Okay, Violet, un nuovo anno scolastico sta per iniziare. Respira, andrà tutto bene.
Prendo in braccio Mercury, il mio gatto rosso, beatamente disteso sul mio letto e lo sistemo per terra.
Lavo per la quinta volta il mio viso con dell'acqua fresca per svegliarmi - sembro uno zombie - lavo i denti e mi preparo per andare a scuola.Indosso un paio di leggings neri, una maglietta dei Pink Floyd grigia, le mie amate converse nere, prendo lo zaino e scendo in cucina.
«Giorno, papà..» dico inspirando l'odore di ginseng che beve sempre mio padre al mattino.
«Ciao, Lele! Pronta? Hai preso tutto? Acqua, quaderni, libri..» e inizia a mettermi ansia, fantastico. So che vuole aiutarmi, per carità, ma così mi mette solo tanta agitazione.
«Si, papà, ti prego, non iniziare.»Sono una normalissima diciassettenne ansiopatica e ansiogena, le mie amiche Veronica, Chris e Hannah lo dicono sempre, e hanno ragione. Giuro, io ci provo a migliorare e a fregarmene delle cose che accadono, ma la serie di sfortunati eventi che si susseguono nella mia vita riescono a sopraffarmi. Motto della vita? Mai una gioia, come molti adolescenti, no? Scontato.
Bevo del te alla menta, la mia ragione di vita, e raggiungo la fermata dell'autobus per andare a scuola ascoltando Skulls dei Bastille. Fino all'anno scorso non prendevo gli autobus, mi accompagnava mia madre, ma adesso devo arrangiarmi da sola. E ovviamente, la mia cara amica ansia, che più amica non si può, è dietro le mie spalle che si prende gioco di me e mi fa "ciao ciao" mentre si gode la vita che spettava a me, mentre mi trascina nel suo buco nero con tutte le sue emozioni negative.
È il ciclo delle cose, e non posso farci niente. Beh, okay, si, potrei cambiare, ma se non l'ho fatto in diciassette anni, perché dovrei farlo il primo giorno di scuola? È già abbastanza traumatizzante.Oggi, più degli altri giorni, devo essere in orario (vabbè che sono sempre in orario, ma oggi è diverso) perché dovrò fare la guida turistica ad un ragazzo nuovo, quindi, entrerò in classe un'ora dopo. Ah, i vantaggi di essere efficiente. Amo essere efficiente. Amo avere ogni singolo secondo della mia vita sotto controllo. Ho un orario per tutto, è come uno scudo che mi aiuta a combattere l'ansia. Peccato che io la senti ansimarmi sul collo, ricordandomi che non posso sfuggirle.
Entro nell'atrio, un ruolo infernale che per passare da un corridoio all'altro, ci vorrebbe un semaforo. Altro che autoscontri, qui è molto peggio.«Signorina Blake! Violet Blake!» sento urlare il mio nome e mi volto.
«Oh, buongiorno, signora preside. Stavo aspettando.. ehm.. il ragazzo nuovo..» come si chiamava?
«Michael Clifford?» mi domanda.
«Già, proprio lui..»E io che pensavo si chiamasse Mark Ford, uguale, proprio. Beh, infondo chi se ne frega. Lo saluto, gli faccio vedere la scuola e sto qualche giorno con lui per farlo ambientare. Il piano è semplice, posso farcela.
«L'aspetta al suo armadietto.»
«Ah, allora corro! Grazie mille, buona giornata.»Ma che cazzo, mi avevano detto di aspettarlo all'ingresso della scuola!Bah, non c'è più rispetto.
Subito corro verso il mio amato armadietto, e vedo un ragazzo della mia stessa età, o, forse di un anno più grande che mi guarda, con dei capelli così biondi, che di notte si vedono.
E che sei? Un evidenziatore? Ma fammi il piacere, non ti si può guardà.Indossa una maglietta grigia dei Green Day e un pantalone nero con delle converse nere. Questo qui mi copia. Non va bene.
«Violet Blake?» mi chiede incerto.
«Si. Michael Clifford?»
«Si, piacere.»
«Benvenuto all'University High School! Qui, è tutto un po' strano, ma ti troverai bene...» ma se non mi trovo bene neanche io? Beh, lui questo non lo deve sapere.
«Lo spero.» mi sorride timidamente.
«Da dove vieni?»
«Da Sydney..»
«E perché sei qui a Melbourne?»
«Sei curiosa..» ridacchia. E quindi? Non si posso fare due domande? Fammi capire. Metti che sei un assassino? Non posso permetterlo.
«Si, è vero.. quindi, perché sei qui?»
«Non molli, eh...» ancora non l'hai capito? Tu non mi convinci.
«Mai. E comunque, tu non mi convinci.» beh, insomma, viva l'onestà.
«Perché?»
«Perché nascondi qualcosa.» ha un non so che, va bene?
«Tutti abbiamo qualcosa da nascondere.» mi guarda serio, io decido di cambiare argomento. Bah, decide già di fare il Dorian Gray della situa.
«Allora, guarda, questa è la biblioteca, stai attento alla signorina Evans, è una vipera, poi, qui c'è la presidenza, qui c'è Hemmo, saluta Hemmo.» saluto il mio migliore amico, un tipo simpatico e tranquillo, biondo, con occhi azzurri e una decina di ragazze ai suoi piedi. Gli sbavano tutte le scarpe, che schifo.
«Ciao Hemmo.»
«Ciao, tipo strano che non conosco.» risponde il mio migliore amico.
«Michael, sono Michael!» urla il ragazzo.
«Andiamo, Clifford, non abbiamo tempo da perdere.»
«Si chiama davvero Hemmo?»
«Si chiama Luke Hemmings. O Robert, chiamalo Robert, lui lo odia.»
«Oh, okay...»
«Qui c'è la palestra, a sinistra abbiamo i laboratori di informatica, quelli di lingua, quelli scientifici, la cucina.. insomma, un po' di tutto..»
«Non manca nulla a questa scuola, vedo...»
«Già, è molto efficiente...» come meee! Tac!
«Ci sono anche corsi di musica o robe così?»
«Si, nel pomeriggio puoi frequentare lezioni di musica, corale... perché? Suoni qualcosa?»
«La chitarra...»
«Ah, bello. Anche Luke. Lui ha una band con Calum e Ashton, siamo un gruppo di amici... poi ci sono io, Hannah, Veronica e Chris, puoi unirti a noi a pranzo, se vuoi.»
«Oh, okay, grazie...»
«Ma di che. So come ci si sente quando sei da solo in una nuova scuola, ho cambiato molte volte. Questa, però è l'ultima. Mi sono trasferita qui due anni fa, ma, per fortuna, ho ritrovato Veronica e trovato Luke.»
«È il tuo ragazzo, vero?» hey, qui le domande le faccio io.
«Luke?! Ahahahaha, no, per piacere, meglio lesbica, anzi, meglio asessuata. Lui era il mio tutor in matematica, lui è molto bravo, e mi dava ripetizioni, così abbiamo fatto amicizia, e adesso, eccoci qui...»
«E come avete fatto a diventare un gruppo così grande?» e poi ero io l'impicciona.
«Sei curioso.»
«Già, posso esserlo...» ridacchia
«Allora...Luke mi ha presentato Ash e Cal, Cal mi ha presentato Hannah, la sua ragazza, e lei mi ha presentato le altre...»
«Ah, amici di amici che diventano miei amici... il solito gioco del domino... »
«Esatto!»Gli mostro la mensa, il piano di sopra e il cortile, tutti i nascondigli utili, l'orario delle lezioni e tutte le regole da seguire, poi, andiamo nella classe di chimica.
***
Finalmente, è ora di pranzo, quindi raggiungiamo gli altri.
Cibo cibo cibo cibo cibo cibo cibo.
Ma che non ho fame, no no.
«Cliff, andiamo in mensa!»
«Nessuno mi aveva mai chiamato Cliff prima d'ora..»
«Da adesso in poi, ti chiamerò Cliff.»
«Okay, devo trovarti un soprannome, Rose...»
«Violet.»
«Ah si? Eh vabbè, sono entrambi dei fiori, Rose.»
«Violet.»
«Okay, Rose.»
T'AMMAZZOOOOOOO.Come al solito, la mensa è affollatissima, non mi mancava per niente. Sento così tante urla che potrei scoppiare, preferisco il silenzio.
Ci sono più tavoli rispetto all'anno scorso. Ah, questi tavolo grigi d'acciaio, il nostro campo di battaglia, ma anche un luogo fantastico dove vivere i venti minuti più belli dell'intera giornata scolastica: il pranzo. Che bello il cibo.«Ciao belli!» mi siedo al nostro tavolo abituale accanto a Luke.
«Ciao...» Michael saluta il gruppo e si siede alla mia sinistra.
«Ragazzi, lui è Michael Clifford, io lo chiamo Cliff.»
«Ciao, Cliff!» lo salutano tutti
«Tu sei quello nuovo, quindi...» dice Calum scrutandolo.
«Già...» risponde Cliff.
«E da dove vieni?» domanda Hannah curiosa, squadrandolo dalla testa ai piedi.
«Sidney.»
«Bello...» dice Chris.
«Sai che noi abbiamo una band?» chiede entusiasta Hemmo. E vi presento Luke Hemmings, il re del cambiamento dei discorsi.
«Si, me ne ha parlato...» risponde Michael guardandomi.
«Ah, quindi, Lele ti ha già detto tutto...» dice Ash.
«Già... se vi interessa, gli ho anche dato il vostro codice fiscale.»
«Simpatica, Lele, molto simpatica...»
Mando un bacio volante a Ash e iniziamo a mangiare. Beh, Ash... Ashton è un ragazzo stravagante, pieno di vita è sempre con la battuta pronta. Rivela questa sua sfrontatezza anche nei momenti più inopportuni, quindi, litiga molto spesso con la sua ragazza o con Luke.«Aspetta, se Lele ti ha detto della band, ti avrà detto anche delle coppie... io sto con Calum, Ash con Hannah, Violet con Luke...»
«Io e Hemmo non stiamo insieme, Chris...»
«Già già... dite sempre così...» borbotta Hannah, bevendo una delle sue centrifughe improponibili.
«Hannah, piantala, noi due siamo solo migliori amici.» dice Luke infastidito.
«Zitto che non ci credi neanche tu ahah.» ride Calum.Ed ecco Calum. Dove c'è Ashton c'è Calum e dove c'è Calum, c'è Ashton. Sono inseparabili, hanno lo stesso senso dell'umorismo, e insieme, sono un vulcano di energia... e di stupidaggine. Non si riesce a fermarli e, soprattutto, a farli stare zitti, soprattutto quando vogliono sfoggiare i loro doppi sensi.
«Michael, tu hai una ragazza?» chiede Luke.
«No... al momento non mi interessano queste cose, e poi non conosco nessuno a parte voi...»
«Abbiamo un altro lupo solitario, vedo...» dice Ash riferendosi a me e a Michael
«Ash, lo sai che non sono nel momento migliore della mia vita e non voglio altre complicazioni.» dico io, riferendomi a quel discorso di cui non voglio assolutamente parlare.
«Lo so, ma trovare qualcuno non ti farebbe male.»
«Irwin, ho detto no.» ribatto io.
«Come vuoi, Lele.»
«Lele?» mi chiede Michael bisbigliando
«È il mio soprannome... tutti mi chiamano così...»
«Cosa c'entra Lele con Rose?»
«Ti ho già detto che mi chiamo Violet.»
«E io voglio chiamarti Rose. È più artistico.» perché Dio ce l'ha con me e mi fa trovare solo persone stupide? Dico io, non mi bastavano Ash e Cal?
«Ma sta zitto...»
«Vuoi che ti chiami Lele?»
«Già, sarebbe meglio.»
«Hey hey, i due lupi solitari stanno facendo amicizia?» chiede Calum con un sorrisetto fastidioso.
«Sta zitto, Hood.» lo ammonisco io, mettendogli un pezzo di pane in bocca.Dopo pranzo, vado al mio armadietto per prendere il libro di inglese, ma, mentre apro l'anta rossa, cade un foglietto da esso.
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Pictures of You . || Michael Clifford ||
Fanfiction«E poi ti vedo da lontano che stai sorridendo, e all'improvviso penso che sta vita forse ce l'ha un senso.» «Come quando da lontano ti guardo in silenzio. Senza dire nulla. Ti guardo e ciò che sento è solo il battito del mio cuore che accellera. Ti...