Capitolo 13

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Milly

Passavano i giorni, le settimane e i primi mesi. L'appartamento di Dorian diventava sempre più vuoto ed io mi sentivo sempre più sola. Spesso mi divertivo a rovistare nelle sue vecchie cose, questo mi permetteva di scoprire qualcosa in più su di lui e sul suo passato. La sera puntualmente ci ritrovavamo in chat e spesso, quando era solo, riscoprivamo la nostra intimità ed il nostro piacere.
Il lavoro procedeva a gran carico, avevamo lanciato una nuova linea di ceramiche sul mercato che avevo disegnato e progettato io e iniziarono così le prime soddisfazioni personali. Questo mi portò a lavorare a stretto contatto con Mr.Mundo, scoprendo così che,oltre ad alcuni tratti somatici, somigliava a Dorian anche nel carattere. La stessa testardaggine, la stessa passione per il lavoro e la stessa dolcezza nel prendersi cura delle altre persone. Da quando era venuto all'aeroporto per salutare suo fratello riuscivo a guardarlo con occhi diversi, eppure, nonostante passassimo tanto tempo insieme, non mi aveva mai chiesto di Dorian e non aveva mai accennato alla storia del diario. Certo, spesso mi chiedeva come stavo, se avevo bisogno di qualcosa e come stessi trascorrendo questo tempo lontana dal mio amato. Facevo fatica a capirlo e questo mi ricordava tanto Dorian.
Quando la nostalgia prendeva il sopravvento mi intrufolavo nel suo armadio e, staccando una maglia dalla cruccia, mi accomodavo sul ripiano e, stringendola al petto, inalanvo il suo profumo. Un giorno, mentre ero nascosta nell'armadio, sentì suonare il campanello. Mi diedi una sistemata veloce e aprì, con mia grande sorpresa trovai Erich dall'altro lato della porta.
《Mr.Mundo, che piacere. Si accomodi.》dissi meravigliata.
《 Ciao Milly. Tranquilla, sono solo di passaggio e volevo sapere come stavi.》disse facendomi rimanere ancor più sbigottita.
Indietreggiai per permettergli di entrare ma lui continuava a rimanere immobile sulla soglia della porta.
《Non vorrei crearti troppo disturbo, ma soprattutto non vorrei creare inutili pettegolezzi nel vicinato. Tranquilla vado via.》e senza nemmeno darmi il tempo di rispondere si incamminò nel vialetto di casa per salire nella sua Lamborghini metallizzata. E nemmeno allora riuscì a fare a meno di confrontare la sua camminata con quella di Dorian, erano uguali anche in quello ed io mi ritrovai a soffocare un sorriso.
Involontariamente gli urlai dietro pregandolo di restare,lui si voltò a sorridermi e quegli occhi color ghiaccio mi fecero tremare non solo il corpo ma anche l'anima.
Passammo l'intera serata a chiacchierare e a sorseggiare un buon calice di vino che Dorian aveva in cantina. Rileggemmo qualche pagina del vecchio quaderno e ben presto mi ritrovai a perdere ogni formalità nei suoi confronti. Per me divenne solo Erich. Il tempo volò così in fretta che non mi resi conto del fatto che Dorian quella sera non aveva ancora chiamato per la solita webcam.
《Erich puoi darmi qualche minuto?》gli chiesi.
《Certo, che succede? Sei diventata improvvisamente seria.》rispose assumendo un'aria preoccupata.
Accesi il mio portatile per controllare se Dorian era collegato, ma il pallino accanto al suo nome era rosso. Sospirai.
《C'è qualcosa che non va'!》esclamai guardando Erich.
《Ma dai tranquilla!》mi incoraggiò lui poggaindomi una mano sulla spalla.
Lasciai il computer acceso sul tavolo della cucina per attendere una chiamata da parte di Dorian, ma in cuor mio non ero tranquilla. Continuavo a ripetermi che andava tutto bene provando a soffocare pensieri negativi.
Alle 21.30 il campanello di casa trillò per la seconda volta durante la giornata, sobbalzai guardando Erich quasi spaventata. Il cuore iniziò a martellarmi nel petto mentre costringevo i miei occhi a non piangere. Avevo sempre avuto paura del mio sesto senso.
Mi feci forza e andai ad aprire.
Mi ritrovai dall'altro lato un ragazzo con la stessa divisa di Dorian ed i suoi stessi capelli a spazzola. Quando mi vide sulla soglia della porta si tolse il baretto e mi chiese:
《Lei è la signorina Milly Even?》
Iniziai a piangere senza sapere ancora il motivo di questa visita, ma qualcosa mi diceva che quel ragazzo non era venuto a portarmi buone notizie.
《Che cos'è successo?》chiesi asciugandomi le lacrime.
《Signorina purtroppo devo darle brutte notizie.》abbasso lo sguardo, e quando lì rialzò mi accorsi che anche lui stava piangendo. Riprese a parlare singhiozzando: 《C'è stato un'attentento nel nostro campo, purtroppo nessuno dei nostri ragazzi ce l'ha fatta.》
Sentì le mie gambe tremare, divennero poi  molli, mi aggrappai alla porta per cercare di non cadere. Avevo la testa in un turbine ed il cuore che batteva così forte da sentirlo in gola. Ricordo lo sguardo pieno di lacrime di Erich e le sue mani che provavano a sostenermi. Per la seconda volta nella mia vita persi i sensi, stavolta però a salvarmi non ci sarebbe stato il mio amato soldato.

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