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Erano le sei, mancava ancora un'ora all'arrivo di Elijah.
-"Corro a prepararmi, non voglio farlo aspettare!" disse Veronica agitata.
Disse alla sorella di stare attenta al timer del forno e spegnere tutto quando sarebbe suonato. E le raccomandò anche di non toccare nulla fino all'arrivo di Sarah.
Andò in camera, si mise il vestito, gli anfibi e si sedette davanti allo specchio con i trucchi alla sua destra. Si guardò, niente trucco.
Erano le 18:20, doveva aspettare ancora per l'arrivo di Elijah. Prese il cellulare in mano, aveva quattro chiamate perse; due da un numero sconosciuto, una da sua madre e un'altra da Elijah. Rimase qualche minuto a guardare i social. Facebook per primo, poi Instagram, lesse qualche notizia su Twitter e poi rispose ad un paio di messaggi WhatsApp. Posò il telefono ed andò in cucina dalla sorella, aveva sentito il timer suonare e decise di controllare la situazione. Appena mise piede in cucina sua sorella era indaffarata a far uscire le cose dal forno e sistemarle senza bruciarsi le mani, mise sul piano la teglia, poi chiuse il forno, poi rivolta verso la Veronica la guardò e disse: -"Oh oh oh, ma chi abbiamo qui?! Mh Gigi e Brutta Hadid scansatevi che qui Veronica Colbert vi stende sul secondo!"
-"Dai! Smettila..- Veronica accennò una risata divertita - mi raccomando lì, non toccare nulla, non aprite la porta a nessuno, non rispondere se qualcuno bussa, sai benissimo che io e mamma o papà abbiamo le chiavi. Non fate troppo casino e non distruggete la casa.''
-"Ehi ehi ehi prendi fiato ragazza, non ti preoccupare, tu pensa a divertirti. Io e Sarah siamo brave."
Sorrisero.
Il telefono vibrava sul letto, nessuno lo sentiva però Veronica corse lo stesso verso la stanza, lo prese e rispose.
-"Pronto?!"
-"Bella addormentata, che fine hai fatto? È da un po' che sto cercando di chiamarti ma non rispondi..."
-"Scusa Elijah, ero indaffarata, dimmi pure"
-"Volevo passare a prenderti un po' prima sta sera, che ne dici?!"
-"Oh sì, perfetto, tanto sono già pronta.." diventò rossa in viso, forse non doveva dirgli esattamente queste parole.
Elijah si lasciò scappare una piccola risata: -"Allora passo tra massimo dieci minuti cioccolatino." riattaccò.
"Cioccolatino"? Veronica era sorpresa, quel ragazzo si inventava parole, frasi e nomignoli assurdi, che a lei, nonostante tutto, piacevano.

Salutò la sorella facendole le ultime raccomandazioni e poi uscì di casa. Elijah la stava aspettando fuori dall'auto davanti casa. La giacca lunga e nera aperta, una camicia nera un po' aderente, con uno o due bottoni in più aperti. Stava guardando giù quando si avvicinò lei, i suoi occhi fissi su di lei.
-"Veronica?! Mio dio!" il ragazzo rimase a bocca aperta
-"Che cosa c'è?!" la ragazza diventò rossa di nuovo.
-"S..sei wow! Bellissima..." la prese per mano, e la accompagnò a sedersi in macchina.
-"Dove andiamo di bello?!" chiese a voce bassa lei, forse un po' imbarazzata.
-"L'ho scoperto appena mi sono trasferito, è un ristorante particolare, vintage, non so se ti piacerà...ma lo spero tanto, è uno dei miei posti preferiti!" erano in macchina, la strada principale che portava al centro era piena di nebbia, a malapena si notava il percorso. Veronica guardò per un attimo il ragazzo, quasi ad analizzarlo. Occhi neri, e che occhi! I capelli spettinati , un viso definito e poi le labbra leggermente carnose, un sorriso stupendo.
-"Bella addormentata smettila di fissarmi, mi metti in imbarazzo" la stuzzicò lui.
-"Cosa?! Ma...ma non ti sto fissando!"
-"Ti vedo anche se non ti guardo lo sai, li sento i tuoi occhi quando mi osservano. Dai a cosa stavi pensando?" alzò il sopracciglio e la guardò per un secondo.
Lei divenne rossa in viso: -"Non pensavo a nulla..."
-"Ahaa! Non hai negato, quindi mi stavi guardando sì sì, puoi pure dirmelo che sto bene oggi, non mi offendo" le fece l'occhiolino.
-"Elijah, stai veramente bene stasera" sorrise lei.
-"Grazie cioccolatino." la fissò negli occhi per qualche secondo, il tempo di guardare nuovamente la strada e notare un ombra che si muoveva nella loro direzione.
-"Attento!" urlò Veronica. Si sentì qualcosa di pesante urtare l'auto. Il parabrezza era a pezzi, la macchina sbandata sul lato sinistro della strada.
Che cosa avevano investito? Che cosa poteva urtare così pesantemente un auto se non un altro veicolo?

Veronica iniziò a muoversi lentamente, portò la mano sulla testa. Sangue. Le faceva male e tutto intorno girava. Si voltò verso Elijah, che era fermo e ferito. Provò a chiamarlo ma non riusciva a parlare, le parole si fermavano appena provavano a sfiorare le labbra.
-"E..Elijah..ti prego svegliati" borbottò la ragazza.
Non si muoveva. Veronica cercò il suo telefono per poter chiamare i soccorsi. Molto lentamente infilò la mano dolorante nella tasca sinistra del giubbotto, poi in quella destra. Ma non riuscì a trovarlo, allora decise di controllare nella borsa che era finita davanti ad Elijah.
-"Mmh..." il ragazzo si mosse appena la ragazza gli levò la borsa che aveva sulle gambe.
-"Oddio, sei vivo. Respiri, cosa ti fa male? Senti qualche dolore?! Sto cercando il telefono per chiamare un ambulanza, o qualsiasi cosa possa venire ad aiutarci, hai visto cos'era quello che abbiamo investito? Era un animale?"
-"Mmh...zuccherino, stai parlando troppo velocemente e facendo troppe domande, ho preso una bella botta in testa..."
-"Abbi pazienza, sto cerc- tirò fuori il telefono dalla borsa- eccolo! L'ho trovato, ora cerco i numeri per l'emergenza."
Non riuscì a chiamare nessuno, il suo telefono non prendeva, per quanto fosse quasi un centro.
-"Veronica, io credo di aver investito una persona. Vorrei uscire a controllare, tu non uscire dall'auto"
-"Cosa? No ti prego, con tutto quello che abbiamo visto fin'ora non siamo al sicuro, Elijah ti prego. Rimani qui, prova a far ripartire l'auto. Ma non uscire.." lo guardò tenendolo per il braccio destro.
-"Va bene ma se non parte devo uscire a dare un'occhiata."
Si spostò addolorato a cercare le chiavi, girò una volta. Nulla. La seconda, e la terza ma l'auto non dava un minimo segno di vita. In quel momento Veronica guardò fuori dal finestrino e in mezzo a quel velo di nebbia notò un'ombra minuscola, forse era un animale. Riprovò varie volte a chiamare ma in quel momento il suo cellulare aveva deciso di non funzionare. Quindi lo mise in borsa e decise di raggiungere fuori Elijah che era uscito pochi minuti prima.

-''Cosa ci fai qui?! Fa freddo, ti ammalerai" il tono era tranquillo, aveva aperto il cofano per vedere che guasto avesse l'auto.
-"Come stai?" gli chiese Veronica sottovoce.
-"Sto bene, ho preso paura per te, non volevo andasse così. Io volevo fosse una serata speciale...voglio capire cosa abbiamo investito, qui intorno non c'è assolutamente nulla se non alberi e sassi e tra due chilometri c'è una stazione di servizio, fa freddo e siamo bloccati qui" si toccò la testa con una mano e l'altra  appoggiata sull'auto.
-"Non ti preoccupare, l'importante è che nessuno si sia fatto male. Dobbiamo provare a chiamare qualcuno con i telefoni oppure aspettare che passi qualcuno è chiedergli aiuto. Andrà tutto bene" Veronica aveva paura e non lo nascondeva, e quella frase era forse un modo per dare coraggio a sé stessa più che ad Elijah.
Rimase un altro po' fuori con lui poi tornò a sedersi in auto, mentre il ragazzo guardando un'ultima volta il cofano, lo chiuse.
Fu lì, in quello stesso istante che qualcuno si presentò dietro alle sue spalle. Lui non lo vide ma Veronica che era in macchina sì.
-"Dietro di te!" urlò inutilmente. Elijah alzò la testa ma non capí quello che la ragazza stava dicendo. Un colpo alla testa con una mazza. Cadde a terra. Veronica era in panico, riconobbe subito chi era. Provò a chiudere la sicurezza delle porte ma non ci riuscì, sarebbe stato un attimo e lui l'avrebbe raggiunta senza pensarci due volte. Cercò qualcosa in macchina per poter colpire ma nulla. Provò con il telefono a chiamare di nuovo. Niente.
Solo quando si arrese nel cercare aiuto notò che la persona fuori la stava fissando per tutto il tempo, e per quanto il suo viso fosse coperto sembrava anche divertito.
-"Dio, ti prego no.. Perché adesso, perché Elijah, perché me?!" con le mani tra i capelli pensò cosa sarebbe successo. Voleva uscire e provare a correre ma sarebbe stato inutile. Con le lacrime agli occhi la vista le si offuscò e un attimo dopo lui era lì. A pochi centimetri da lei. Li divideva solo il finestrino. Terrore.

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