutti assieme ed essersi preparati con armi e vestiti, Tanya, Thomas, Charles e Adele salutarono i compagni e si incamminarono verso la scuola. L'edificio non era molto lontano, da dove si trovavano e nel giro di 15 minuti si trovarono davanti al vecchio liceo che da fuori sembrava quasi deserto.

Il cancello era stato tristemente lasciato aperto e le porte dell'atrio non era stata chiuse a chiave come dopo una normale giornata scolastica.

I 4 entrarono con cautela e notarono subito due tre zombie che giorovagavano per i corridoi.

Tanya si girò verso i compagni e bisbiglio piano all'orecchio di ognuno.

- Questi li schiviamo, andiamo prima verso la palestra.

Fecero i corridoi in punta di piedi e sbucarono in palestra, dove poterono finalmente prendere fiato. Non c'era nessuno, solo macchie di sangue secco ovunque.

Si sentì un forte sparo e tutti si girarono istintivente verso Adele, che aveva un espressione leggermente sorpresa.

-Ops...

Dal corridoio arrivarono correndo una decina di zombie che li asaltarono senza pietà. Professori, alunni, bidelli, compagni di classe: c'erano tutti all'appello e con meraviglia di Tanya pure la segretaria del preside, ancora con gli occhiali sul naso.

Poi ci fu un grosso tonfo. Era come sentire un t-rex arrivare: passi lenti e decisi, che ti facevano tremare dalla paura.

Un grosso zombie alto più di 2 metri si ergeva davanti all'entrata della palestra seguito da una cinquantina di altri zombie. Tanya spalancò gli occhi e per la prima volta una saetta di terrore le percorse la schiena.

-COS'È QUELLO?!

Tutti cominciarono a mirare verso quel grosso mostro, che oltre che alto era anche molto grasso e sembrava quasi deforme. Il grasso ammuffito copriva completamente gli occhi, ma era quasi come se ci vedesse benissimo.

Ad un tratto dalla folla comparì una ragazza minuta con una grossa accetta in mano. Aveva i capelli ricci corvino e gli occhi color ghiaccio e portava una giacchettina di pelle sporca di sangue e liquame verdognolo. Tanya la riconobbe quasi subito, si chiamava Elisabeth ed era una sua compagna di classe.

- Muovetevi, di qua.

Entrarono correndo negli spogliatoi e chiusero la porta dietro di loro.
Dentro c'era un intero accampamento di sopravvissuti.

Christopher e Amelia erano seduti in angolino, mano nella mano a guardare tristi i nuovi arrivati. Elisabeth prese posto vicino a Alison e Richard che avevano un aria triste e malinconica.

-Alison come va?

-Eli fa malissimo.

-Fammi vedere.

La ragazza girò leggermente la gamba e anche Tanya poté vedere l'enorme taglio che le apriva la gamba sinistra a metà. Tanya si avvicinò con cautela e guardo Richard che accarezzava lentamente i capelli biondissimi di Alison.

- Come se l'è procurato?

-stavamo correndo, verso l'uscita ed é inciampato su un oggetto di ferro che l'ha tagliata. L'ho portata in braccio con un po' di fatica fino a questo spogliatoio. Se non ci fossero stati loro però, probabilmente sarei morto anche io.

Elisabeth si alzò e incrociò le braccia. Guardò la porto che era in continua tensione e sospirò.

- Dobbiamo andarcene e in fretta. Manca veramente poco che sfondino la porta. C'è un unica via d'uscita: la finestra in bagno, è un po' alta ma ci posso arrivare tutti. L'unica cosa è... Alison... te la senti di scavalcare?

La biondina la guardò con uno sguardo di pura tristezza e diede un bacio a stampo alle labbra di Richard.

-Andate senza di me, vi prego!
Io ormai sono già morta voi potete scappare.

- No, no, NO! Io non ti lascerò mai sola, Alison! Preferisco morire insieme a te, piuttosto che vivere una vita senza la persona che amo.

Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime e con uno scatto abbracciò il fidanzato.

Gli altri cominciarono ad avanzare verso la finestrella e ad uno ad uno scavalcarla e atterrare sull'erba del giardino.

Adele prese per il gomito Tanya e la fisso negli occhi.

- Ma cosa facciamo, li lasciamo realmente là a morire?

- Se quello che vogliono è morire assieme, io non li biasimo. Si amano e hanno il diritto di farlo, per Richard non avrebbe avuto senso rimanere vivo se la parte migliore di sé stesso moriva con lei.

Tanya scavalcò a sua volta e risentì il venticello, muoverle dolcemente i capelli. Era una scena molto triste, ma lei doveva essere forte e vivere anche per loro.

Fece tempo a saltare giù Adele, che si sentì il rumore della porta spalancarsi e gli zombie entrare con i loro strani versi.

-rimani con me.

-sempre.

Boom Zombie / 1^ version (2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora