Quanto?

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-"Quanto?"
-"Lo capirai con il tempo"

Arrivarono davanti casa di Elijah. Un cancello alto nero, e siepi, solo siepi.
Una volta aperto il cancello un lungo viale di sassi portava a quella che Veronica credeva una reggia, ma, che per Elijah era la solita casa grande che i genitori prendevano ai figli, credendo di renderli felici.

-"Wow!"
-"È troppo grande per i miei gusti, e troppo vuota" si limitò a dire Elijah.
Lasciò la macchina davanti alla porta, e si diresse dentro.

-"Vieni! Entra pure! E non spaventarti, ci sono ancora scatole da sistemare"

Veronica entrò, la prima cosa che notò erano i colori dentro quella dimora. Grigio, nero, rosso bordeaux, qualche nota di bianco. Le sembrava una casa spenta, priva di calore umano, priva di sorrisi.

-"Metti tranquillamente il tuo giubbotto sull'attaccapanni alla tua sinistra, poi seguimi, ti mostro una cosa."

Veronica posò lievemente la giacca, fece scivolare via la sciarpa, la sistemò e, con passi leggeri seguì il ragazzo.
Entrarono in una camera grande e piena di oggetti. C'era un letto matrimoniale, con lenzuola blu e una coperta cobalto. Il muro era pieno di disegni e poster di gruppi e cantanti. Veronica si avvicinò ad un disegno e sorrise.

-"Mi piace tantissimo, i disegni li fai tu?"
-"Sì, tutto ciò di disegnato in questa camera è opera mia. Ti piace il disegno o Kurt?"
-"Entrambi" sorrise Veronica.
-"Aspetta, guarda qui" disse Elijah indicando un angolo della stanza con alcuni strumenti musicali.
-"Li sai suonare tutti?"
-"Mh, sì! Con il violino faccio un po' di difficoltà, lo trovo scomodo, ma con gli altri ormai è da anni che ci lavoro."
Veronica si sedette ai piedi del letto, e osservò Elijah sistemare le corde della chitarra.

Non aveva paura con lui, si sentiva bene seppur lo conosceva da pochi giorni, sentiva che di lui poteva fidarsi.
La faceva sorridere, le liberava la testa da qualsiasi pensiero negativo, ma soprattutto; la stava aiutando in un momento difficile per lei.
Lui era l'unica persona sulla quale Veronica poteva contare.

-"Bella addormentata?! Tu sai suonare qualcosa?"
Lei fece cenno di sì con la testa, si alzò e si sistemò davanti alla pianola. Iniziò a suonare una piccola parte di Requiem for a dream di Hans Zimmer. Guardò Elijah che era rimasto senza parole e tornò a sedersi ai piedi del letto.
-"Sei geniale, e davvero molto brava! Complimenti!"
-"Suonami tu qualcosa" disse Veronica curiosa.
Elijah cantava, aveva una voce malinconica e profonda. Sulle note di Wonderwall degli Oasis incantò Veronica che senza accorgersene si era buttata ad occhi chiusi sul letto.
Lui smise di suonare, mise la chitarra al proprio posto e si sedette accanto a lei. La guardò. Il viso piccolo, le labbra leggermente carnose e di un colore roseo acceso. Un naso particolare, e gli occhi, gli occhi seppur chiusi erano belli. A Elijah piaceva ogni cosa di Veronica.
Dal primo giorno che aveva incontrato il suo sguardo dal tabaccaio, capì che doveva conoscerla.
Veronica aprì gli occhi di colpo e si catapultò vicino a Elijah.
-"Scusami, non volevo importunarti" si scusò lui.
-"Perché hai smesso?! Mi piaceva la canzone e poi tu hai una voce tremendamente bella!"
Lui rise e abbassò lo sguardo per pochi secondi, poi alzandosi prese Veronica per mano e la portò in una camera accanto alla sua.
-"Scegli il film, quello che preferisci, poi raggiungimi pure in camera, io vado a preparare qualcosina da mangiare, è ora di merenda." Elijah la lasciò da sola in quella camera così grande. Era più una biblioteca piena di libri, film, documentari, ricerche e a Veronica piaceva, era il suo mondo quello.
Si guardò intorno, cercò tra vari film, scartò gli horror.
-"Questo no, neanche, cos'è? Ah no, questo non mi piace. Mhm. Oh dio! Eccolo."
The best offer era il film che lei aveva scelto, ed era stupita da quanti film c'erano in quella stanza. Elijah la raggiunse.
-"Cosa hai scelto?" le chiese.
Veronica gli mostrò il film e sorrise.
-"È uno dei miei preferiti"
-"Anche dei miei" sorrise lei.
-"Ti ho preparato un frullato, ho pensato che forse non hai fatto colazione.."
-"Grazie, non dovevi"
-"Dai seguimi pure in cucina, dopo andiamo in camera mia a guardare il film"

Una cucina grande e spaziosa. D'altronde come tutto il resto della casa. Si sedettero entrambi al tavolo. Elijah prese un barattolo di biscotti, li mise sul tavolo, diede a Veronica il frullato e si versò una tazza di caffè.
-"Non sono un granché in cucina, spero ti piaccia.."
-"Invece é buonissimo, il che fa di te un eccellente preparatore di frullati!" sorrise Veronica sorseggiando il frullato.

Dalla finestra qualcuno li osservava, ma i due erano occupati a parlare tra loro per accorgersene.
I cani abbaiarono per qualche minuto, e ciò attirò l'attenzione di Elijah che, appoggiando il caffè e i biscotti sul tavolo, si preparò ad andare fuori.
-"Aspetta! Dove vai? Elijah che cosa sta succedendo?" chiese la ragazza impaurita.
-"I cani hanno abbaiato e ringhiato, due sono le cose: o stanno litigando tra di loro, o hanno visto qualcuno.."
-"Ma abbaiano sempre quando c'è gente, non serve che corri fuori"
-"Stanno abbaiando dietro la casa, non è mai successo" il tono di Elijah era preoccupato.

Veronica non disse nulla. Seguì fuori Elijah che stava andando dai due cani. Smisero di abbaiare.
-"Cosa è successo?" chiese preoccupata
Elijah sapeva che i cani avevano visto e sentito qualcuno oltre le siepi ma nonostante ciò si limitò a dire che non era successo nulla.
-"Forse qualche animale li ha infastiditi...dai torniamo dentro! Fa freddo fuori e non vorrei che ti ammalassi!" sorrise.
Tornarono in cucina e finirono di mangiare, dopodiché si recarono nella stanza di Elijah.
Iniziarono a guardare il film e Veronica notò subito lo sguardo perso del ragazzo che era seduto sul letto.
-"Hey, che cosa ti succede?" disse sottovoce.
Lui la guardò e come aveva fatto minuti prima, si limitò a dire che non era nulla.
Veronica si alzò di scatto. Spense la tv. Si mise a braccia incrociate davanti ad Elijah.
-"Ti prego, non mentirmi. Dimmi cosa ti succede..."
Lui la guardò negli occhi, si alzò piano e le prese la mano tra le sue.
-"Avrei dovuto dirtelo prima, ma non sapevo come e quando. Promettimi che non ti arrabbierai."  Il suo tono era basso, quasi un sussurro. Veronica annuì con la testa e rimase ferma ad ascoltare le parole di Elijah.

-"Quel giorno al negozio, ero scontroso per un motivo. Qualcuno mi seguiva, ero spaventato ed arrabbiato perché l'unica cosa che ho potuto notare è stato un uomo incappucciato."
Si spostò vicino alla finestra e continuò: "Ieri mattina quando stavamo facendo colazione, qualcuno mi fissava. So che ti sembrerà assurdo ma è così. Ho visto con i miei occhi che mi stava guardando." Tornò nuovamente vicino a Veronica che lo guardava preoccupata.

-"Io ho paura per te, ma anche per me, per la mia famiglia. Se fosse la stessa persona a seguirci?"
-"Perché non me ne hai parlato prima?" Chiese lei con un filo di voce.
-"Volevo dirtelo ma dopo quello che è successo stamattina non sapevo neanche da dove iniziare,  non volevo spaventarti ulteriormente, devi capirmi Veronica!"
Ci fu un momento di silenzio, Veronica stava pensando, o forse non stava facendo niente. Semplicemente rimase muta a guardare il pavimento.
Elijah interruppe il suo silenzio.
-"Dimmi qualcosa, ti prego. Ho bisogno di te"
-"Forse è colpa mia, chi ti segue..lo sta facendo perché sei con me."
Elijah la guardò sorpreso, le si avvicinò e prendendole il viso, con un filo di voce le disse: "Tu mi fai star bene, come nessun altro. E non permetterò che tu ti allontani da me. Non lo permetterò."
La strinse a sé. Forte quasi da far male, come per dire "Non ti lascerò andare."
Veronica lasciò tutto lo spazio e il tempo a quell'abbraccio. Non pensava a nulla.

-"Non voglio che tu soffra per colpa mia.." disse.
-"Io soffro se sto lontano da te, non riesco. Non mi obblighi ad aiutarti e a starti vicino, io lo voglio fare. E so che tutte queste cose le dici per il mio bene. E scusami ma decido io cosa devo o non devo fare e chi voglio aiutare"
Veronica non disse nulla, lo guardò negli occhi e gli accarezzò leggermente il collo.

A volte un gesto basta per esprimere mille parole.

-"Lo guardiamo questo film o no?" disse Elijah con tono ironico.

-"Preferisco parlare con te, il film aspetterà. Ora voglio ascoltare la tua voce."

Non MuovertiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora