2.

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«Con chi parlavi al telefono?» gli chiese il chitarrista dai capelli fulvi, alzò un sopracciglio. Si sedette sul proprio letto con un tonfo.

«Stavi origliando?»

Archie abbassò lo sguardo.
«Forse. Ti ho sentito ridere, quasi non ci credevo» esclamò, forzando un sorriso.

Pensare che Jughead stesse ridendo con qualcuno che non fosse lui, stranamente, lo innervosì.

«Era Stiles. Mi ha chiesto di andare da lui per un paio di settimane.»

«Ah. E tu vuoi?»

Jughead si mise le mani in tasca. «Dobbiamo andarci tutti, Archie» rivelò, cercando di nascondere il velo di felicità creatosi sul volto.

«Aspetta, cosa? Dove abita?» chiese l'altro, contento di aver la possibilità di fuggire dalla sua oscura cittadina.

Libero. Poteva sentirsi finalmente libero.

«Beacon Hills, dovresti saperlo» rispose, e vide l'amico assumere un'aria preoccupata.

I suoi sogni di libertà in frantumi.

«Non guardarmi in quel modo, non accadrà nulla di male!»

«Una città definita sovrannaturale, fantastico! Ci vuoi far morire, per caso? Sono ancora troppo giovane!»

«Oh, hai ragione. Non sei ancora andato a letto con tutte le cheerleaders...» lo derise Jughead, con fare melodrammatico «...se tu dovessi morire come faranno quelle fanciulle senza i tuoi addominali?»

«Sai che mi da fastidio quando dici così...»

Jughead scrollò le spalle. «Smetti di fartele tutte e io smetterò di giocarci sopra.»

Archie sbuffò. «Ma loro stravedono per me!»

«No, stravedono per quel manico di chitarra che ti ritrovi.»

Il rosso scoppiò in una fragorosa risata alla frase dell'amico, divenne paonazzo in viso. Si coprì il volto con le mani, spazzando via le lacrime. «Dio, Jughead, questa era bella.»

«Non era una battuta.»

Il riso di Archie cessò in fretta, le gote presero colore. «Comunque...per quanto riguarda Beacon Hills...»

«Partiamo domani mattina.»

«Perfetto, avviso le ragazze» replicò il rosso con un cenno del capo «E, mh, una domanda: perché andiamo a Beacon Hills?»

Jughead sospirò profondamente. «Lydia, la migliore amica di Stiles, è stata uccisa nello stesso periodo dell'assassinio di Jason. A lui sono sorti vari dubbi...»

«Anche a te, suppongo.»

Il giovane dalla pelle olivastra annuì. «Voglio aiutarlo, così come lui vuole aiutare noi.»

«Vuoi solo aiutarlo?»

Jughead aggrottò la fronte. «Aspetta. A cosa vorresti alludere?»

«Insomma, ti piace?» chiese diretto, forse fin troppo, Archie, girando tra loro i pollici.

Non era riuscito a contenersi.
Avrebbe dovuto, si disse.

«La mia vita sentimentale non è tuo interesse e- sul serio, Arch?»

Il ragazzo dai capelli fulvi deglutì. «Parli spesso di lui, e ho pensato-»

«Male. Hai pensato male.» lo interruppe l'altro, alquanto infastidito.

«Jug, sto solo cercando-»

«Di fare cosa? Di parlare con me come due ragazzi farebbero normalmente? Non solo quel tipo di ragazzo, okay?» sbottò improvvisamente «Non sono normale, Archie. Sono strano, stranissimo. Ho sempre questo maledettissimo cappello sulla testa, non rido quasi mai ed il mio umore peggiora giorno dopo giorno.»

«Jug. Smettila, per favore...»

«Guardami. Ti sembro un tipo normale?»

Archie sospirò. «No, no! Ed è per questo che sei mio amico. Per me sei come-»

«Come un fratello, lo so» concluse Jughead, lo sguardo basso.

Un fratello.
Basandosi sui recenti avvenimenti tra loro, pensò Jug, definirsi fratelli era l'errore più grande che potessero fare.

«Qualunque cosa ti passi per quella tua mente fantastica, puoi dirmela. Sono qui per questo» gli ricordò l'amico, sorridendogli.

«Non lo farò mai» sussurrò Jughead, prima di solcare il varco della porta della loro camera.

«Dove vai?»

Il moro roteò gli occhi. «In giardino. Scrivo.»

Archie alzò con uno slancio, nell'intento di seguirlo. «Vengo con te!»

«Oh, giovane apprendista. Cosa vuoi che scriva?»

«Oh, maestro, scriva sul viaggio che sarà intrapreso domani mattina. Non scriva riguardo il pargolo dei Blossom, è alquanto deprimente...»

Jughead sorrise. «D'accordo, mi segua Archibald»

Ad ogni scalino l'ansia del giorno a venire aumentava sempre più.

Redhead Troubles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora