Fissava lo schermo del PC senza dire una parola, non aveva paura. Era confuso.
-"È lui vero? Le ha scritto..." Veronica interruppe il silenzio che soffocava tutti coloro che erano dentro la stanza.
-"Scusatemi un minuto, torno subito" il detective uscì dal suo ufficio e tornò pochi secondi dopo con un uomo.
-"Che cosa sta succedendo qui?", la madre di Veronica chiese spiegazioni da parte dei due uomini ma nessuno si preoccupò di dire qualcosa.
Arianne accarezzò la madre sulla spalla e le disse di aspettare un po', e che avrebbero spiegato a breve cosa era accaduto.
L'altro agente stava cercando di capire chi avesse mandato l'email e da dove.
-"Scusate il silenzio, comunque ho ricevuto un messaggio sulla mia posta elettronica, e...beh ecco il testo è chiaro chi l'ha mandato"- si girò verso Veronica -"avevi ragione, mi ha scritto e ho capito che è lui per una parola solo che ha usato in tutto la frase: ti stai muovendo troppo, ha scritto questo".
La madre di Veronica si mise la mano davanti alla bocca terrorizzata.
-"Cosa avete intenzione di fare ora? È in pericolo anche lei."
-"Lo so, è il rischio del mio mestiere essere in pericolo sempre signora, ma grazie al mio collega abbiamo rintracciato il luogo dal quale è stata mandata l'email."
-"Da dove ha scritto?" chiese Arianne.
-"Dalla biblioteca universitaria, ora dobbiamo solo controllare le telecamere di sicurezza e speriamo di poter rintracciare la persona, anche se non mi convince molto come percorso da seguire..."
-"Non è stato lì, è furbo, sa che andrete lì, è questo quello che vuole" Veronica si alzò dalla sedia e iniziò a girare per la stanza senza fermarsi.
-"Non c'è altro modo di poter avere i video delle telecamere senza andare lì con un mandato?"
L'ispettore guardò Veronica perplesso.
-"Potremmo fare come dici tu, infine andrei lì solo perché spero di trovarlo. Hai ragione, ora contatto la biblioteca e mando due agenti a prelevare il materiale"
Rimasero in silenzio, finché qualcuno non bussò alla porta.
-"Avanti"
-"Buongiorno, disturbiamo?"
Elijah e Jeremiah erano accompagnati dal padre, un uomo alto, con capelli scuri un po' brizzolati. Gli occhi erano di un colore verde vivace, e lo sguardo serio e deciso, come quello di Elijah. Era vestito bene, in giacca e cravatta, probabilmente aveva fatto ritorno da poco da lavoro.
-"Oh, lei dev'essere il signor Sullivan? Prego si accomodi, non le dispiace se rimangono qui anche loro, vero?" indicò Veronica e la sua famiglia.
-"Assolutamente nessun problema, immagino abbiate già discusso del problema che riguarda i ragazzi, so già maggior parte della storia, ora volevo solo sapere come procedono le ricerche e se i nostri figli sono al sicuro.''
Il detective si schiarí la voce e spiega cosa era appena successo e a che punto delle ricerche erano. Promise alle due famiglie di far controllare continuamente le loro case e le vie vicine ad essa, in modo da farli stare più tranquilli.
-"Scusate se interrompo, ma dovesse capitare che non trovate nulla dalle videocamere della biblioteca cosa fate? Come agite?" chiese Jeremiah al detective.
-"Se non troviamo nulla allora vuol dire che oltre ad aver a che fare con uno stalker ed un probabile serial killer, abbiamo a che fare con un hacker informatico, e la cosa non ci è d'aiuto, dato che, se fosse così, ma mi auguro di no, i miei colleghi che si occupano di informatica faranno del loro meglio nella speranza che la conoscenza di quest'uomo non superi i loro livelli di conoscenza" si fermò a pensare.
Il padre di Elijah era affllitto, lo si vedeva in volto, e dopo pochi secondi riuscì a pronunciare solo poche parole e ad uscire dalla stanza.
-"Non voglio che i ragazzi siano in pericolo, se avete novità avvisatemi. Vi lascio il mio recapito. Ora devo andare. Arrivederci"
Il detective non sapeva cosa dire, prese il biglietto e lo guardò uscire svelto.
-"E se per un po' di tempo i ragazzi si allontanano da questo posto? Potrebbe ospitarli mia sorella a casa sua, vive da sola. È una brutta idea?" la madre di Veronica chiese nella speranza di un sì, ma purtroppo sapeva che non sarebbero andati da nessuna parte.
-"Mettiamo in pericolo altre vite, e così loro rischiano ulteriormente. Ora perdonatemi ma devo lavorare, vi aggiornerò nei giorni a venire. E signora, cercate di stare tranquilli, i vostri figli hanno bisogno di stare sereni dopo tutto quello che hanno passato" si alzò e porse la mano come segno di saluto.
Elijah, Jeremiah, Arianne e Veronica uscirono dalla stanza prima della signora Colbert e la aspettarono nel parcheggio.-"Venite da noi? Se per i vostri genitori non è un problema" chiese la madre di Veronica salendo in auto.
-"Non abbiamo nessuno a casa, i nostri genitori sono a lavoro" disse Jeremiah sottovoce.
-"Dai! Tutti in macchina" esclamò Arianne.
Nel tragitto in auto nessuno aprì bocca.
Alla radio trasmettevano una canzone:Just don't give up
I'm workin' it out
Please don't give in
I won't let you down
It messed me up, need a second to breathe
Just keep coming around
Hey, what do you want from me
What do you want from me....
but thanks for lovin' me
'Cause you're doing it perfectlyElijah prese la mano di Veronica che era seduta accanto a lui. La strinse leggermente e la guardò. Il suo sorriso seppur malinconico dava forza e coraggio a lei, che sorrise e appoggiò la testa sulla sua spalla.
"Grazie" sussurrò.Arrivati a casa la madre li fece scendere dalla macchina e disse loro che sarebbe andata a fare un po' di spesa.
-"Ve, al telefono c'è qualcuno per te, credo sia Iris" la sorella minore portò il telefono in cucina dove Veronica era seduta.
-"Pronto? Iris sei tu?"
-"Sei libera? Faccio un salto da te tra dieci minuti!"
-"Ti aspetto impaziente, sono a casa, a più tardi"
-"OK, mi preparo e arrivo"
Attaccò e appoggiò l'apparecchio sul tavolo.
-"Tra un po' Iris sarà qui"
Arianne la guardò perplessa: "Vuoi farla venire qui? Le dirai cosa stai passando? È la tua migliore amica, la conosci da anni"
-"Le dirò tutto. È già in pericolo, tutte le persone che conosco e amo sono in pericolo..." Veronica pronunciò queste parole e fissò il vuoto.
-"Non permettere che quest'uomo, se così si può chiamare, ti rovini le giornate e ti cambi la vita. Questo è il suo scopo principale, renderti insicura e triste" Jeremiah le diede una pacca sulla spalla.
-"È vero, e hai ragione, ma non mi sento tranquilla, mi manca andare a lavoro, mi manca uscire da sola, o le uscite in generale. Lui mi sta togliendo i miei spazi. Sta annientando il mio essere e ho paura, non so fino a dove può arrivare".
Elijah la strinse a sé, le diede un bacio sulla fronte e le sussurrò all'orecchio: -"Ci siamo qui noi, io sono qui. E non permetterò mai, MAI a nessuno di sfiorarti."Il campanello suonò.
Era Iris.
Abbracciò Veronica, e le diede un bacio sulla guancia.
-"Quanto mi sei mancata. Come stai?"
-"Anche tu, vieni in cucina, c'è un po' di gente"
Elijah era appoggiato vicino al piano della cucina, appena le ragazze entrarono si limitò ad alzare una mano come saluto. Jeremiah si alzò per far sedere l'amica di Veronica.
-"Ragazzi lei è Iris. Iris, loro sono Elijah e Jeremiah"
-"Siete fratelli vero?" chiese curiosa.
-"Sì, da molti anni" disse il più giovane.
-"Le tue battute, wow. Hai mai pensato di partecipare ad uno show comico?" Arianne alzò gli occhi al cielo.
-"Assomigliate molto, comunque è un piacere!" sorrise.Lasciarono Veronica ed Iris da sole.
-"Come vanno le cose Ve?" chiese l'amica.
-"Potrebbe andare meglio, tu come stai!?"
-"Bene, ultimamente sono perseguitata dalla sfiga, ma bene" rise.
Veronica la guardò perplessa in cerca di un ulteriore spiegazione.
-"A lavoro va tutto bene per fortuna, però mi stanno succedendo cose stranissime"
-"Cosa? Strane in che senso?"
-"La macchina mi sta dando un bel po' di problemi, l'altro giorno a casa il riscaldamento si è bloccato, abbiamo fatto due giorni senza riscaldamento. Un altro giorno non andava il cancello. Ho dovuto portare la cagnolina dal veterinario perché non stava bene. Insomma un po' di tutto"
Veronica tremò nel sentire le parole di Iris. La fissò e si sforzò di sorridere, fallendo.
-"Parecchi impegni ed imprevisti, a volte ci sono anche questi periodi. Passeranno, ne son certa!"
Osservò l'atteggiamento di Veronica, e, senza esitare domandò: "Cosa succede? Sono qui e non mi muovo finché non avrai svuotato il sacco, parla!"
Veronica si guardò le mani e poi guardò l'amica. Non poteva mentire o nascondere i fatti accaduti, non ad Iris.
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Non Muoverti
Mystery / Thriller"Non muoverti", lo stesso messaggio per la seconda volta in un giorno, nel giro di quattro ore. -"Scusami, ma chi sei?" rispose e subito dopo averlo mandato sentì la suoneria di un cellulare che riceveva un messaggio. Rimase pietrificata. Era ferma.