Veronica prese la mano di Elijah e appoggió dolcemente la sua testa sulla spalla di lui.
-"Non oso immaginare come sarebbe stato tutto questo senza te, non voglio nemmeno pensarci!" sbuffò.
-"Bella addormentata, non pensi che sia destino?"
-"Cosa? Destino? Non ti seguo" disse Veronica ridendo.
-"Proprio quando le cose si fanno difficili, arriva il principe azzurro, in ogni fiaba, a salvare la principessa dalla strega cattiva. Nel nostro caso sei tu a salvare il principe ma almeno so che riesco a farti sorridere e questo per me è come salvarti dai momenti tristi e bui!" disse Elijah baciando la fronte di lei.
-"Senti come parla questo ribelle!" sorrise lei.
I due camminarono per un decina di minuti e appena arrivarono in ospedale andarono dalla madre di Iris che era ancora lì, ad aspettare di avere ulteriori notizie sulla salute della figlia.
-"Stephanie! Come stai?"
-"Oh io sto bene, Iris non ha avuto miglioramenti, i medici però dicono che sia fuori pericolo."
-"Vai a casa a riposare, rimango io qui con Elijah. Potrai tornare non appena avrai dormito un po'. Se ci sono novità sai che ti chiamerò!" disse Veronica appoggiando la mano sulla sua spalla.
-"Finché lei non si sveglia non ho motivo per andare a casa.."
In quel momento arrivò il medico: -"Signora non si preoccupi. Credo sia meglio che lei si riposi, deve avere le forze adeguate per questa situazione e se si lascia andare così, non è bene per Iris ma soprattutto per lei, quindi la prego di andare a casa e riposare quanto ha bisogno, come ha detto la ragazza la contatteremo se Iris si sveglia, non si preoccupi."
-"Va bene, ma ti prego qualsiasi cosa anche solo se si muove un attimo vi prego di chiamarmi... ''
Entrambi fecero cenno di sì con la testa e videro la donna prendere le sue cose e uscire dalla struttura.
Veronica approfittó della presenza del medico per chiedergli le condizioni dell'amica.
-"Iris è stabile, stiamo solo aspettando che si risvegli, non sappiamo come potrà reagire. Dal trauma subito ci sono possibilità che non si ricordi piccoli frammenti dell'incidente, o anche della sua vita. L'importante per ora è che apra gli occhi e si riprenda"
-"Mi sta dicendo che potrebbe risvegliarsi e non ricordarsi persino chi è, o chi sono io?"
-"Sì, può succedere ma stiamo a vedere...la maggior parte dei casi le persone che subiscono incidenti del genere ci mettono molto tempo a recuperare la memoria, altri soffrono di piccole amnesie i primi giorni dopo essersi risvegliati. Ma può darsi benissimo che Iris non abbia questo tipo di problema, la cosa più importante è che ora è stabile e fuori pericolo."
Veronica accennò un sorriso sollevata.
Era seduta ad aspettare.
Elijah si avvicinò con un due caffè in mano e un sacchetto di carta con due brioches al cioccolato. Porgendole la busta disse -: "come la prima volta che ti ho conosciuto, cioccolato e caffè per lei, signorina"
-"Ne avevo davvero bisogno, grazie!"
I due dopo aver fatto colazione, decisero di andare fuori a prendere una boccata d'aria.Era freddo, una venticello gelido accarezzava il volto di Veronica.
Stava osservando i rami spogli degli alberi, mentre passeggiava avanti e indietro vicino all'ingresso dell'ospedale. Elijah era appoggiato sul muro, la guardava sorridendo, la osservò per tre minuti di fila, senza pronunciare parola. La guardava fino a quando non notò qualcosa tra gli alberi vicino all'edificio. Era un'ombra, l'ombra di un uomo incappucciato.
Con molta agilità prese la mano di Veronica e la portò dentro.
-"Che cos'hai? Dove mi porti così?" domandò la ragazza sconvolta.
-"Chiama subito il medico e digli di mandare un infermiere da Iris, e che controlli che nessuno entri, subito!" esclamò lui. Mentre si avvicinava al telefono dell'ospedale per chiamare.
-"Parla il detective Salvatore del comando di Polizia, come posso aiutarla?" rispose l'uomo al telefono.
-"È qui, lui è qui. E l'ospedale è un posto enorme, potrebbe entrare e fare del male a Iris e a noi, o a chiunque possa intralciare i suoi piani da psicopatico!"
-"Calma ragazzo, mando subito la pattuglia più vicina. Parto ora per venire da voi, cercate di non perdere il controllo della situazione, stavolta lo prendiamo" il detective agganciò il telefono, prese la giacca, distintivo e arma e uscì dal suo ufficio in tutta velocità.Veronica nel frattempo era andata dal medico, era molto agitata e a malapena riuscì a parlare.
-"Signorina, sta bene? Cosa le succede?"
-"Le devo chiedere se posso andare da Iris, l'uomo che le ha fatto del male è qui, e non vorrei che le facesse qualcosa. La prego!" disse con le lacrime agli occhi.
-"Non ti preoccupare, Iris è al sicuro ci sono due infermiere con lei e due poliziotti che controllano il piano dove si trova, non serve che vada tu. Hai chiamato il detective?" chiese il medico con voce molto pacata.
La ragazza fece cenno di sì con la testa e se ne andò.Nella testa di Veronica in quel momento c'era un casino tremendo. Paura, disprezzo, tristezza, stanchezza, un'intera onda di emozioni negative. Voleva piangere, ma non ci riusciva. Improvvisamente il suo volto cambiò totalmente espressione. Priva di ogni emozione, camminava per l'ospedale senza una meta chiara, camminava e basta.
Elijah la vide e corse verso di lei, era preoccupato, vide infatti l'espressione vuota di quel viso che tanto adorava.
-"Stai bene? Ti è successo qualcosa? Parlami!"
-"Shh sto pensando, devo fare qualcosa, lui vuole me. Voi siete solo dei mezzi per arrivare a me, devo andare in un posto dove può trovarmi" Veronica sembrava un'altra persona, iniziò a camminare verso l'uscita dell'ospedale. Elijah la raggiunse e le prese il braccio: -"dove credi di andare? Guardami!" urlò il ragazzo.
-"Non voglio altre persone in pericolo, stai qui per piacere e lasciami andare" il tono di voce di lei era spento, lo sguardo era basso.
-"Signorina, mi dispiace ma ti devo tenere forte finché non torni in te."
Elijah avevo lo sguardo deciso e stringeva il polso di Veronica.
La ragazza iniziò a respirare profondamente, non voleva piangere.
Vide che due macchine della polizia erano fuori e gli agenti stavano entrando in ospedale così andò a sedersi con Elijah vicino al reparto rianimazione.Tutto d'un tratto il corridoio divenne buio. La gente mormorava. Gli infermieri iniziarono ad andare dai pazienti per controllare se le apparecchiature erano ancora in funzione. I poliziotti cercavano di tranquillizzare chi, magari, si era agitato.
Era una situazione strana, le luci di un solo corridoio in tutto l'ospedale. Solo quel corridoio su dieci piani. Non un piano intero, solo quel corridoio.
Veronica si alzò e urlò il nome della sua migliore amica. Le sembrava di averlo pronunciato con tono debole, quasi a sussurrarlo.
Elijah le chiese se stava bene, l'abbracciò e le disse di tranquillizzarsi.
-"Sta andando da lei, lo so!"
Tornò di nuovo la corrente, e in quel preciso istante il detective si presentó alle spalle dei due ragazzi. Sorrise e diede loro una pacca sulle spalle.
-"Ho appena mandato due agenti e il primario a controllare la ragazza. Ho chiamato tutte le pattuglie, la polizia ha bloccato tutte le strade, ci sono controlli in ogni angolo, e i miei uomini stanno cercando anche all'interno dell'edificio, andrà tutto bene ragazzi!" e si avviò nella stanza di rianimazione di Iris.
Il medico si avvicinò e gli diede un biglietto.
-"Era accanto alla testa della ragazza, lei sta bene. Ma questo che significa detective?"Detective, non servono tutti questi uomini per me. Io voglio solo Veronica.
Dopo aver raggiunto i ragazzi, mostrò loro il biglietto.
-"Mio dio! Iris dov'è? Dov'è?" urlò Veronica.
-"Iris sta bene, questo biglietto era accanto alla sua testa. Il medico ha controllato i suoi parametri vitali sono regolari, lei sta bene."
-"Detective, cosa dobbiamo fare? Quell'uomo non ha scrupoli, è psicopatico e non si rende conto di quello che fa e sicuramente anche se fa qualcosa a lui sembra tutto normale" pronunciò il ragazzo.
Veronica guardò il detective, e si appoggiò al muro: -"Dobbiamo fare qualcosa, serve un piano detective, qualcosa che lo possa attirare a me. Solo così può essere catturato, devo fare qualcosa. Non ho paura di lui, temo di più quello che può fare ad altri."
-"Tu sei pazza, non pensarci minimamente Veronica!" disse Elijah furibondo.
-"La ragazza ha ragione, dobbiamo creare un piano, se ricapiterà il momento dobbiamo essere pronti. E non dev'essere qualcosa di ovvio, capirebbe subito e potrebbe diventare molto pericoloso."
I tre si guardarono e fecero un piccolo cenno con la testa.
STAI LEGGENDO
Non Muoverti
Mystery / Thriller"Non muoverti", lo stesso messaggio per la seconda volta in un giorno, nel giro di quattro ore. -"Scusami, ma chi sei?" rispose e subito dopo averlo mandato sentì la suoneria di un cellulare che riceveva un messaggio. Rimase pietrificata. Era ferma.