3. changE my mind.

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«Fossi in te, non ne sarei così sicuro.»
E sfrecciamo. Non l'avessi mai fatto.
Lui guida velocissimo, tanto che mi entrano i capelli in bocca, e fra poco, anche i suoi.

«Michael! Cazzo Michael vai piano!» urlo mentre scaccio via i miei capelli castani dalla bocca.
«Io ti avevo avvertita.»
«Sei un pezzo di merda, vai piano, biondo tinto di sto cazzo!»
"Hey, calma, Violet... okay?»

Lui, finalmente, si decide a rallentare, e io mi tranquillizzo.

È solo che la velocità mi da fastidio.
Odio quella sensazione che provo nello stomaco. Sento attorcigliare qualcosa all'interno di esso e l'unica cosa che vorrei fare è vomitare.

Mi zittisco e non dico nulla, a parte le indicazioni stradali, fino al nostro arrivo allo Spoiler.

«Hey hey hey!» urlo non appena vedo i miei amici al nostro solito tavolo
«Lele!» Luke viene ad abbracciarmi e ci sediamo vicini, non appena Michael saluta tutti.

«Allora, com'è andata al corso?» mi chiede il mio migliore amico.
«Bene, un po' noioso rispetto alle altre volte, ma bene..»
«Mike, come mai anche tu fai il corso?» chiede Hannah curiosa.
«Vuole diventa-» mi blocco perché mi arriva un calcio sulla gamba da sotto il tavolo. Ma è cretino?
«Voglio diventare bravo nella materia, perché devo recuperarla... quindi...» risponde lui.
«Ah, certo...» risponde Ash non curante.
«Ragazzi, dai, continuiamo a studiare... io ho mate, voi?» chiedo io.
«Inglese.» rispondono Luke, Calum e Hannah all'unisono.
«Scienze.» dicono Ashton e Ronnie.
«Anche io mate, Lele.» risponde Chris, mentre Michael mi mostra il libro di matematica.

Ci dividiamo in gruppetti e io indosso le mie amate cuffiette.
Non mi piace fare i compiti in gruppo, preferisco stare da sola, quindi decido di isolarmi, ma, poco dopo, qualcuno mi toglie la cuffia destra, e quel qualcuno è Michael.

«Che ascolti?»
«Non è il tuo genere.»
«Tu come fai a saperlo?» indossa la mia cuffia, poi mi guarda
«Bene bene bene. Bastille.»
«Io te l'avevo detto...»
«Volevo esserne sicuro.»

Non gli rispondo e continuo a fare i compiti.

«Hai paura della velocità, vero?»
«È solo fastidio, non paura.»
«Scusa...»
«Fa niente. Tanto Luke mi accompagnerà a casa più tardi.»
«Oh... se vuoi posso accompagnarti io, non è un problema...»
«Nono, tranquillo, grazie...»
«Okay, come preferisci...»
«Poi, sono sicura che ti perderesti a tornare indietro, e non voglio correre questo rischio.»
«Non dirmi che ti sei già affezionata a me, che carina.»
«No, levati.»
Sono proprio dolce, eh.

«Ah, Cliff, una domanda.»
«Spara.»
«Perché non hai voluto dire agli altri il vero motivo della tua partecipazione al corso?»
«Non voglio che pensino che sia un tipo strano... anche se lo sono...»
«Perché saresti strano?»
«Ammettiamolo, sono l'unico ragazzo della scuola a cui non piace il football, ho i capelli biondo platino e vorrei diventare un giornalista o uno scrittore. È abbastanza strano.»
«No, non è strano, è originale. Sei diverso, è una bella cosa.»
«Se lo dici tu...»
«Regola numero uno, Violet Blake ha sempre ragione.»
«Simpatica.»
«Regola numero due, Violet Blake è simpatica.»
«Regola numero tre, Violet Blake è un po' troppo modesta.» aggiunge lui.
«Regola numero quattro, Violet Blake non da mai ascolto a Michael Clifford.» controbatto io.
«Ti troverai male, cara, molto male.»
«Nah, io non credo.»
«Io, invece, credo di sì.»
«Mi lasci in pace, Cliff? Devo studiare, e anche tu dovresti.»
«Maestrina...»
«Asino...»
«Ragazzi, se ne avete ancora per molto, siete pregati di andare altrove. Grazie.» dice Cal scocciato.
«Ma è lui che mi parla!» dico io infastidita.
«Si, ma tu gli rispondi, Lele..» mi ammonisce Ronnie.
«Eh, tu mi rispondi, Lele...» scherza Michael, io gli do uno schiaffo sul braccio e lui ridacchia.
«Basta, io con te non parlo più.» Michael fa la faccia da cucciolo triste e ride ancora.
Ma mi prendi per il culo o cosa?!
Che palle sto ragazzo.

Io, finalmente, mi rimetto a studiare e circa un' ora e mezza dopo, finiamo tutti i compiti.

«Lele, andiamo a casa?» mi domanda Luke, giocherellando con le chiavi.
«Certo, Lukey.»

Saliamo sulla sua BMW nera e lui guida verso casa mia.

Siamo soli in casa, io, Luke e il mio gatto rosso Mercury.

«Ma ciao Mercurino!» dice lui andandolo a coccolare.
«Hey, cos'è questa confidenza con il mio gatto?»
«Sbaglio, o hai accentuato la parola "mio"?»
«Ragazzo perspicace...»

Mi siedo sul divano e guardo la foto di mia mamma posta sul caminetto.
«Ciao, mamma..» penso.
Non voglio dirlo ad alta voce, Luke poi verrebbe ad abbracciarmi e io scoppierei a piangere, e non voglio.
Non dovrei pensare a mia madre, mi manca moltissimo, ma non riesco a capire come io faccia a stare ancora qui. Vorrei andarmene. Sento che questa mia vita mi stia sfuggendo dalle mani.

«Hey Lele, ti va un film?»
«Uhm, okay, scegli te...» lui accende la TV, ma, sfortunatamente per lui, c'è Stranger Things.
«Lascia qui! Oddio! Oddio! Oddio!»
«Devi fare per forza così ogni volta che becchi Stranger Things alla tele?» mi chiede guardandomi male.
«Ovvio, è la mia serie preferita. Non dovresti neanche chiedermi una cosa del genere.»
«Quella bambina li mi fa impressione.»
«Stai zitto, non toccarmi Eleven.»
«Perché devi obbligarmi a guardare certe cose? Lo sai che poi la notte non dormo...»
«Luke, caro, hai diciotto anni, cresci un po'. Non mi dirai che dormi ancora con la luce accesa!»
«Ho smesso di usare la luce notturna anni fa.»
«Quanti anni avevi?»
«Dodici.»
«Tantissimi anni fa, allora. Ti prego, Luke.»

***

E come ogni mattina, il miagolio di Mercury mi sveglia e io sono costretta ad alzarmi per andare a scuola.

Che palle.

Okay, si, mi piace andare a scuola, però, devo ammettere che, se non ci fossero le verifiche e le interrogazioni, tutto sarebbe meglio. Infondo, è lì che ho trovato i miei più cari amici. Ma che cazzo sto dicendo? Io odio la scuola. E i miei amici, okay, li ho conosciuti lì, ma farei benissimo a meno di vederli mentre si trascinano per quei corridoi infiniti.

Vado in bagno e mi vesto velocemente. Indosso un paio di jeans a vita alta, larghi sulle gambe e stretti sulle caviglie, una maglietta semplice nera e converse nere. Metto un po' di mascara e del rossetto con un accenno di rosso, faccio colazione e raggiungo la fermata degli autobus.

Circa quindici minuti dopo, arrivo a scuola e raggiungo i miei amici, notando, fra gli altri, anche Michael.
Non sono arrivati ancora tutti, mancano Hannah, Ash e Cal, ma mi siedo comunque con loro al bar.

«Buongiorno, ragazzi!» esclamo sedendomi vicino a Luke
«Ciao raggio di sole!»
«Luke, ti ho già detto di non chiamarmi così, mi da fastidio.» controbatto io.
«Mh, Violet, quando fai così mi dai sui nervi.» risponde lui sbuffando.
«Ma voi due fate sempre così?» ci chiede Michael irritato.
«Cosa intendi? Così come? Fare gli amichetti del cuore, per poi iniziare a bisticciare che i bambini delle elementari possono accompagnare solo, per poi smetterla ed essere amici come prima? Si, fanno sempre così. Che tortura.» risponde Chris, mettendo una mano tra i capelli esausta.
«Madonna..» borbotta Michael, dice puntando gli occhi al cielo.
«Cliff, che lezione hai adesso?» gli chiedo.
«Biologia, tu?»
«Anche io. Vuoi che ti accompagni al laboratorio? Tanto sto andando anche io...»
«No, tranquilla, ho la mappa, poi devo andare a prendere i miei libri nel mio armadietto... ci vediamo lì.» mi risponde frettoloso
«Okay, raga, io vado in classe, ci vediamo a pranzo...»

Vado al mio armadietto, compongo la combinazione e, inaspettatamente, ne esce fuori un'altra polaroid.

La prendo e osservo la foto.
Sono io, leggermente di spalle che leggo un libro in mensa, mentre mangio una donut alla fragola.

La giro dall'altra parte e leggo il ritornello di Change My Mind degli One Direction. Noto che la "e" della parola chance è scritta in maiuscolo e cerchiata di rosso.

Strano.

Pictures of You . || Michael Clifford ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora