7.

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«Ah, ovvio! Mi avete lasciato dormire, complimenti!»

Jughead alzò un sopracciglio. «Cosa avremmo dovuto fare? Dirti 'hai un quadro di un ragazzo morto firmato da una ragazza morta in camera?'»

Derek pose il quadro sul tavolo. «Questa cosa non mi piace...»

Veronica sbadigliò. «Sono le sei di mattina e stiamo guardando un quadro» il suo sguardo ammaliante, sebbene piuttosto stanco, si rivolse verso la ragazza bionda «B? Andiamo a dormire di sopra, dai.»

Betty, occupata nel guardare il dipinto, non fece caso all'allettante richiesta. «C'è qualcosa che non quadra...»

«Cosa, esattamente?» domandò Jughead, avvicinandosi all'amica.

Betty tracciò il punto interrogativo con le dita, il moro la seguì con i movimenti. Le sfiorò accidentalmente la mano.

Archie deglutì.

«È lo stesso rosso usato per i fiori, e la firma-»

«È dorata proprio come quella di Jason» concluse Jughead, sospirò mestamente allontanandosi dalla superficie lignea.

«Si trovavano insieme quando il quadro è stato dipinto» concluse Derek, le braccia incrociate.

«È stata Lydia a darmi il quadro» rivelò Stiles «Era così felice quella sera...»

«Forse perché lo aveva incontrato» suggerì Archie, lo sguardo basso «Lydia e Jason si conoscevano.»

Malia aggrottò la fronte. «Perchè un punto interrogativo?»

Jughead sbarrò gli occhi. «Esatto. Perché?» Si voltò verso Archie, come se in lui trovasse un punto fermo, come se lui fosse in grado di calmarlo e permettergli di ragionare.

«Nessuno sa se Lydia avesse un diario?» domandò Scott «Insomma, potremmo leggerlo e-»

«Certo che lo aveva» rispose prontamente Stiles «ma non so dove abbia potuto metterlo. Ieri non l'ho visto da nessuna parte.»

Derek roteò gli occhi. «Stiles, sei entrato e sei rimasto fermo guardando il vuoto. Se il diario fosse stato sotto il tuo naso non te ne saresti accorto comunque.»

Stiles controbattè con una linguaccia.

Liam si morse il labbro. «Beh, penso che dovremmo riandarci: è l'unica soluzione.»

***
«Perché quel ragazzino ha detto 'dovremmo riandarci' se stiamo investigando solo io e te in questo momento?» chiese Archie, aprì le varie scatole nella camera nel tentativo di trovare l'agognato diaro.

«Me lo sto chiedendo anche io. Perché mandarmi proprio con te? Insomma, avevo proposto di andare con Betty.»

Il rosso strinse i denti. «Se non mi vuoi al tuo fianco puoi anche andartene, mister rompiscatole.»

Jughead assottigliò lo sguardo. «Quando dico che ti odio, Arch, sappilo: lo penso sul serio!»

«Ricambiare il bacio di qualcuno significa odiarlo ai giorni d'oggi? Grazie per avermelo detto» mormorò Archie, frugrando tra i vari fogli della scrivania.

«La vuoi smettere con questa storia?»

Il giovane dai capelli fulvi si voltò di scatto. «Perchè non ammetti semplicemente che ti è piaciuto, Jug? Hai forse paura?»

Jughead storse il naso. «Sei ubriaco.»

L'altro si limitò a ridacchiare, barcollando leggermente. Si chiuse la porta alle spalle con gambe traballanti per poi dirigersi verso le scale.

Jughead venne in suo aiuto, sorreggendolo. «Puzzi, sul serio.»

«Jug...»

«Da quanto bevi? Insomma, si, sapevo che bevessi ma non ti sei mai ridotto così, diamine. Ti avevo detto di darti una regolata, e cosa hai fatto? Nulla di ciò che ti ho detto, come al solito, ovviamen-»

Sentì le labbra di Archie posarsi sulle proprie, e fu come respirare per lui. «Arch-»

«Sh.»

Jughead gli buttò le braccia al collo, stringendolo ancora più forte.
Poi rifletté sulla situazione. «Sei...troppo ubriaco...»

«Jug» disse l'altro, sorrise «credo di...amarti»

«Non sei in te, Archie-»

«Sono follemente innamorato di te.»

Jughead sospirò. «Non lo so.»

«Tu pensi che io abbia mentito, lo so, ma Jug...»

«Dimmelo. Dimmi ora che mi ami come hai fatto quella sera, cazzo. Perché non lo hai fatto la mattina dopo? Perché non lo hai fatto nei giorni a seguire? Perché hai fatto finta di nulla?»
Quanto rancore scorreva nelle sue vene.

Archie abbassò lo sguardo. «Avevo paura di fare qualcosa di sbagliato, avevo paura di rovinare tutto, io-»

«Lo hai già fatto.»

Il rosso ritornò al proprio compito, cercando di dimenticare le parole del compagno. Frugò tra i vari mobili e cassetti, non trovando nulla. Solo un mucchio di fogli sparsi senza un ordine ben preciso. «Deve essere da qualche parte...» sussurrò a sé, e la sua attenzione fu rivolta al letto posto al centro della stanza. «Forse...» Guardò immediatamente Jughead.

«Trovato qualcosa?»

Archie annuì. «Il materasso. Deve essere sotto il materasso.»

Redhead Troubles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora