Apro lentamente e faticosamente gli occhi, come se su di essi ci fossero dei macigni.
Vedo solo delle pareti sporche.
In una di esse vi è una piccola finestra con delle sbarre, da cui entrano dei raggi solari.
Io sono sdraiata su un letto duro.
Sembra essere poggiato su un pezzo di legno.
Mi metto a sedere subitaneamente e questo movimento mi provoca una fitta alla testa.
Dove sono?
Ricordo solo della siringa.
Vado alla porta e tento di aprirla, ma è chiusa a chiave.
"Aprite!" urlo, sbattendo i pugni contro il muro.
Mi allontano e sto per prendere la rincorsa, per sfondare la porta, quando essa viene spalancata.
Entra un uomo sulla trentina, mulatto, con i capelli castani.
"Guarda chi si è svegliata" dice, ridendo.
"Chi sei?" chiedo.
Lui non risponde, continua a ridere.
"CHI SEI?" urlo, adesso.
Non so se sono più disperata o arrabbiata, forse l'ultima.
"Non ti interessa chi io sia"
"Tu sai chi sono io. E scommetto che a quest'ora mio padre e mio suocero stanno scatenando l'inferno. Non vorrei essere nei tuoi panni" tento di mantenere un tono di voce serio e minaccioso, ma sto male.
La mia testa sembra stia per esplodere, il caldo mi sta uccidendo.
"C'è chi se ne sta occupando, a Palazzo. Le minacce sono inutili"
"Cosa volete da me?"
"Presto lo saprai"
Prima che l'uomo esca dalla stanza, mi ricordo di qualcosa.
Julian mi aveva detto di stare attenta. Anzi, di andarmene.
"I Pewy" sussurro.
Quell'uomo si volta, di nuovo.
"Mi hanno rapito loro" continuo, guardandolo negli occhi.
Lui sorride ed esce, chiudendo piano la porta.Ormai sta diventando buio e il freddo sta pian piano penetrando nella stanza.
Poco dopo l'entrata di quell'uomo mi è stato dato un vassoio con un pane e acqua, ma non l'ho toccato.
Da ore continuo a cercare qualcosa, un chiodo, un pezzo di legno, che mi permetta di uscire da questa stanza.
Ormai so cos'è successo e so cosa aspettarmi: i Pewj mi hanno rapita, mi hanno portata in questa casa nel deserto.
Presto arriverà uno di loro, forse Julian, per propormi un accordo.
Spero vivamente che non sia lui, poiché lo ritenevo un semplice messaggero.
In altre circostanze l'avrei ritenuto simpatico, anche.
E poi mi ha avvertito, quindi forse lui non approva tutto ciò.
Ho pensato alla reazione della mia famiglia, di Zayn, di come stiano freneticamente cercando di trovarmi.
Ma il mio rapitore è lì, accanto a loro, intento a fingere di aiutarli.
Tiro un pugno contro il muro, tentando di trattenere le lacrime.
"Non piangere, non piangere, non piangere" sussurro, come un mantra.Una, forse due ore dopo, nella stanza entra il consigliere Pewj, portando un vassoio, con una porzione di pasta e acqua.
Lo posa nel tavolo dove è posato il vassoio di prima.
"Vedo che non hai toccato cibo" sussurra, sedendosi nell'unica sedia presente nella stanza.
"Scommetto che sta mettendo su una bella farsa, a Palazzo. Scommetto che starà deviando le ricerche, così che non possano trovarmi" ribatto, guardandolo negli occhi.
Lui ride. "Per essere una principessa hai un bel caratterino"
"Lo stereotipo sulle principesse pacate e silenziose è vecchio di secoli, si aggiorni. E mi dia del lei"
"Non sei nella posizione di darmi degli ordini"
"Lo so. Ma una bestia come lei non è neanche degna di guardarmi, figuriamoci rivolgersi direttamente a me"
Lui sogghigna. "Non credo tu sia nella posizione di umiliarmi"
Continuo a guardarlo, seria.
"Sa, Elena, io sono disposto a tutto per la mia famiglia e per accrescerla. E il matrimonio con Zayn ci darebbe molto, molto più potere"
"Mi dica qualcosa che non so" ribatto.
Sono stanca di guardarlo, mi disgusta.
Voglio che arrivi al punto e se ne vada.
"Deve lasciare Zayn. Annullare il matrimonio"
"Altrimenti?"
"Altrimenti il suo cadavere tra sette giorni si troverà tra le braccia di Zayn"
"Siamo arrivati alla minaccia di morte, eh?"
"Ha sette giorni"
Si alza, apre la porta e la chiude."Non credo di aver mai visto una persona non mangiare per due giorni" il mio rapitore, l'uomo che ho visto in questo posto per la prima volta, è seduto di fronte a me, mentre mastica un pezzo di pane.
"In effetti, hai un aspetto sciupato. Bevi almeno?"
Non rispondo, lo guardo solo negli occhi.
"Sono passati due giorni e non hai ancora tentato di corrompermi, tutti gli altri lo fanno"
"Ah, sei specializzato in rapimenti?"
Fa le spallucce. "Mi pagano bene"
"Non tenterò di corromperti, perché neanche una quantità immensa di denaro potrebbe renderti un uomo migliore. Sei solo un piccolo uomo, insulso e inutile" dico, guardandolo sempre negli occhi.
Lui si alza e racchiude la sua mano intorno al mio collo, stringendolo.
"Siamo in vena di provocazioni, eh? Il tempo non è scaduto, ma ciò non vuol dire che non ti possa fare male" sibila, tirando fuori un coltello e avvicinandolo al mio braccio.
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Reign || Zayn Malik
Storie d'amoreIn un mondo in cui non vi è democrazia, i reali detengono ancora il potere. Seguiremo le vicende di Elena, principessa di Francia e d'Italia che farà di tutto per essere libera.