"In realtà non è successo nulla di eclatante" disse la mia amica, "abbiamo solo par-" prima che finisse la frase, qualcuno aprì la porta della stanza con violenza, era Federico.
"Ma stai bene? Un po' di privacy? Almeno bussa prima di entrare!" Gli dissi e fece un ghigno per le ultime parole. Risi e arrossii.
"La prossima volta lo farò dai però calmati"
A quelle parole lo guardai e mi alzai in piedi, dato che ero sul letto.
"Tu oltre a entrare nella stanza di Clara senza bussare, o almeno facendolo con calma, pretendi pure che mi calmi? Davvero? Spero stia scherzando" dissi cercando di sembrare più calma possibile ma, ovviamente, iniziai ad urlare e ad arrossire a furia di urlare. Senza che me ne rendessi conto, ero arrivata a pochi centimetri da Federico, dalla su bocca, eravamo così tanto vicini che riuscivo a sentire il suo respiro addosso.
"Ehm io vado giù, penso di aver lasciato il telefono in cucina." Intervenne la mia amica uscendo dalla camera chiudendo la porta. Eravamo da soli. Lo guardavo negli occhi e mi ci perdevo all'interno, in quegli occhi blu e profondi. Il mio sguardo cadde sulla sua bocca. Iniziai a mordermi il labbro inferiore forse perché ero nervosa, o forse lo facevo semplicemente perché Avevo una dannata voglia di baciarlo ma, conoscendolo, non sapevo se ne sarebbe valsa la pena. Si inumidì il labbro inferiore con la lingua guardando le mie labbra.
_Calmati, resisti a quelle labbra, a quegli occhi, a quella lingua_
mi ripetevo. Sentendomi a disagio e non sapendo che fare, mi guardai intorno, senza fare un passo da dove mi trovavo. Ma lui mise due dita sotto il mio mento e girò la mia testa verso di lui, facendo in modo che lo guardassi. Deglutii silenziosamente. Si avvicinò sempre di più fino a far unire le sue umide labbra alle mie. Fu un semplice e lungo bacio a stampo. Un insieme di emozioni si creò in me. Si staccò e sorrisi seguita da lui. Ci unimmo nuovamente, questa volta però mise le sue mani lungo i miei fianchi e io misi le mie dietro il suo collo. Mi portò verso il letto e mi fece stendere sotto di lui continuando a baciarmi. Staccò le sue labbra dalle mie per poi portarle all'angolo della mia bocca, scendendo sempre di più, arrivando al mio collo. Ansimai. La stanza si riempì di scocchi e ansimi causati dai suoi baci.
Provò a mettere una mano sotto la mia maglia ma glielo impedii.
"F-Fé" provai a parlare ma i suoi baci sul collo me lo impedivano. "Non voglio fare lo stesso errore che feci da ubriaca, non adesso" mi guardò "cosa intendi con 'non adesso' ?" Disse con voce roca, mi faceva impazzire ma allo stesso tempo non volevo cadere di nuovo nel suo gioco. "Nel senso che se dovesse succedere, spero accada da ubriaca di nuovo, almeno non ricorderò nulla in giorno dopo." Rimase a fissarmi per qualche secondo con uno sguardo confuso, perplesso. "Quindi tu non ricordi nulla di quella notte?" Mi chiese. "N-no." Mentii. "Tu?" Continuai. Serrò la mascella, si alzò e "Mh, non molto" rispose. Qualcosa mi diceva che stava mentendo quindi, con aria di sfida, gli dissi "Eh certo, con tutte le troie con cui sei andato a letto sicuramente non ricordi niente di quello che hai fatto. Ma non solo con me, sicuramente non ricordi neanche quello che hai fatto alle altre." Mi guardò, le sue pupille si dilatarono, deglutì prima di uscire per poi sbattere la porta con violenza.
Ad essere sincera il fatto che lui non ricordi nulla mi ha fatto un po' male, pensavo si ricordasse almeno di quella notte.