4 Scontroso

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Lydia si stese sul letto della camera: era spaziosa con le pareti verdi, un letto con le lenzuola azzurre tendenti al blu, una scrivania di quercia, una sedia dello stesso materiale con un cuscino celeste e un armadio sempre di quercia. C'era anche una finestra con le tendine celesti e uno specchio a figura intera ornato da foglie di argento. Lydia si specchiò, non le stava male il vestito, anche se non era il suo stile. C'erano altri vestiti nell'armadio. Lei li guardò ma fu interrotta dalla voce di Catrine. "Non cambiarti, stai bene vestita così" le disse. Lydia chiuse l'armadio e affiancò la bionda nel corridoio. Le pareti dei corridoi erano bianche e ogni venti metri c'era una vetrata. Lydia notò che da lì si vedeva un bel panorama. "Dove andiamo adesso?" chiese Lydia curiosa. Era la prima volta che era curiosa su quello che sarebbe successo di lì a qualche minuto o ora. Dopo aver attraversato diversi corridoi le ragazze arrivarono in un'ampia sala, una sala adibita alle riunioni. Lydia si ricordò che Catrine non le aveva risposto, perché rispondeva poco alle sue domande?
Nella sala c'era una ragazza, un ragazzo e un...un folletto? Il folletto era basso con la pelle candida e dei riccioli rossi che sfuggivano dal verde cappello a cilindro. Era grasso e sembrava una palla. La ragazza aveva i capelli neri che verso le punte diventavano celesti, gli occhi marroni nocciola e la pelle candida. Era leggermente più alta di Catrine e anche lei aveva delle belle curve ed era magra. Il ragazzo aveva la pelle pallida, gli occhi di un celeste profondo e affascinante e i capelli neri spettinati in una maniera sovrannaturale. Era alto, e anche tanto, con i muscoli scolpiti che si intravedevano attraverso la maglietta bianca.
Catrine si schiarì la voce e tutti si girarono verso le due ragazze sulla porta. "Lei è Lydia Rulling" disse indicando la mora. La ragazza dai capelli colorati sorrise e disse: "Io sono Melanie Gillons". Il folletto zampettò intorno a Lydia studiandola. Le arrivava a malapena alla coscia. "Io sono Let Lat" disse euforico. Lydia lo guardò sconcertata e il ragazzo rise divertito. "E tu sei...?" chiese Lydia posando il suo sguardo su di lui. Doveva ammettere che era un bel ragazzo. "Io sono Matthew Callagan" disse lui. Non sorrise, non si mosse e non aggiunse un 'piacere di conoscerti' e il suo tono era neutro. Peggio di me, pensò Lydia. "Come mai lei è qui?" chiede Let. "Non ricordi? La ragazza che i Tracnih hanno preso di mira" disse Catrine con fare ovvio. "Quindi va addestrata?" chiese Melanie. "Sì" disse Catrine. "Vediamo cosa sai fare" disse Matthew alzandosi. "No, aspetta wonderboy! Io voglio delle risposte!" disse Lydia ferma dov'era. Melanie rise leggermente e così pure Catrine. Let sorrise divertito. "Wonderboy?" chiese Matthew, non sembrava arrabbiato, solo infastidito. "Hai capito bene...wonderboy" disse Lydia facendo un passo avanti. "Cosa vuoi sapere...ragazzina?" disse Matthew risedendosi. Ragazzina? Lydia percepì un po' di irritazione farsi strada in lei, ma cercò di frenarla il più possibile. "Prima di tutto, perché questi..." cominciò ma non le veniva il nome di quegli essere strani. "Tracnih" la aiutò Catrine. "Ecco, perché mi hanno preso di mira?" chiese Lydia. "O sono veramente stupidi che non sanno riconoscere dell'insala da una torta o tu sei un'evocatrice o dominatrice" disse Matthew. "Io azzarderei la seconda" disse Catrine. "E per quale assurda ragione?" chiese Matthew. "Perché io c'ero quando l'hanno aggredita, a un certo punto si è sprigionato uno spirito dal suo petto e io non avevo fatto nulla" disse Catrine sedendosi. "Fermi un attimo! Volete spiegarmi" disse Lydia. "Uno spirito è l'anima e gli evocatori o dominatori sono in grado di evocarla sotto forma di creatura fatta di pura magia. Siamo come degli stregoni anche perché riusciamo a fare semplici incantesimi" disse Melanie. Lydia annuì e si sedette con loro. "Ma perché prendere di mira una ragazzina? Anche ammesso che sia un'evocatrice o una dominatrice non sa niente!" disse Matthew. "Ti ricordo che ci sono anche io in questa stanza" disse Lydia che cominciava ad arrabbiarsi. Lui sembrava non averla ascoltata. "Forse l'hanno confusa con un'altra" disse Melanie. "Secondo me no!" disse Catrine alzandosi di scatto. "La luce che ho visto era bianca, un fascio di luce bianca che ha sbaragliato il Tracneh! Solo una dominatrice potente può fare una cosa del genere senza addestramento!" disse Catrine e Melanie guardò Lydia sorpresa. "Luce bianca?" ripeté. Catrine la guardò interrogativa. "Luce bianca, la luce della purezza, la luce della Guerriera Bianca" disse Melanie come incanta. "Andiamo! Lei non può essere la Guerriera Bianca, anche perché è morta!" disse Matthew. "La Guerriera Bianca?" ripeté Lydia. "Ora è tempo che tu vada!" abbaiò Matthew. "Dove?" chiese Lydia. "Via!" disse Matthew facendola alzare con la forza. "E se l'attaccano di nuovo?" chiese Catrine sbarrando la strada a Matthew. "A quanto fare sa difendersi" disse Matthew facendo spostare Catrine. Lydia stava per uscire dall'edificio quando sentì qualcuno chiamarla. Si girò e si trovò di fronte Alex. "Dove vai?" le chiese. "Via!" rispose lei. Lui la guardò interrogativa e lei si fermò proprio sulla porta. "A...a che ora sei nato?" chiese Lydia abbassando lo sguardo. "Alle 8:00 am." disse lui. Lydia alzò lo sguardo sorpresa, pure lei era nata a quell'ora. Uscì dall'edificio e si tolse i tacchi. Camminò a piedi nudi fino a Central Park. Lì buttò i tacchi nel lago e si sedette su una panchina. Matthew non la voleva lì, a quanto pare non aveva voglia di conoscerla. Lei sapeva poco e niente del mondo, anzi non sapeva niente. Poteva provare a conoscerlo, ma da sola come avrebbe fatto? Ora era veramente sola: la sua famiglia non si ricordava più niente di lei. Però era quello che desiderava da tanto: avere la possibilità di sparire e ricominciare da zero. Ora non era più sicura di volerlo, ora era triste perché lei non era più Lydia Rulling: ora lei non era nessuno. Si rannicchiò sulla panchina e con questi pensieri per la testa si addormentò.

Sta attenta a ciò che desideri, potrebbe rivelarsi il tuo peggior incubo.

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