Capitolo 13: il ristorante

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Adele e Andrew fissavano l'entrata de ristorante pensierosi. La porta di vetro dell'entrata era macchiato di sangue scuro ed una finestra era completamente distrutta.

- sei sicura sia questo il posto?

-ti pare che non sappia dove lavora mia madre?

- chiedevo, scusa... mi sembra un po', diciamo... abbandonato.

- no, non lo è. Sono sicura che non lo è.

Adele avanzò verso il locale e protese un braccio per aprire la porta, ma Andrew lo afferrò e la guardo severo.

- Vado prima io, è più sicuro.

Adele scosse il braccio fino a strapparlo dalla presa del ragazzo e con foga gli tirò un ceffone sul viso.

- Senti, potrai anche essere carino, ma qui per me sei inutile, non dovresti nemmeno esserci tu qui con me. Questa è una mia questione personale, che sto condividendo con te, con uno sconosciuto che si crede chi sa chi. Visto che non sai nemmeno perché sei qui puoi almeno evitare di far finta di essere più bravo di chiunque altro?

Il ragazzo rimase un po' perplesso e sorpreso, poi si massaggiò la guancia e aprì la porta del ristorante.

- visto che sono un gran gentiluomo, farò quello che mademoiselle Adele mi chiederà di fare.

- sei proprio un idiota.

Adele entrò nel monolocale seguita da Andrew che richiuse la porta dietro di se. Sembrava come se un piccolo tornado fosse passato per il ristorante.  Un cadavere giaceva inerme sul pavimento con la faccia sbranata e alcune sedie erano cadute a terra. Per terra le macchie di sangue si mescolavano alle impronte di scarpe sul pavimento e di mani sporche sul muro. Il cibo era l'unica cosa che era rimasta lì ferma, per la maggior parte era sopra i tavolini, abbandonati.

Adele si avvicinò al cadavere e cominciò a studiarlo.

- strano che lui non si sia trasformato in zombie... probabilmente il virus attacca la parte più esposta del cervello e l'infetto che ha attaccato quest'uomo è andato a fondo.

Andrew si chinò vicino a lei e spostò la testa del non morto.

-Questo vuol dire che se colpiamo con una mazza da baseball sul punto giusto della testa di uno zombie c'è la possibilità che "smetta di funzionare"?

- in teoria si, il difficile sta nel fatto di sapere l'esatto punto dove colpire.

Adele tirò fuori un piccolo coltellino dalla tasca e lo porse ad Andrew.

- L'unico modo per cui tu potresti esssermi utile sarebbe fare un autopsia a questo cadavere. Falla solo alla testa, estrai il cervello... che schifo... e cerca di non rovinarlo.

- con piacere.

- Io intanto faccio un giro... mi fa un po' schifo la vista di un autopsia.

Adele cominciò a gironzolare per il locale, quando si accorse di una sagoma stesa a terra dietro il bancone. Si avvicinò lentamente e la sagoma prese piano piano forma.

Una ragazza dai capelli biondi raccolti in una coda era distesa per terra inerme. Era vestita da cameriera e portava ancora un braccialetto d'oro al polso, segno che nessun vandalo era passato in quella zona. La faccia era rivolta verso il muro e Adele non riusciva a vederla. Ormai le mancavano pochi centimetri per toccarla, si chinò e notò che il torace si muoveva leggermente.

- Stacy!

La ragazza si tirò su con uno scatto fulmineo e guardò Adele negli occhi, mentre con un movimento di mascella innaturale emetteva uno strano mugolio. Il viso di Stacy era completamente squartato, gli mancavano palpebre e labbra e la pelle del naso e delle guance cadeva a pezzi per terra.

Avanzò a gattoni verso Adele mentre lei, che era caduta all'indietro per lo spavento, indietreggiava verso il muro. Cercava intanto la pistola che aveva preso da sotto il letto di Peter e di Tim, ma si rese conto di averla appoggiata pochi minuti prima sopra al bancone, mentre cercava di capire chi fosse la persona distesa a terra.

Si sentì uno sparo e il corpo di Stacy si ridistese sul pavimento, che si sporcò di sangue scuro.

Andrew si rimise la pistola in tasca, aiutò Adele a rialzarsi e con l'altra mano le porse il cervello estratto e riposto in due tre giornali presi da un tavolo in fondo al monolocale.

- Grazie di avermi salvato la vita.

-modestamente.

- non riesci ad essere serio nemmeno quando ti ringrazio?

- sono simpatico, bello e forte. Non si può sprecare una persona così favolosa per farla rimanere seria...

-narcisista del cazzo.

La ragazza di giro verso l'uscita e si fermò ad ammirare la quantità di zombie che cominciavano a girare per le strade.

-stanno cominciando ad essere veramente tanti... sono ovunque guarda.

- ...quindici, sedici...venticinque... sono quarantadue solo davanti al ristorante, non dobbiamo fare rumore se no attireremo l'attenzione.

- Andiamo a vedere se c'è qualcuno nelle cucine e poi vendiamo sei riusciamo a controllare anche il cortiletto.

Entrarono nelle cucine e notarono che il caos non era cambiato. Cibo e sangue erano ovunque e i forni era lasciati mezzi aperti, alcuni ancora accesi.  Un piccolo forno a microonde era appoggiato in bilico sul tavolo da lavoro.

-stai attenta.

Il ragazzo passo senza fare rumore e andò verso la porta che mandava sul cortile. Adele rimase un po' a guardare i banconi poi cercò di raggiungere Andrew, inciampando su un grosso cavo nero. Il cavo fece cadere anche il microonde e alcune pentole appoggiate sopra e vicino ad esso. Fece un gran rumore e alcuni piatti si ruppero sul pavimento.  

Andrew corse nella sua direzione la prese per un braccio e uscì con la testa dalla porta che portava alla sala principale. Tutti gli zombie si stavano dirigendo verso il locale e tanti  cominciavano a sbucare da vie laterali e  ad unirsi al gruppo. I primi si spiaccicarono sulla vetrata e cominciarono a spingere cercando di romperla.

Andrew corse in centro sala e comincio a spostare un tavolo verso la porta di entrata. Adele cominciò ad aiutarlo mentre sempre più zombie si aggiungevano e, vedendoli, a spingere sempre più forte. La vetrata principale cominciava piano piano a creparsi. I ragazzi ormai avevano spostato quasi tutti i mobili presenti nella stanza ma le finestre cominciavano a cedere.

- Merda- dissero entrambi.

Boom Zombie / 1^ version (2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora