Fantasmi Notturni

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Tina e Queenie avrebbero dormito nella stanza da letto di Queenie, mentre Newt e Credence  nella camera di Tina, quella che Newt aveva condiviso con Jacob.

La maggiore delle Goldenstein, tirò fuori la bacchetta e aprì la porta che dava sulla zona "notte" della casa, mostrando il ferro da stiro auto-stirante, dei panni che si lavavano e si andavano a stendere da soli, e tanti altri elettrodomestici che sotto l'effetto della magia, agivano come se fossero dotati di una coscienza propria.

Credence, quasi svenne alla vista di qulla scena, Queenie lo fece calmare e gli assicurò che presto si sarebbe abituato a tutta quella magia, più tardi quella stessa sera mentre Queenie preparava un gustoso pollo al forno con patate, avvalendosi della sua fedele bacchetta Credence la osservò per tutto il tempo in silenzio, estasiato.

Quando fu l'ora di andare a letto, Credence si infilò in un grazioso lettino con le lenzuola rosa, quello che una volta doveva essere appartenuto a Queenie, diede la buonanotte a Newt, ma si accorse che era già caduto in un sonno profondissimo, così dopo essersi rigirato un pò nel letto, si addormentò, una ventina di minuti dopo, però cominciò a fare un sogno, sentì però la stessa sensazione di quando l'obscurus si impossessava di lui ogni notte, si svegliò di soprassalto, ansimante e sudato, e trascorse il resto della nottata in bianco.

Ad un isolato di distanza, in quello stesso momento, qualcun altro stava avendo sonni inquieti, era il Mago Oscuro che di giorno era capace di atterrire il mondo intero, mentre di notte era in balìa di una forza ben più oscura, il suo subconscio.

Gellert Grindelwald, dopo una giornata di interrogatori ininterrotti, in cui si era rifiutato di rispondere a ciascuna delle domande degli Auror, giunto in una piccola e buia celletta, si era immediatamente addormentato con la testa appoggiata su una parete di pietra grezza e gelida.

La sua mente tentò di scaldare il corpo, attraverso un ricordo, si delineò nella sua mente la memoria di un giorno trascorso nella sua casa d' infanzia, immersa nelle estese campagne fuori Hannover, gli sembrava di sentirne ancora l' odore di crostata di ciliege misto a quello dell'erba appena tagliata. Quel ricordo risaliva a qualche mese dopo la morte di suo padre a causa di una malattia incurabile, ma era uno dei più felici che aveva.

Un piccolo Gellert di circa nove anni, sedeva accanto alla madre che leggeva ad alta voce la favola di tre fratelli che ingannavano la morte, il sole che entrava dalla finestra, illuminava quella scena, a quei tempi entrambi pensavano che sarebbe stato così per sempre.

Improvvisamente, i sogni di Grindelwald furono interrotti da un ricordo più freddo e triste di quella notte di Dicembre.

Ricordó il giorno in cui il marchese Edgard Grindelwald suo zio, rimasto vedovo qualche anno prima, appellandosi alle leggi vigenti in Germania, chiese la mano alla madre di Gellert e lei non potè rifiutare, sebbene il suo defunto consorte le avesse sempre raccontato quanto Edgard fosse egoista e meschino.

Dopo le nozze, Gellert fu costretto a trasferirsi a Berlino, nel Palazzo Grindelwald, in cui visse con i figli di Edgard, cresciuto dalle balie e dai maggiordomi, mentre sua madre seguiva il consorte nei suoi viaggi d'affari.

I figli di Edgard, non perdevano occasione di maltrattare Gellert che era il più piccolo e di farlo sentire inferiore, per il solo fatto di non frequentare ancora l'Accademia Durmstrang.

Dopo mesi di assenza Edgard e sua madre tornarono a casa, Gellert corse da sua madre e le disse che sarebbero fuggiti, la madre tentò di dissuaderlo, perchè loro due soli non avrebbero potuto fare nulla contro lo zio Edgard, Gellert le promise che avrebbe trovato la bacchetta di Sambuco, e una volta diventato invicibile l'avrebbe liberata, in quel momento entrò lo zio che iniziò a deriderlo, e li apostrofò con una frase che non avrebbe mai più dimenticato.

- Voi due appartenete a Me e a questa casa per sempre. -

Da quel giorno, sua madre si arrese al suo destino, lasció che il suo nuovo consorte la ricoprisse di gioielli e abiti costosi, in poco tempo diventó anche lei una delle marionette di Edgard.
Gellert, smise di cercare lo scontro, ma il rapporto con i suoi fratellastri fu sempre negativo, ma lo rese forte.
Negli anni in cui frequentó Durmstrang, lo temevano in molti, e si creó una cerchia ristretta di suoi fedelissimi, e si riconoscevano sotto il nome  "Le spade di Numengard".
Al suo sesto anno, fu espulso per aver tentato di rubare un libro posseduto dal Preside.
Senza più un posto dove andare tornó a casa, per convincere sua madre ad andare via con lui.
Edgard peró non gli permise mai di restare solo con sua madre, così una notte preparó la sua valigia, deciso ad andar via da solo, e poco prima di lasciare quel luogo che tanto odiava, un maggiordomo gli consegnó il libro delle fiabe che leggeva da bambino.
Dentro trovó scritte su un pezzo di carta, le poche cose che sua madre era riuscita a scrivere senza essere scoperta, un indirizzo e un nome: Batilda Bath.

Un pallido raggio di sole illuminó la fronte corrucciata di Grindelwald, i suoi pensieri notturni si dissiparono come nebbia, e il male tornó ad essere l'unico abitante della sua anima.

Animali Fantastici e Dove Trovarli: Destinazioni IncantateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora