La mummia

25.

Los Angeles, 1999

Harry e Louis uscirono dal cinema e si infilarono nella folla che, nonostante l'ora tarda, persisteva nelle strade di Los Angeles.

" Trovo che il film che abbiamo appena visto sia simile in modo inquietante alla mia storia " borbottò Louis osservando in modo strano Harry che ridacchiava accanto a lui.

Dato che il riccio non diceva nulla, Louis aggiunse:

" Mi sembra di aver letto il tuo nome, nei titoli di coda del film...il tuo nome era abbinato alle parole autore della storia "

" Va bene, sono colpevole " esclamò Harry " ho letto all'università che cercavano una storia ambientata nel mondo egizio per un film futuro e io ci ho provato.
Hanno accettato ciò che ho scritto e ho ricavato un bel po' di soldi.
Andremo a farci la crociera alle Maldive !"

Louis lo guardò in cagnesco, imbronciò le labbra e borbottò nuovamente:

" Io non ero una mummia, come il titolo del film e poi l'attore che interpreta quello che dovrei essere io è decisamente più brutto di me e poi Zoor è una donna e poi io muoio alla fine..."

Harry lo strinse fra le braccia e gli sussurrò in un orecchio:

" Non potevo lasciare la storia proprio uguale a quella della tua vita, lo sai "

Louis si divincolò dall'abbraccio e disse:

" Zoor non era una donna ed era il ragazzo più bello che io abbia mai visto "

Harry non disse nulla, anche se sentì il solito vuoto interiore che provava ogni volta che il suo compagno nominava Zoor.

Louis lo amava, Harry lo sapeva, ma l'antico ragazzo egizio era sempre presente fra loro, come un'ombra inquietante.

Harry sapeva di essere la sua reincarnazione, ma Harry sapeva di non essere uguale a lui.

Harry sapeva anche che, purtroppo, Zoor sarebbe stato sempre un passo più avanti a lui nel percorso per giungere al cuore di Louis.

I due uomini continuarono a camminare in silenzio, finché Louis non si fermò davanti ad una gelateria.

" Ti va una coppa di gelato, piccolo?" chiese con un sorriso.

Harry annuì cercando di sembrare allegro e si sedette ad un tavolino all'aperto insieme al compagno.

Dopo una ventina di minuti il cameriere portò davanti a loro le enormi coppe di gelato alla crema e al cioccolato che avevano ordinato e se ne andò.

Non c'era nessuno al bar, solo loro due.

Harry cominciò a mangiare in silenzio e così anche Louis.

Il riccio prese il tovagliolo di carta per pulirsi, ma si accorse che sotto vi era una busta.

La aprì e vi trovò due biglietti aerei per Las Vegas.

Guardò Louis, ma il sacerdote era impegnato a mangiare il suo gelato.

Harry allora, perplesso, prese ancora due cucchiate di cioccolato, ma per poco non si strozzò.

Nel gelato c'era qualcosa di duro...

Se lo tolse dalla bocca e vide che si trattava di un anello, di un bellissimo anello...

Harry lo mise nel bicchiere d'acqua che gli era stato portato e, dopo averlo pulito dal gelato, lo asciugò con il tovagliolo.

Guardò ancora Louis, ma quest'ultimo era sempre impegnato a mangiare il suo gelato.

Il riccio cominciò ad agitarsi, finché non venne distratto da un pullman che passò vicino a loro strombazzando.

Sulla sua fiancata c'era scritto, in geroglifici : " Vuoi sposarmi, Harry ?"

" Lou..." singhiozzò il riccio tremando leggermente.

" È un sì ?" chiese Louis avvicinando la sua sedia e prendendolo fra le braccia.

Harry annuì iniziando a piangere e il sacerdote ne approfittò per infilargli l'anello al dito.

" Ho amato tantissimo Zoor " sussurrò Louis " e lo amo ancora, ma solo per quella parte di lui che c'è in te. Ricordati, però, che se lui comparisse qui, in questo momento, davanti a me, io sceglierei sempre e solo te, per l'eternità "

Harry sorrise e bació Louis facendosi coccolare da lui.

Nel frattempo le strade di Los Angeles si svuotarono di gente e in un posto molto lontano, in un'antica tomba dimenticata, un libro che era stato molto importante nei secoli si sgretolò da solo, divenne polvere e si mescolò con la sabbia del deserto.

Grazie per aver letto, votato e commentato questa storia, vi aspetto domani con: "Le ali della libertà"!
Grazie