L'uomo era in piedi, il viso coperto da un passamontagna, una felpa nera e il cappuccio che copriva il resto della testa. Veronica sentiva che quell'essere era divertito nel vederla terrorizzata, cercò di calmarsi, provò a pensare. Nulla. Niente, non riusciva a formulare un pensiero che non fosse quello di ribrezzo e paura.
"Bu''
Veronica tremò, nel sentire la sua voce.
-"Vieni fuori da sola o devo rompere il vetro di questa stupenda auto? Non credo il tuo fidanzatino sarà felice, già ho messo le mani, oh scusa è meglio se dico il corpo, sul parabrezza...se la tocco di nuovo si arrabbia davvero." scosse la testa più volte. Veronica era paralizzata.
-"Allora?! La vedi questa mazza? Di sicuro non la uso per giocare a baseball. Dai scendi, non voglio farti del male" provò ad aprire la porta ma era bloccata, Veronica si mosse e andò dalla parte del guidatore e tentò di accendere la macchina, nulla. Lo stalker raggiunse il lato dove si trovava la ragazza e fece cenno di uscire. Veronica prese coraggio ed uscì dall'auto.
-"N..non farci del male, t...ti prego."
-"Mh, sbagliato. Sei così bella ora che ti vedo, ma non capisco proprio come hai fatto a scegliere questo idiota! Veronica tu meriti di meglio, lo sai?!"
Lei rabbrividí a sentire il suo nome uscire da quella bocca. Non lo guardava nemmeno, tremava per la paura e per il freddo. Voleva solo andare a vedere se Elijah stava bene, anzi, voleva che nulla di tutto quello che era accaduto fosse reale. Ma non era così.
-"Tu ed il tuo amichetto idiota venite con me, senza fare storie. Oh aspetta! Lui non ne farà e tu?"
Silenzio.
-"E TU?!" alzò il tono di voce rendendola aggressiva.
Veronica si limitò a fare cenno di no con la testa.
-"Molto bene, allora seguimi, ho tante cose da mostrarti, spero il giovane qui si svegli. Infondo non deve perdersi quest'indimenticabile serata con te."
L'uomo prese Elijah sulle spalle e trascinò Veronica per il braccio fino alla sua auto che si trovava all'angolo di una delle strade frequentate da tossici e alcolizzati. Una jeep Renegade nera, più che nuova, senza graffi o segni. Sembrava appena acquistata.
-"Siediti pure dietro con il tuo amato, dovreste passare più tempo insieme" la sua voce orribile, i suoi discorsi da persona insana, fecero fare a Veronica un smorfia tra l'odio e paura, che, ormai l'accompagnavano da settimane. Mentre saliva tra sé e sé pensava a chi potesse essere quello che si nascondeva sotto un cappuccio e un passamontagna?!
-"Mh, stai attenta! Ora te lo lancio." disse con tono perfettamente spregevole buttandole addosso il ragazzo come se fosse uno straccio.
-"Elijah, ti prego riprenditi dobbiamo scappare. Ehi!" la ragazza gli parlò all'orecchio e lo scosse un po'.-"Allora indovina dove si va?" salito in auto si girò verso i due ragazzi. Li guardò per un po' e sbuffò.
-"Devo spiegarvi proprio tutto! Mh, vi porterò in un posto buio, con una sola finestra e vi torturerò lentamente. Accidenti! Non ho ancora pensato da chi iniziare, Elijah ti offri tu?" scrutò dallo specchietto retrovisore il ragazzo che non era ancora sveglio. -"Oh bene! Chi tace acconsente"
Veronica scosse più volte Elijah, pensò per un momento fosse morto. Appena Veronica lo lasciò lui le prese le mano e la strinse per rassicurarla.
-"Oddio!" le scappò senza volere.
-"Che succede? Cosa c'è che non va?!"
-"Nulla, v...vorrei che tu mi dica dove stiamo andando?"
-"ANDANDO?! Oh ma io non vengo con voi. No no" si tolse il passamontagna, e si girò per guardare Veronica -"Io vi torturerò, vi farò soffrire poi forse, vi lascerò andare. Forse"
La ragazza singhiozzando -"Perché noi? Perché?!"
Cercò di ricordare dove aveva già visto quel volto. Era un uomo sui 30 anni superati, capelli castani e occhi rossi, forse per il troppo alcool o la troppa droga. Aveva un paio di cicatrici sul viso, una sulla fronte e una sulla guancia destra.
-"Ci siamo già visti? Dove?" chiese con voce rauca.
-"Io ti ho visto tante volte lo sai? Troppe. Tu non puoi neanche immaginare quante mhm" la voce dell'uomo era lievemente divertita e perversa. La cosa creò ancora più paura di quanta Veronica già non ne avesse. Cercò di seguire la strada è capire dove si stavano dirigendo ma nella nebbia e nella paura di quella sera non riuscì a capire il percorso.Elijah si mosse vicino a lei, stava mandando un messaggio. Veronica fece finta di nulla e continuò a fare domande all'uomo.
-"Che cosa vuoi da noi?!" la voce le tremava.
-"Torturare e uccidere il tuo ragazzo e poi scappare con te all'estero e vivere felici e contenti, come nelle favole.."
Veronica voleva scoppiare a piangere, provò rabbia, tanta, e si convinse che colui che aveva pronunciato quelle parole non stava bene mentalmente. Era psicopatico.
In quel momento le passò per la testa una sola cosa: trovare il modo di strozzare quel essere malato fare in modo che l'auto sbandasse e scappare con Elijah a cercare aiuto, sempre se con l'auto non ci avrebbero rimesso anche loro due. Cercò intorno a sé qualcosa di simile ad una corda ma nulla, fu allora che intravide una catenina spessa al collo dello stalker, prese coraggio e infilò la mano sotto al poggia testa. In pochissimi secondi accadde tutto, tirò forte sperando che non si spezzasse il ferro al collo. Lui lasciò il volante cercando di allentare la collana, non ci riuscì, il suo respiro era sempre più lento, non lottava quasi più, si dimenticò del volante. L'auto dopo aver sbandato urtò forte. Dove non si capiva, la nebbia non aiutava di certo la vista.
-"Veronica, come stai?!" la voce di Elijah riempí di gioia la ragazza.
-"Non si riprenderà subito, non l'ho ucciso...almeno credo. Prendi la mazza e cerca qualcos'altro di simile ad un arma e andiamo via, qualsiasi posto è meglio di qui"
-"Dammi la mano" le porse la sua mentre prendeva la mazza.
Scesero dall'auto e disorientati decisero di ripercorrere la strada che avevano fatto in auto, con la speranza che lo stalker non si svegliasse subito.Dopo aver corso per circa 10 minuti i due si fermarono a riprendere fiato.
-"Non mi hai detto come stai Veronica, mi sento così in colpa. Non doveva andare così. Questa serata. La nostra serata. Poi lui, mi ha colpito, io non..."- si toccò più volte la fronte, poi la testa -''Quando mi sono svegliato ho pensato al peggio, ho mandato un messaggio a mio fratello di avvisare la polizia. Ti prego perdonami..."
-"Elijah, sto bene. E non sentirti in colpa. Io ho avuto paura per te, hai rischiato davvero. Anche quando usavi il telefono. Avremo la nostra serata ma ora dobbiamo trovare un posto sicuro" sorrise lei accarezzandogli dolcemente la guancia.
Lui la guardò facendo cenno di sì con la testa e la prese per mano, la avvicinò a se stesso e avvolgendola col braccio proseguirono la strada.Dopo pochi minuti Elijah si fermò.
-"Questo posto lo conosco, mi sembra. Tu conosci queste strade meglio di me, per quello che riesci a vedere, dove siamo?"
Veronica si fermò a guardare il luogo poi si voltò subito e sorrise.
-"Tra due isolati c'è il comando di polizia, mio dio. Siamo quasi arrivati..dai facciamo veloce, ho paura, lui sa dove abitiamo. Non deve fare del male alle nostre famiglie"Camminarono per altri quindici minuti circa. Arrivati all'entrata li aspettavano il detective Salvatore e Jeremiah. Appena la porta si aprí il ragazzo corse ad abbracciare il fratello, che ricambiò.
-"Ero così preoccupato. All'inizio non ci ho creduto ma quando mi hai mandato la registrazione dove quell'uomo parlava. Ho subito chiamato e il signore qui è venuto a prendermi."
-"Grazie Je! Sono in debito con te!"
Vennero interrotti dal detective che chiese ai due ragazzi di seguirlo.
-"È necessario avvisare le famiglie, potrebbero essere in pericolo."
Veronica rimase perplessa udendo quella frase e non esitò a fare domande.
-"Che cosa intende con pericolo? Cosa non ci ha detto la prima volta che ci siamo visti?"
Veronica era spaventata ma la rabbia che provava al solo pensiero che quell'uomo potesse fare del male alle persone che lei amava, superava di gran lunga le paure.Il detective si alzò dalla sedia e girando per l'ufficio iniziò a parlare.
-"È da due anni ormai che arrivano denuncie di stalking, nelle vicinanze, da ragazze che successivamente sono scomparse o morte, non siamo sicuri ma forse si tratta di un...mhm....serial killer."
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Non Muoverti
Mystery / Thriller"Non muoverti", lo stesso messaggio per la seconda volta in un giorno, nel giro di quattro ore. -"Scusami, ma chi sei?" rispose e subito dopo averlo mandato sentì la suoneria di un cellulare che riceveva un messaggio. Rimase pietrificata. Era ferma.