11.

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«È chiuso in camera sua» gli disse Jughead, alquanto preoccupato «Non vuole parlare con noi.»

Derek corse immediatamente al piano di sopra, battendo le mani sulla fragile porta di legno della camera. «Stiles» lo chiamò urlando, lo sentì piangere dall'altro lato. «Stiles, esci diamine!»

Riusciva a percepire più dolore di quanto non avesse mai percepito in vita sua.

«Stiles!» continuò a gridare, sul punto di aprire l'anta con la forza che la sua natura mannara gli forniva.

«Derek?» domandò l'umano in risposta, come se la voce di Derek avesse avuto il potere di risvegliarlo da una profonda trance.

«Stiles, per favore, dimmi che stai bene...»

Il giovane, rannicchiato sul pavimento freddo, si alzò goffamente per aprire la porta e ritrovarsi davanti l'uomo di cui era follemente innamorato.

Derek gli prese il viso tra le mani. «Stai-stai bene?»

Stiles scosse il capo, gli occhi pieni di lacrime. Gettò le braccia al collo del lupo e si lasciò avvolgere e confortare. Le mani tremanti. «Dimmi-dimmi che è un incubo, un terribile incubo...»

Derek deglutì. «Va tutto bene, Stiles.»

Stiles guardò i suoi occhi verdi e profondi, quasi sul punto di annegar dentro essi. Il suo sguardo si posò sulle labbra. «Der?»

«Si?»

Stiles si sporse in avanti per sigillare le loro bocche in un casto bacio in quel momento di sua massima debolezza e vulnerabilità, in cerca di un'ancora a cui appoggiarsi per non essere avvolto dal buio che la morte di Lydia aveva creato. Il cuore di Derek perse un battito. «Stiles...» sussurrò, e lo strinse ancora più forte con la paura di perderlo per sempre.

***

Scott aveva lo sguardo perso nel vuoto. «Non riesco ancora a crederci...»

FP Jones. Non riesco a crederci...non può essere lui. Non il padre di Jughead.
Come...come ho fatto a non accorgermene? Jug era così affascinato dall'assassinio di Jason...forse perché...
Forse lui sapeva.
Forse mi ha preso in giro tutto questo tempo per divertirsi.
Si è preso gioco di me.’

Malia gli poggiò una mano sulla spalla per dargli conforto. «Nessuno può.»

‘Mio padre Clifford Blossom sta venendo qui.

Mio padre? Un assassino. Come ha potuto...come ha potuto uccidere suo figlio? Mio fratello? Povero JJ.

Tra poco riuscirò a stare con lui, lo sento.

La fine è vicina, me lo dicono le voci. La mia fine è proprio dietro l'angolo.
Ucciderà anche me, è solo questione di tempo. Ma no, non glielo permetterò.

Non avrà quella sua macabra soddisfazione nell'aver ucciso anche me.

Un urlo, solo un ultimo urlo...per abbandonare questo ignobile mondo.’

Jughead tremò visibilmente. «Spero che Stiles stia bene dopo...dopo quello che abbiamo letto prima...»

Certo, con queste prove FP poteva finalmente essere libero, essere scagionato e vivere una vita normale con la sua famiglia. Ma no, tutto ciò che era successo aveva posto fine alla vita non di una sola persona, ma di due. Come si poteva gioire di ciò?

Archie lo guardò mentre i tremori diventavano sempre più costanti. «Jug...» gli afferrò una mano «...ho bisogno che tu ti calmi.»

Il moro alzò lo sguardo. «Lei si è uccisa e-e Clifford ha ucciso Jason e io non...non credo di potercela fare...»
Il colorito della sua pelle sempre più chiaro.

Il rosso lo fissò dritto negli occhi. «Si invece. Tu puoi fare tutto, Jug
Sei la persona più coraggiosa che abbia mai conosciuto. Hai superato tante cose in passato, sei caduto per poi rialzarti con un finto sorriso smagliante per rassicurare tutti. Riuscirai sempre a rialzarti, non importa quanto in basso cadrai: avrai me in ogni tuo passo. Sei forte, intelligente e...» sospirò quando vide il compagno che lo stava osservando con aria sognante, perso nelle tante parole pronunciate «...ed è per questo che ti amo

«Tu...»

Archie sorrise, sbalordito anche lui da ciò che aveva detto. «Si» gli sussurrò «Ti amo.»

Jughead alzò lievemente l'angolo destro delle labbra. «Suona bene...»

«Sto aspettando una risposta» lo rimbeccò il giovane dai capelli fulvi, alquanto impaziente.

«In realtà la starei aspettando anche io» si intromise Veronica, battendo le mani. (commento autrice: io con le mie otp)

Jughead afferrò la maglia di Archie e lo attirò a sé, sfiorando le proprie labbra con le sue. «Mi sento meglio, ora.»

Redhead Troubles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora