Dorian
Ero arrabbiato con lei, con quella che credevo fosse mia madre e con il mondo intero.
Certo non mi aveva fatto mancare nulla, ma mi aveva cresciuto nella menzogna per più di venti anni e ormai era giusto continuare su questa linea.
Quando sentì le chiavi girare nella toppa tirai un sospiro per provare a calmarmi, Milly entrò tenendo lo sguardo basso ma io non riuscì a trattenere la rabbia: 《CHE CAZZO HAI COMBINATO?!?》urlai.
《Volevo solo fare qualcosa per te.》rispose lei giustificandosi.
《No, non è possibile. Ne avevamo già parlato e non era questo quello che volevo.》la rabbia mi stava facendo esplodere le tempie, avevo tutte le vene del collo gonfie, probabilmente sarebbero scoppiate da un momento all'altro.
Mi appoggiai al lavandino della cucina e aprì il rubinetto per far uscire un po' di acqua fresca, mentre mi bagnavo i polsi mi accorsi che stavo piangendo. Sentì Milly appoggiarsi al mio corpo, il suo abbraccio e il suo calore mi tranquillizzò.
《Devo rivelarti una cosa.》sussurrò.
《Se si tratta del mio presunto fratello non voglio saperlo.》dissi senza voltarmi.
《Tranquillo, probabilmente non ha intenzione di vederti. Si tratta di me... di noi.》disse stringendomi più forte nel suo abbraccio. Io non risposi così lei continuò a parlare.
《Ti ho sognato la notte prima dell'incendio e quella prima ancora,tutte le notti per una settimana.》mi irrigidì, non riuscivo a credere a quelle parole. Mi aveva sognato ed io avevo sognato lei. Riprese a parlare: 《Nel sogno tu mi salvavi da un incendio, poi tutto ciò è accaduto veramente e tu sei entrato nella mia vita. Sentivo così il bisogno di fare qualcosa per te.》tacque.
Non so esattamente quanti minuti passaro prima che io mi girassi per abbracciarla.
《Ti ho sognata anche io. Tutte le notte da quando sono tornato dal Libano fino al giorno in cui ti ho salvata dalle fiamme.》ci guardammo negli occhi e scoppiammo a piangere stringendoci più forte. Perdendo il controllo dei nostri corpi, facemmo l'amore lì sul tappeto della cucina.
~.~Passarono i giorni e ci buttammo alle spalle tutta questa storia, Milly continuò a lavorare per Mundo e io conclusi l'addestramento per la missione.
Premarammo insieme i miei zaini mentre lei continuava a chiedermi di non patire, ma io non potevo tirarmi indietro e purtroppo quel giorno arrivò.
Mi accompagnò all'aeroporto militare, dove ci salutammo con mille baci e abbracci. Mentre l'abbracciavo forte per portarmi dietro un po' del suo calore e del suo profumo le sussurrai all'orecchio: 《Quando torno ti sposo!》i suoi occhi brillarono, ma non per il pianto. Quelli erano gli occhi della speranza. Tutte le donne dei miei compagni avevano quel barlume, era forse quello che le accomunava tutte. La speranza di poter rivedere il proprio uomo sano e salvo.
Salì le scale di ferro dell'aereo e arrivato quasi in cima mi voltai a guardarla, per la prima volta la vidi piangere. Non aveva mai pianto fino a quel momento, probabilmente voleva mostrarsi forte e darmi coraggio. Mi si spezzò il cuore e pregai Dio di far volare in fretta questi otto mesi.
Sollevai una mano in aria per salutarla e indirizzarle un bacio, ma proprio in quel momento un uomo gli posò una mano sulla spalla ed io mi bloccai. Anche se il vetro, dietro il quale stavano, non mi permetteva di vedere bene, riconobbi perfettamente i tratti di quello che dicevano essere mio fratello.
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My Soldier My Hero
RomanceMilly è una giovane visagista che ha iniziato da poco a lavorare in una famosa azienda di porcellane presente nella sua città. È ossessionata dagli incubi notturni e da un paio di occhi color ghiaccio che ogni notte la tormentano. A pochi chilometri...