Capitolo 7: Io so!

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La domanda di Caleb mi spiazzò non sapevo cosa rispondere, e l'agitazione cominciò a salire in me, tanto che sciolsi l'abbraccio. Mi alzo e comincio a fare avanti e indietro, dal salotto alla cucina e viceversa. <<Cosa avrei dovuto dovuto rispondergli?>>, non lo sapevo di certo. Ci conoscevamo relativamente da troppo poco, e il primo bacio era stato qualche minuto prima. Non ero sicura di ciò che provavo per lui, o meglio sapevo di essere attratta da lui e sapevo che con lui stavo bene,  ma non sapevo se fino a questo punto.
"Helen?", mi chiama, ma io non rispondo e continuo a camminare, con la coda dell'occhio noto che si alza e mi viene incontro bloccandomi per le braccia, cerco di divincolarmi ma non ci riesco così alla fine mi arrendo e mi lascio andare abbassando lo sguardo.
"Helen?", mi chiama ancora. "Helen guardami!", esclama, ma continuo a tenere lo sguardo basso. Vedendo che non lo ascolto, dopo poco, vedo che alza una mano e la avvicina al mio volto fino a posarla sotto il mio mento per farmi alzare il viso, non oppongo resistenza, ma quando comincio ad intravedere il suo viso chiudo gli occhi, non riuscendo a guardarlo in quanto mi vergognavo troppo.
"Helen? Va tutto bene, forse ho corso un po' troppo... Ma sentivo di potertelo dire senza pentirmi, così l'ho fatto", mi dice, ascolto a fondo le sue parole per assorbirle e per cercare di capire se dice la verità o no, ma sapevo che, l'unico modo, per saperlo davvero sarebbe stato scrutare i suoi occhi, quando decido di aprirli li punto direttamente nei suoi. Il suo sguardo mi colpisce particolarmente, perché è limpido, e ciò mi fa capire la profondità del suo sentimento nei miei confronti.
"Sì", lo dico senza rendermene nemmeno conto.
"Non era una domanda la mia, ma un'affermazione", cerca di chiarirmi le idee, senza sapere che sapevo benissimo a cosa stavo dicendo di sì.
"Lo so, infatti era riferito a ciò che mi hai chiesto prima", dico, per poi fare un sorriso felice, forse sarà uno sbaglio perché ancora sappiamo poco l'una dell'altro, ma ho voglia di buttarmi, di provare, volevo finalmente vivere la mia vita da protagonista e non più da semplicemente spettatore.
"Allora...?", comincia a chiedere non capendo di cosa stessi parlando, finché il suo volto si ammorbidisce e risponde al mio sorriso. Questo mi fa capire che lui ha compreso il mio sì. Per suggellare il tutto, decisi di alzarmi in punta di piedi e lo baciai teneramente sulle labbra. Inizialmente i nostri sono piccoli bacetti a stampo, finché non perdiamo un po' del nostro autocontrollo, le mie mani cominciarono a vagare su di lui, partendo dai fianchi per poi salire al petto, poi alle spalle larghe e per ultimo le mie mani cominciarono a vagare sul suo viso fino a finire fra i suoi capelli, glieli tirai leggermente e lui si staccò da me per un po' per lasciarmi la possibilità di respirare un minuto, poi ricominciò a baciarmi e la sua lingua sbucò dalle labbra per poter lambire le mie, automaticamente dischiusi anche io le labbra e lui entrò, appena le nostre lingue entrarono in contatto, mi sentii sciogliere e sentii il controllo abbandonarmi completamente.
Da essere in piedi ci ritrovammo stesi sul divano, Caleb mi sovrastava ma non mi pesava addosso, anzi stava molto attento a non schiacciarmi. Appena si staccò di nuovo, cominciò a puntellarsi su di un gomito per poter utilizzare liberamente l'altra mano, accarezzandomi il viso.
"Sei bellissima, anche con le lavbra gonfie", mi dice continuando a guardarmi le labbra. Ridacchiai come una scema, al sentirmi scoppiò a ridere anche lui. Si alzò e mi tirò su con lui, mi fece sedere di nuovo sulle sue gambe. Quando l'eccesso di riso si fermò ci guardammo e cominciò a sistemarmi i capelli.
"Sono molto scompigliati?", chiedo timida.
"Un po' ma sei sexy", ribatto.
"Non esagerare", dico dandogli una piccola pacca sulla spalla.
"Non esagero è la verità!".
"Grazie".
"Non devi ringraziarmi", appena finì di parlare si rabbuió, come se un brutto pensiero lo avesse colpito in quel momento.
"Cosa succede?", domando.
"Comincio ad essere tardi...", mentre parla mi soffermo ad osservare il suo viso e solo in quel momento mi accorgo che i suoi occhi sono cerchiati dalle occhiaie e il suo viso è molto tirato, sembrava davvero stanco.
"Sì, hai ragione", dico dandogli un bacio all'angolo della bocca. Mi alzai da sopra alle sue gambe e allungati una mano verso di lui in modo tale che si alzasse anche lui, ma quello che fece invece fu prendere la mia mano e tirarmi verso di lui, in modo tale da cadergli di nuovo addosso.
"Un'altra mi avrebbe cacciato se all'improvviso gli avessi detto una cosa del genere, quale fortuna ho avuto per averti incontrata?", mi chiede guardandomi dritto negl'occhi.
"La tua è caparbietà vista la fortuna, hai saputo cogliere l'attimo... Comunque lo vedo che sei stanco, quindi non posso proprio arrabbiarmi", gli rispondo.
"Grazie Helen", dopo avermi ringraziato catturò di nuovo il mio viso e lo avvicinò al suo, per potermi baciare ancora e ancora, facendo esplodere la passione in me, e fu così che per la seconda volta, nel giro di pochi minuti, mi ritrovai stesa sotto Caleb; se prima ero stata io ad esplorare lui, ora era lui ad esplorare me, sentivo la sua mano, che partendo dal mio ginocchio piegato, per consentirgli più spazio, cominciò a salire lungo la coscia per arrivare al fianco e risalire lungo il mio corpo. I brividi cominciarono ad attraversarmi e per istinto cominciai a muovermi spasmodicamente sotto di lui, appena le nostre bocche si allontanarono, lui scese sul mio collo, io mi inarcai e gemetti, finché lui si fermò con la bocca vicino al mio collo, riuscivo a  percepire il suo respiro accelerato. Non sapevo perché si fosse fermato ma ora che l'eccitazione cominciava a svanire, la paura prese il suo posto.
"Non avere paura Helen", mi bisbigliò all'orecchio.
"Allora non farlo", gli dissi. D'improvviso alzò la testa e mi guardò negl'occhi.
"Cosa non devo fare?".
"Non mordermi!", esclamai, e fu a quel punto che una lacrima uscì e cominciò a scendere piano lungo il mio viso. Caleb si alzò di scatto e cominciò a girare in tondo per il salotto. "Da quanto lo sai?".
"Non ne ero certa, ma ora, vista la tua reazione, ne ho avuto la conferma", si fermò a guardarmi...
"Mi sono fregato da solo?", mi chiese dopo avermi guardato a lungo. Dopo che lui si era allontanato avevo cominciato a sentirmi meglio, la sensazione di essere in trappola era sparita. Dopo essermi asciugata il viso decisi di rispondergli. "Dopo che mi salvasti da Kyle, non ricordavo esattamente cos'era successo, ma ero consapevole che qualcosa quella sera mi aveva spaventata ed era per questo che la mia mente aveva creato un blocco, però ricordavo Kyle che voleva farmi del male, quindi lo spavento dovevo averlo preso dopo. La sera dopo l'aggressione, decisi di guardare Nosferatu, un film su di un vampiro che avevo già visto altre volte, non riuscii a guardarlo tutto perché i ricordi che il mio subconscio aveva bloccato, stavano cercando di tornare a galla, e questo mi provocò un gran mal di testa, così spensi e andai a dormire, inizialmente ciò che sognai credevo fosse condizionato dal film, ma solo poi mi resi conto che ciò che avevo sognato poteva essere la realtà, ed ora ne ho avuto la conferma".
"Perché allora mi hai lasciato entrare dentro casa tua? Perché hai accettato di essere la mia ragazza? Perché mi hai fatto avvicinare così tanto a te?".
"Perché mi fido di te. Avresti potuto farmi del male in quel vicolo, invece non lo hai fatto, mi hai avvicinato per farti conoscere e darmi la possibilità di farmi conoscere, ecco perché".
"Cosa ti fa credere che questo non sia stato il mio piano fin dall'inizio?", alle sue parole mi bloccai, non mi ero mai posta questa domanda, <<Cosa mi faceva credere che lui non avesse organizzato il tutto fin dall'inizio?>>.
"Perché sono convinta che se il tuo intento fosse stato solo quello di farmi del male lo avresti già fatto, anche prima quando ti sei avvicinato al mio collo ti sei fermato, e quando hai percepito la mia paura ti sei spostato, e hai cercato di tranquillizzarmi, e in ultimo se volessi farmi del male, tutta questa conversazione non ci sarebbe stata", dopo aver finito di parlare mi avvicinai a lui per prendergli la mano e fargliela appoggiare sul mio petto, per fargli sentire il battito regolare del mio cuore, non ero spaventata da lui. "Non ho paura di te!".
"Però prima sì", mi disse spostando la mano e voltandosi.
"Avevo percepito la battaglia interiore che ti stava tormentando, e questo mi aveva spaventata, perché credevo che avresti agito d'istinto".
"Agisco sempre d'istinto quando sono con te, ma devo anche trattenermi parecchio se non voglio farti del male".
Restammo distanti finché Caleb non decise di girarsi per potermi guardare.
"Hai bisogno di nutrirti?", chiesi all'improvviso.
"Sì!".
"Vuoi ancora mordermi?".
"Sì!".
"Perché non lo vuoi fare?".
"Perché per me non sei cibo!".
"Volevi farlo?".
"Sì".
"All'inizio quando ci siamo conosciuti, volevi farlo?".
"Sì".
"Cosa ti ha fatto cambiare idea?".
"Tu!".
"Io?".
"Sì, tu!".
"Perché?".
"Conoscendoti ho capito che non avrei mai potuto farti del male, sei la persona che ho sempre aspettato... Io non potevo!".
"Hai mai fatto del male a qualcuno?", ero sempre più curiosa di sapere qualcosa di lui.
"I primi tempi sì, non sapevo controllarmi, poi ho imparato grazie ad un mio caro amico".
"Come si chiama?".
"William".
"Anche lui è come te?".
"È un vampiro anche lui, sì".
"No, intendevo se anche lui non fa del male alle persone per nutrirsi?", alla mia domanda Caleb spalanca leggermente gli occhi, e prima di rispondermi ci mette un po'.
"No, lui non è esattamente come me, è volubile, in base alla preda che sceglie decide come comportarsi", potevo aspettarmi di tutto ma non questo.
"La vita è sacra, dovrebbe fare diversamente, se tu riesci a controllarti e te lo ha insegnato lui, vuol dire che anche lui può farlo, quindi dovrebbe farlo a prescindere".
"Non è così facile come credi".

Drin. Drin.

Veniamo interrotti dalla suoneria del cellulare di Caleb, che tira fuori il telefono per vedere chi è, e dopo averci pensato un po' decide di lasciar perdere.
"Ora devo andare...", se ne va senza salutarmi, lasciandosi sola con i miei mille pensieri.

Spazio autrice.

Ciao a tutti, scusatemi per il mega ritardo nel pubblicare... Ma ho avuto una settimana davvero impegnativa.

Finalmente si viene a scoprire la verità su Caleb e tra poco conosceremo William. Sappiate che Sarah non è sparita anzi farà presto ritorno per mettere ancora a soqquadro la vita di Helen.

Ci vediamo con il prossimo capitolo... Ciao ciao e buona notte.

Un nuovo inizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora