Capitolo 3

386 18 0
                                    

         Dorian

Quarantotto ore prima.

Ero affacciato alla finestra e ascoltavo i rumori di Falchental.
Gli otto mesi trascorsi in Libano mi avevano formato molto emotivamente, i bambini affamati, sporchi e ammalati continuavo a sognarli ancora di notte.
Sogni che mi tormentavano ancora l'anima.
Apparentemente diversi,ma che si concludevano tutti allo stesso modo; il volto di un'angelo dai capelli d'oro accoglieva tra le sue braccia ogni singolo bambino per farlo addormentare, era evidente che il sonno sarebbe stato eterno.
Anche quella notte fui svegliato dall'urlo straziante di uno di quei bambini portati in grembo da quell'angelo, invece, i bambini sotto casa mia erano già pieni di energia ed erano solo le otto di mattina,come sempre di andare a scuola proprio non ne volevano sapere.
Mi riportavano indietro con il tempo, a quando da piccolino lottavo con mia madre per rimanere con lei a casa.
La mia mamma, quanto mi mancava e quanto mi manca ancora oggi, erano passati solo undici mesi dalla sua morte, eppure mi sembrava già un'eternità.
Da piccolo ero diverso dagli altri bambini,ed era questo il vero motivo per cui di andare a scuola non ne volevo proprio sapere, ero cresciuto senza papà, non sapevo neppure chi fosse ,mi divertivo di tanto in tanto ad immaginare il suo volto e la mamma evitava sempre di parlarmi di lui.
Con il passare degli anni decisi di diventare un uomo diverso da quello che poteva essere stato mio padre, il ricordo di mia madre di notte, che rammendava i calzini delle persone del vicinato, mi faceva ancora male. La mattina invece lavorava come cameriera nella grande casa dei Ritter, la famiglia più benestante di Falchental.
Una donna cosi non meritava dispiaceri ed è per questo che volli diventare un soldato, il mio stipendio sarebbe bastato per entrambi e con qualche missione riuscivamo a coprire tutte le spese.

Il cellulare squillò e fui strappato dai miei dolci ricordi proprio mentre avevo annusato il profumo di mia madre.
《 Kevin dimmi!》
《 Dorian c'è stato un brutto incendio alla Falchental Porcellane, serve aiuto ai pompieri della città!》
《 Arrivo, ci vediamo li! 》
Rianganciai il telefono e contemporaneamente indossai la divisa.
Mi precipitai in fabbrica dove mi attendeva uno scenario infernale, tra quelle fiamme e i sbuffi di fumo c'erano parecchie vite in pericolo ed io, insieme alla mia squadra e ai pompieri della  città, dovevamo salvarli. Pianificammo il lavoro insieme ed entro pochi minuti entrammo nell'edificio in fiamme.
Mi ritrovai davanti alla porta di quella che doveva essere la mensa,iniziarono a bruciarmi gli occhi e respirare diventava sempre più faticoso.
Indicai al mio gruppo alcuni corpi da portare in salvo mentre io e Kevin ci diriggemmo lungo un corridoio che conduceva agli uffici.
Tra le fiamme vidi il corpo di una giovane ragazza dai capelli neri, il lato destro del suo volto stava bruciando 《Kevin da questa parte!》 urlai, Kevin la sollevò sulle spalle e si diresse in fretta verso l'uscita.
Poco distante giaceva sul pavimento un altro corpo, scorsi un'altra giovane ragazza respirava affannosamente.
Dovetti far pressione su tutti i muscoli del mio corpo per caricarmela in braccio e alla fine scorsi il suo volto.
I sui lunghissimi capelli color oro mi riportarono alla mente i sogni che continuavo a fare ogni notte,poi i suoi occhi si chiusero e lei si lasciò andare completamente tra le mie braccia.
Iniziai a  lottare contro le fiamme che diventavano sempre più imponenti, precipitandomi verso l'uscita.
Arrivato fuori caddi in ginocchio su uno dei primi gradini che portavano alla fabbrica, con il mio angelo tra le braccia urlai
《AIUTO!》
Quello che dall'aria pareva un infermiere mi corse incontro per aiutarmi, dopo diverse manovre di rianimazione la caricano sul primo mezzo di soccorso disponibile e la portarono in ospedale.
L'istinto di seguirla era irrefrenabile, ma il dovere mi riportava indietro, in fabbrica dove altre vite aspettavano di essere salvate.
Continuai il mio dovere da soldato con i secondi che trascorrevano veloci, diventando minuti, i minuti in ore mentre il mio mio unico pensiero era lei.
Dovevo assolutamente rivederla.

My Soldier My HeroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora