Erano le 17:30, aveva finito di dare ripetizioni. Stava tornando a casa. Era buio.
Ripensò per un momento a quello che era successo un'ora prima. Scosse la testa, non era nulla, solo la sua immaginazione.
Era a casa finalmente e sua sorella la aspettava in salotto. Aveva preparato i pop corn e tirato fuori i film che preferivano entrambe; The Maze runner, l'intera saga di Harry Potter, The Best Offer, L'enigmista, the Dead Poets Society, Lucy e molti altri.
Si accomodarono in divano con una coperta enorme e decisero di guardare "the dead poets society" , un film con Robin William, drammatico ma stupendo.
Parlarono un po' durante la visione del film.
-"Allora a ripetizioni?" chiese sua sorella.
-"Tutto bene, solito...oggi gli ho spiegato il be going to, spero si impegni di più...non ha voglia di studiare quel ragazzo, è un peccato perché se vuole sa essere molto bravo!"
Arianne fece spallucce, e corse a cercare il gatto. Le piaceva tanto coccolarlo mentre guardava un film. -"Richaaaaard! Psss!" e in meno che non si dica l'animale era con lei, comodo sul divano.
Guardavano il film commentando qualcosa come la bravura degli attori o cosa voleva trasmettere agli spettatori.
Erano sorelle sì, ma il loro legame era qualcosa di forte che andava oltre il sangue. Erano l'una per l'altra amica, dottore, insegnante, cuoco, insomma andavano molto d'accordo e si appoggiavano a vicenda sempre, in ogni situazione.
Ma Veronica quel pomeriggio non disse nulla di ciò che le era accaduto.
Sentì bussare alla porta, era suo padre che tornava da lavoro.
-"Ciao tesoro, come state?"
-"Tutto bene, stavamo guardando un film."
Suo padre lavorava sempre, a volte andava anche fuori città per settimane. Era un imprenditore, ed era quasi sempre impegnato per questo quando era a casa dedicava alle ragazze e alla moglie tutto il tempo che aveva a disposizione. Quella sera si recarono al loro ristorante preferito e come ogni serata fuori, si divertirono parecchio, parlarono, mangiarono cibo tipico, e Veronica non disse nulla, si era ormai convinta che non c'era motivo per preoccuparsi, e, forse così era. Forse.Tornarono a casa tardi, ma ne era valsa la pena. I loro volti seppur stanchi erano felici. Erano la classica famiglia benestante che non aveva alcun tipo di problema.
Andarono tutti a dormire. Tutti tranne Veronica, lei non riusciva a chiudere occhio.
Si addormentò dopo qualche ora. Fece un sonno irrequieto, girava da una parte all'altra, per pochi secondi, in piena notte, aprì gli occhi; vide un'ombra. Li chiuse. Sobbalzò subito. Si alzò in piedi e camminò velocemente verso la finestra dove le era apparso di vedere qualcosa. Spostò lievemente la tenda. Non c'era nessuno. Tornò a letto ma non chiuse occhio. Stava guardando il soffitto e i pensieri fuoriuscivano come la lava di un vulcano. Pensava. Cosa le stava succedendo? Chi la stava seguendo? Non ne era sicura ma le sue sensazioni erano forti. Aspettò il mattino.Erano le sei, si alzò dal letto. Non sentiva le gambe, era stanca, ma comunque quello era un nuovo giorno e sarebbe andata a lavoro in qualsiasi condizione.
Lavorava da Bershka, da circa un anno, le piaceva moltissimo come lavoro perché nonostante si vestisse in maniera semplice aveva sempre buon gusto e buon occhio per gli altri. Era felice quando poteva aiutare qualcuno, anche semplicemente nel vestire.
Arrivò a lavoro che erano le otto, e, iniziò subito ad impegnarsi piegando alcuni capi che successivamente avrebbe ordinato per colore negli scaffali. Maya che aveva qualche anno in più di lei e che l'aveva aiutata ad ambientarsi in quel luogo dall'inizio, notò il viso di Veronica, vedeva che qualcosa non andava e provò a parlarle.
-"Hei! Come stai oggi?"
-"Si vede tanto che non sto bene?"
-"Chi non ti conosce pensa sicuramente che stai bene e che sei bellissima, ma non io.." guardò Veronica incitandola a parlare del suo malessere.
-"Non ho nulla, semplicemente non ho dormito bene stanotte"
-"Più tardi andiamo a prendere un caffè al bar qui vicino e poi quando torni a casa ti prendi una camomilla e ti metti subito a letto. So cosa vuol dire non riposare bene." sorrise.
Veronica si limitò ad annuire e sorridere. O almeno ci provava.Il tempo passava lentamente quel giorno, le persone in negozio entravano, compravano ed uscivano e Veronica era lì apparentemente stanca. Ma era solo preoccupata, per quanto provava a togliersi quel pensiero dalla testa più le sembrava che chiunque intorno a lei poteva essere la persona che le aveva mandato quei messaggi.
-" Ciao, posso chiederti una cosa?" si avvicinò un ragazzo.
-"Hei!?" cercò di attirare l'attenzione di Veronica che era immersa nei pensieri. Ma nulla. Allora si piazzò davanti a lei e sventolò alcune magliette che aveva in mano.
-"Stai attento! In cosa posso esserti utile?" chiese Veronica.
-"Volevo sapere se avete altre taglie di questa..BELLA ADDORMENTATA" le mostrò la maglia e rise.
-"No, mi spiace." rispose fredda lei.
-"Sei sicura? Mi basterebbe una taglia più grande sai!"
-" Sì, sono sicura. Lavoro qui, sai com'è?!" disse Veronica con tono ironico.
Si fermò a guardare quel ragazzo tanto simpatico ma al momento sbagliato e rimase perplessa. L'aveva già visto da qualche parte.
-"Ti conosco?" chiese lei al ragazzo.
-"Non credo, io ti conosco?"
Adesso si ricordava dove lo aveva visto. Il giorno prima era dal tabaccaio e poi successivamente in pasticceria.
-"Ti ho visto ieri in pasticceria, mi guardavi ricordi?"
-"Cosa? Chi te l'ha detto?" il ragazzo divenne rosso.
-"Non hai negato ah! Beh ho le mie fonti. Ora però devo tornare al lavoro."
Veronica fece per andare via ma il ragazzo la fermò.
-"Dimmi almeno il tuo nome."
La ragazza lo guardò per un ultima volta e si voltò andando via senza rivolgergli la parola.Non era da Veronica comportarsi così ma in quel momento non si sentiva al sicuro, soprattutto parlando con una persona che aveva incontrato in tre posti, nel giro di 24 ore.
Finì il suo turno e non vedeva l'ora di andare a casa, buttarsi e dormire fino al giorno seguente. Infatti arrivata a casa, fece una doccia e si sdraiò in divano con una coperta e accese la televisione.
Davano una delle sue serie TV preferite Doctor Who. Un signore del tempo, che, con la sua macchina del tempo (battezzata con il nome di Tardis) viaggiava in ere, epoche, anni e tempi passati e futuri. Le piaceva molto ma pian piano i suoi occhi si fecero pesanti, sentiva che si stava abbandonando al piacere del sonno. Prima di addormentarsi del tutto però, i suoi pensieri si fermarono su ciò che le era accaduto qualche ora prima. Il ragazzo che tanto simpatico sembrava poteva benissimo essere la persona che le mandava quei messaggi e che l'aveva seguita, o forse, tornò di nuovo a pensare che il senso di essere seguita era solo una sua idea. Era troppo stanca per pensare. Si addormentò.
Era quasi sera, sua sorella era appena tornata a casa da scuola, aveva rientro. Vide Veronica dormire e si avvicinò piano per darle un bacio sulla fronte. Si chinò, nel momento in cui le sue labbra sfiorarono la sorella, quest'ultima si alzò di scatto e urlò: "No!"
Sua sorella si spaventò, le disse di stare calma e che non voleva spaventarla. Veronica la guardò, la abbracciò e le chiese scusa.
Sua madre dalla cucina corse in salotto, e guardando le ragazze chiese: "Tutto bene? Chi ha urlato?"
-"Sono stata io, Arianne mi ha spaventata, stavo dormendo...nulla di grave."
-"Le volevo dare un bacio, ma si è terrorizzata!" e girandosi verso la sorella le chiese: "Stavi avendo un incubo?"
Veronica sorrise dicendo: "Sì...era solo un incubo, che non ricordo nemmeno"
Ma sappiamo che non era così, quello che aveva provocato tale urlo era la paura.
Era ora di cena, sua madre aveva preparato il minestrone, uno dei piatti che le loro figlie preferivano ma quella sera Veronica non aveva molto appetito e ne mangiò un paio di cucchiai forse quattro.
-"Sono molto stanca, vado a letto." e fece per alzarsi. Ma sua madre la fermò subito dicendole: "se c'é altro ce lo puoi dire tranquillamente amore...", una madre capisce benissimo il proprio figlio e ovviamente era preoccupata dell'atteggiamento di Veronica, era sempre una ragazza solare, sorridente e che amava ascoltare e raccontare. Ma quel giorno era diverso. Veronica era spenta, intimorita.
-"Mamma va tutto bene, ho solo bisogno di dormire" si limitò a dire e alzandosi si diresse verso camera sua. Si buttò sul letto. Dormì tranquilla.
STAI LEGGENDO
Non Muoverti
Mystery / Thriller"Non muoverti", lo stesso messaggio per la seconda volta in un giorno, nel giro di quattro ore. -"Scusami, ma chi sei?" rispose e subito dopo averlo mandato sentì la suoneria di un cellulare che riceveva un messaggio. Rimase pietrificata. Era ferma.