Felice

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La notte dormì profondamente, un sonno quasi angelico.

Si svegliò il mattino seguente e andò a correre, fece il solito percorso. Non ci fu nulla di strano, finché non arrivò alla casa in fondo alla strada. Erano le 6:45, si fermò ad allacciare la scarpa. Era abbassata quando d'un tratto sentì dei passi di corsa avvicinarsi sempre di più, eppure lei non aveva visto nessuno dietro di lei. Non si voltò. Aspettò che, chiunque egli fosse, passasse davanti a lei.
I passi rallentarono, lui era dietro di lei.
-"Non muoverti" sussurrò vicino a Veronica, e la persona che pochi secondi prima era ferma dietro di lei, riprese a correre per poi svanire lentamente nella nebbia.
Lei non ebbe il coraggio di muoversi. Si sedette sull'asfalto. Era immobile. Pietrificata. Terrorizzata. Lui era tornato. Forse non l'aveva mai lasciata.

Passò un auto bianca, che appena vide la ragazza si fermò.
-"Veronica? Sei tu??"
La ragazza si girò, vide Elijah.
-"Cosa fai qui?- e uscendo dall'auto si abbassò per vedere Veronica- tutto bene? Cosa ti è successo?"
Lei alzò lo sguardo. Lui la guardava spaventato.
-"Lui era qui. Era dietro di me"
-"Lui chi? Ti ha fatto del male?"
La aiutò a tirarsi su, e la abbracciò.

Di solito non dev'esserci un motivo per abbracciare qualcuno, lo si fa e basta.

La strinse a sé. Lei tremava.

-"Abito in questa casa qui, vuoi venire? O ti riaccompagno a casa?" chiese lui.
-"Non lo so, voglio andare a casa" lei guardava per terra, il suo sguardo era perso.
"Chi lo sa cosa le passava per la testa, chi era lui? Cosa le aveva fatto?" dentro la testa di Elijah c'erano tantissime domande. Ma non era il momento. Doveva riaccompagnarla a casa.

Erano le 7, a casa ormai non c'era più nessuno. Suo padre era fuori città, la sorella aveva preso l'autobus per andare a scuola e la madre aveva una riunione importante in un centro congressi distante un paio d'ore ed era partita presto.
-"Ho bisogno del telefono, devo chiamare a lavoro...non mi ricordo dove l'ho lasciato. Ho bisogno del telefono." disse lei toccandosi la testa.
Elijah era entrato con lei, non aveva intenzioni di lasciarla sola, in quello stato.
-"Tieni il mio, il tuo lo cerchiamo dopo, chiama pure con questo" glielo porse.
-"Grazie, grazie davvero..." fece il numero del suo datore, lo chiamò e gli spiegò che si sentiva poco bene, e non sarebbe andata a lavoro quel giorno.

-"Come ti senti?" chiese Elijah preoccupato.
-"Non lo so, penso di avere o le allucinazioni o qualcuno mi segue, non sto male....per favore credimi"
Si sedette sul divano, con la testa tra le mani e pensava a cosa doveva fare. Piano le si avvicinò Elijah: "Ti credo, Veronica io non ho nessun motivo per non crederti, se ti vedo così vuol dire che non è la prima volta che ti succede una cosa simile, hai detto che qualcuno ti segue?!"
-"Sì, vedi...quando ci siamo visiti la prima volta, in quei giorni ho ricevuto alcuni messaggi, ed entrambi dicevano la stessa cosa che oggi mi ha detto l'uomo che era dietro di me prima: "NON MUOVERTI".
Si alzò a cercare il telefono, era in cucina.
-"Ecco guarda!" gli mostrò i messaggi.
-"Hai pensato di andare alla polizia?"
-"E con quali prove oltre a due messaggi? Non crederanno mai a quello che è successo stamattina! Non crederanno che ho visto qualcuno fuori dalla mia finestra, non mi crederanno Elijah..." si tuffò nuovamente sul divano.
-"Almeno possono risalire al proprietario del numero, devi andare alla polizia, non puoi star ferma qui. Provaci!"

Lei guardava il pavimento, avrebbe voluto che quella storia finisse lì, ma non era così. Doveva prendere una decisione.

-"Mi accompagneresti?" chiese Veronica con un filo di voce.
-"Me lo stai chiedendo davvero? Ti stai permettendo di pormi una domanda del genere?- lui andò davanti a lei - Veronica, se le cose succedono un motivo c'è, se io sono qui con te un motivo c'è. Non ti lascerò sola. Te lo prometto"
Lei piangeva, aveva paura. I suoi occhi fissavano prima il pavimento, poi lui.
Era così gentile con lei, l'aveva aiutata, le stava vicino, e l'avrebbe persino accompagnata alla polizia.
-"Ti sono infinitamente grata, vorrei che la mia famiglia restasse fuori da questa storia."
-"Così sarà!" la rassicurò lui.

Arrivarono alla centrale di polizia locale. Veronica si fermò prima di entrare, e si voltò verso Elijah.
-"Tu vieni con me, vero?"
-"Sì" e le aprì la porta.

-"Buongiorno signorina, la posso aiutare sono il detective Salvatore."
-"Salve, vorrei parlare con qualcuno riguardo alcuni messaggi ricevuti, e alcuni fatti accaduti"
Le fece cenno di seguirla e la portò al suo ufficio.
-"Prego, la ascolto"
-"Le potrà sembrare una storia inventata, ma io sono davvero spaventata''
-"Lo  vedo. Non si preoccupi, sono qui per aiutarla. Lei mi dica pure cosa  le è successo" la rassicurò.
Veronica raccontò tutta la storia, per filo e per segno, mostrò al signore i messaggi ricevuti, e gli chiese se era possibile risalire al proprietario del numero.
-"Lei ha idea di chi potrebbe essere? "
-"No signore, per questo sono qui"
-"I messaggi non possono essere considerati, sono frasi che qualcuno potrebbe aver mandato per sbaglio al suo numero, capisce? Non c'è una parola, una minaccia o qualcosa in questi messaggi che possa ricorrere allo stalking. Mi spiace ma non posso nemmeno permettermi di darle il nominativo di colui al quale appartiene il numero,  andrei contro la legge."
Veronica stava male. Lo si vedeva in viso, doveva arrendersi? Doveva lasciare che qualcuno la tormentasse? O era tutto frutto della sua immaginazione?

-"Allora: nelle sue zone è difficile che ci siano telecamere,è vicino alla campagna e dove corre lei non ci sono sicuramente, l'unica cosa che le posso consigliare è quella di cambiare zona e correre magari al pomeriggio, scelga anche una vietta con più case, non si dimentichi mai il cellulare,  io manderò qualche pattuglia per un po' in modo tale che controllino la zona"
-"Grazie, ma se dovessi incontrarlo di nuovo, io so che qualcuno mi sta seguendo!"
-"Cerchi di uscire con persone, non esca mai da sola! Il suo ragazzo la potrebbe accompagnare e difendere benissimo; con le spalle che ha!"
-"Si ma non posso privarlo della sua vita, non deve occuparsi di me continuamente, so badare a me stessa."
Non aveva detto nulla sul fatto che Elijah non era il suo ragazzo.
-"La capisco benissimo, ma cerchi di prendere le precauzioni giuste. Lo stalker se così è, si farà risentire"
-"Va bene, e con i messaggi come faccio?"
-"Può solo bloccare il numero chiamando l'operatore, non potrebbe fare altro..." disse l'ispettore.
-"Va bene, grazie per il suo tempo"
-"Non si preoccupi, cercherò di aiutarla il più possibile. Se ha notizie torni pure, io sono qui."
Veronica lo ringraziò e uscì dall'ufficio, si diresse verso Elijah, che, appena la vide non esitò a chiederle com'era andata.
-"Nulla! Niente di niente, non possono fare assolutamente niente!"
-"Tranquillizzati e parlami lentamente, comunque vada, tu starai bene" disse il ragazzo.

Uscirono dalla centrale, e camminando verso l'auto Veronica gli raccontò cosa le avesse detto e che non poteva fare nulla.
Si avvicinarono all'auto di Elijah, e prima di entrare, lei finì il  discorso.

-"Forse potrò sembrarti inopportuno, ma non voglio che un fatto come questo cambi te come persona, ieri ho conosciuto la vera te. Voglio vedere il tuo sorriso, voglio sentire la tua risata. Non permettere a qualcuno che non conosci di rovinarti le giornate" le sfiorò leggermente la guancia e le aprì la porta dell'auto.
-"Grazie Elijah, per tutto" disse lei entrando in auto.

-"Dove andiamo di bello?" disse Elijah
-"Cosa stai dicendo? Dove vuoi andare?"
-"Se ti chiedo di venire a casa mia a guardare un film e distrarti da tutto questo, accetteresti?
-"Elijah non lo so..."
-"Sei al sicuro con me, in più non so se Jeremiah te lo ha detto...ma abbiamo due gran bei cani che mordono forte, sopratutto Rusty!"
-"Sei sicuro?"
-"Mi prendi in giro? Dai devo supplicarti signorina? "
-"No, no! Va bene, cosa ci guardiamo?"
-"Appena arriviamo a casa decidi! Ne ho parecchi, di tutti i generi"
-"Tutti,tutti?! Sei sicuro?"
-"Ho persino Peppa Pig, quindi credimi se ti dico che ne ho di tutti i generi."
-"Ti credo, Elijah e ti ringrazio per quello che stai facendo. È tanto per me..."
Per un secondo Elijah smise di guardare la strada e puntò gli occhi su Veronica; sorrise.
-"Sei speciale, tu non immagini nemmeno quanto."

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