Stiles si sedette con poca delicatezza sul divano del salotto quando il cielo iniziò a riempirsi di stelle. «Non vedevo camera sua da tanto.»
Derek si sistemò al suo fianco, una mano sul suo ginocchio per dargli conforto. «Il suo odore in quella stanza non è ancora sparito.»
Stiles si voltò per guardare l'uomo vicino, gli occhi lucidi. «Quando passerà tutto questo?» domandò, la voce incrinata.
Una lacrima prese vita cadendo dalla iride nocciola dell'umano che, immediatamente, la spazzò via.
«Mentirei dicendo che starai completamente bene. Non dimenticherai mai la sua voce, o la bellezza dei suoi occhi, la lucentezza e il profumo dei suoi capelli rosso fragola, come tenevi a sottolineare, e-»
«È come...» Stiles cercò di trovare parole adatte per definire il suo stato emotivo, per esprimere al meglio il dolore che provava ogni secondo che pronunciava il suo nome come fosse un'entità quasi astratta «È come un vuoto che percepisco dentro di me e- e io non so come colmarlo...io-»
Un singhiozzo dopo l'altro. «Stiles-»
«Lasciami solo» gli chiese tra i sobbalzi «Non ho bisogno che- che tu...mi veda in questo stato...»
«Stiles, non me ne vado.»
«Scappa il più possibile da me, Der. Non voglio che tu...che tu venga trascinato nel mio baratro di incubi e paure...»
Derek gli si posizionò davanti, per vederlo meglio in volto, asciugandogli le lacrime che scorrevano senza sosta.
Gli prese le mani. «Stiles, vai a dormire.»
Un attimo di lucidità prese vita negli occhi dell'umano. «Derek...»
«Si?»
«Sei stato tu a riportarmi una settimana fa dentro casa quando ero sul tetto, vero?»
L'uomo annuì, rabbrividì appena.
«Stavo per saltare. Volevo farlo. Non puoi scappare dai tuoi pensieri senza morire, sai? Volevo solo...» tremò leggermente «...solo stare bene. Poi ho sentito la tua voce chiamarmi, e le tua braccia avvolgermi per non farmi affacciare ancora di più. Volevo oppormi, liberarmi dalla tua presa ma...cosa sarebbe accaduto, Der? Sarei morto proprio come lei. Un'altra ondata di dolore per te, per voi. Ho deciso di non far nulla e soffocare le mie urla contro la tua maglia.»
Derek non proferì parola, rimase immobile a fissarlo.
«Di' qualcosa, per favore...»
«Solo...non farlo più. Stiles, non provarci più» lo pregò l'uomo, strinse ancor più forte le mani pallide tra le sue.
Avrebbe perso la sua ancora. Non sarebbe riuscito a controllarsi senza di lui a tenerlo umano.
Stiles fece un cenno. «Grazie per avermi salvato.»
***
«Jughead, Stiles sta bene. Sta con Derek ora, non devi preoccuparti!»Il moro continuò a camminare per la stanza. «Ha avuto un attacco di panico. Non sarebbero dovuti andare lì, Archie.»
Archie rimase lì, a braccia conserte, appoggiato alla porta chiusa impedendo all'amico di andar giù a controllare.
«Derek sta con lui. Smettila di stare in ansia.»
Jughead serrò i pugni. «Sai che la mia ansia è perenne.»
«Anche la tua abilità nel darmi sel bugiardo è perenne. Ne ho avuta dimostrazione questa mattina, sai.»
Il moro sbuffò. «Ancora con questa storia?»
«Si, Jughead, ancora con questa storia» rispose il giovane dalle ciocche fulve leccandosi le labbra.
«Dimmi guardandomi negli occhi le cose che mi hai detto quella sera» gli ordinò l'altro «Fallo e ti crederò.»
Archie gli si avvicinò con passo cauto, sfiorandogli il braccio con il dorso venoso della sua mano. «Jughead Jones...»
Jughead deglutì.
«...io...»
Inspirò profondamente prima di continuare. Guardò dietro le spalle del moro, per prender coraggio, quando qualcosa catturo la sua attenzione. «...io-»
«Archie?»
Il rosso proseguì verso il quadro appeso alla grigia parete sinistra della stanza, scostando piano l'amico. «Questo dipinto l'ho già visto...»
Jughead perse un battito quando lo vide. «Archie, questo-»
«Si trovava nella camera di Jason.»
Perché si trovava lì?
Il corvino annuì e, al fianco di Archie, esamino anch'egli l'ammasso di colori. «C'è il suo nome in basso a destra.»
Quella sottile scritta dorata 'Jason Blossom' aveva il potere di fargli mancare la voce.
«Archie, togli questo quadro dalla parete.»
«Jug-»
Jughead lo supplicò con lo sguardo e l'amico eseguì ciò che gli era stato riferito.
Un imponente punto interrogativo, tracciato con il colore rosso, prendeva vita nella parte anteriore della tela.
Le iniziali L.M. in alto a sinistra.
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Redhead Troubles.
FanfictionDal Capitolo 1: «Non è un problema sovrannaturale, Derek. Mi serve dell'aiuto non sovrannaturale» mormorò di fretta, le mani tremanti. «Ah, certo, quindi questo...» Derek si avvicinò allo schermo del portatile, sbattè le palpebre «...Jughead Jones p...