5 Tracneh

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Lydia si svegliò e la prima cosa che vide furono due occhi celesti tendenti al blu. La ragazza si mise a sedere e una Catrine agitata l'abbracciò. "Per fortuna stai bene!" sussurrò la bionda. Una volta sciolto l'abbraccio Lydia si mise in piedi e guardò il lago, le sembrava più affascinante del solito. Ora vedeva il mondo con occhi diversi, come se non ci fosse un domani. Non aveva trovato niente per tagliarsi e falla finita, ma ora non era poi tanto sicura di volerlo fare.
"Dove sono i miei tacchi?" chiese Catrine alludendo ai tacchi che le aveva prestato. Lydia si risvegliò dai suoi pensieri e si guardò i piedi nudi. "Oh, si sono rotti. Te ne comprerò dei nuovi" mentì la mora. "Perché sei qui?" chiese poi. "Perché...perché voglio addestrarti" disse Catrine incatenando i suoi occhi a quelli grigi della ragazza che aveva di fronte. "Perché?" chiese Lydia. "Perché ritengo che tu abbia delle potenzialità" disse la bionda. "No, non le ho" disse Lydia guardando di nuovo il lago, qualcosa non le quadrava: di solito è mosso dal vento e quindi increspato, ma ora era calmo, piatto. Gli si avvicinò a passo deciso e sfiorò l'acqua, era gelida. Vi immerse la mano che catturò qualcosa, lo cacciò fuori e scoprì che era...ghiaccio? Guardò di nuovo il lago e vide che piano piano, ma anche velocemente, si stava ghiacciando. Catrine la raggiunse e rimase sorpresa. Poi assunse un'espressione preoccupata. Chiuse gli occhi e una luce rossa le esplose dal petto, ne uscì un drago che assomigliava a un serpente. Era tutto rosso e cominciò a strisciare sul lago lasciando una striscia di fuoco al suo passaggio. Lydia rimase paralizzata, cosa stava succedendo? Il lago si stava cominciando a risciogliere, ma a un tratto il drago esplose e Catrine cadde all'indietro. Lydia le fu subito affianco. Si guardò attorno e vide dall'altra parte del lago una specie di orso, solo che era più basso, gli occhi erano rosso sangue e le gambe e le braccia avevano una forma più umana. Lydia si alzò lentamente da terra e lo fissò inorridita. L'essere aveva una mano protesa verso di lei e piano piano vi si stava formando una sfera blu. Quando questa partì a tutta velocità lei chiuse gli occhi, ma non sentì alcun impatto così li riaprì. Davanti a lei c'era una barriera bianca. Guardò Catrine, ma era ancora svenuta. Tornò a guardare davanti a se e vide che la barriera era sparita. Non vide più neppure quel essere e quindi si guardò attorno guardinga, era dietro di lei e stava per colpirla con un'altra sfera blu. Per fortuna non c'era nessuno a quell'ora in giro. Lydia fece un bel respiro e chiuse gli occhi. Pensò che quel essere doveva sparire e tra le palpebre chiuse intravide per la seconda volta una luce bianca. Quando la luce si spense riaprì gli occhi e dell'essere non c'era più traccia. Lydia si piegò di nuovo su Catrine che cominciava a riprendere i sensi. "Cos'è successo?" chiese la bionda mentre si metteva seduta.   "C'era una specie di orso umano..." cominciò Lydia gesticolando in una maniera veramente isterica e ridicola. "Un Tracneh elementare" disse Catrine alzandosi. Si massaggiava la spalla destra e la muoveva a fatica. "Va tutto bene?" chiese Lydia. "Sì, mi fa solo male la spalla" disse Catrine. Detto questo cominciò a camminare verso un luogo solo a lei noto. "Dimmi dettagliatamente cosa è successo" disse la ragazza. Lydia le raccontò tutto, dettaglio per dettaglio. Lydia guardò di nuovo il lago che si stava facendo sempre più piccolo e distante dietro di loro, ora mai era completamente ghiacciato. "E il lago?" chiese. "Non lo so, ora il mio spirito non basta" disse Catrine amareggiata. "Ma prima lo stavi scongelando!" disse Lydia fermandola per un braccio. "Sì, ma ora è completamente ghiacciato! Il suo cuore è ghiacciato!" disse Catrine liberandosi dalla presa. "Il suo cuore?" ripeté Lydia. "Tutto a un cuore, pure un Tracneh. Solo che lui non sa di averlo" disse Catrine fermandosi. Era molto pallida e si teneva convulsamente la spalla. "Sicura che va tutto bene?" chiese di nuovo Lydia. Era più che sicura che la sua amica stava lottando contro il dolore cercando di non darlo a vedere. "Non credo che la mia spalla sia importante" disse Catrine. "Ma se svieni dovrò trovare una scusa plausibile per i passanti" disse Lydia. Vide un sorriso farsi largo sul volto della bionda. "Tranquilla, non sverrò" disse. Dopo essere uscite da Central Park si inoltrarono nella città. "Dove stiamo andando?" chiese Lydia, era stanchissima! Erano più di mezz'ora che camminavano senza sosta e lei non ce la faceva più. "A farmi guarire la spalla" disse Catrine. Ogni colore era sparito dal suo volto.
Dopo un'altra mezz'ora di cammino arrivarono davanti a un ristorante cinese. L'esterno era bello: una scritta a Led in cinese illuminava le decorazioni floreali e due grossi draghi dorati sorvegliavano l'ingresso. L'interno era ancora più bello: tavoli di quercia circondati da sgabelli decorati da fiori, pareti tappezzate da pergamene raffiguranti draghi e guerrieri, una luce soffusa e un aroma di vaniglia che aleggiava nell'aria. Lydia non poté trattenere una parola monosillaba di stupore: non aveva mai visto niente di più bello! Era abituata agli sciatti ristoranti a poco prezzo dei quartieri poco raffinati di New York, ma quello che aveva davanti era un paradiso alla vaniglia con il cartello di "Ben venuto" in caratteri cinesi!
Alle due ragazze si avvicinò una ragazza della loro età con gli occhi a mandorla neri e i capelli neri raccolti in un disordinato chignon. Lydia suppose che era tenuto insieme dal bastoncino rosso che faceva capolino a destra e a sinistra del groviglio di capelli.
"Come posso aiutarvi?" chiese la ragazza. Non sorrise, non diede un 'benvenuto'...niente! La ragazza perfetta per Matthew! Catrine guardò la vita della ragazza e Lydia seguì il suo sguardo fino a una cintura: di cuoio marrone con la fibbia raffigurante una "E" verde e argentea. "Dovresti avere rispetto per i superiori, Minore" disse Catrine con tono pacato. La ragazza fece una smorfia di disgusto. "Perché? Non mi sembrate di certo una Dominatrice!" disse. Catrine sbuffò e cacciò una specie di libretto da una tasca del vestito. Era in cuoio rosso e, quando Catrine lo aprì, sprigionò una lieve luce rossa. All'interno c'era una foto di Catrine e c'era scritto a grandi lettere:

           nome: CATRINE BELLOS
DOMINATRICE DI SECONDO GRADO
           spirito: DRAGO CINESE
            essenza: MAGIA ROSSA

La ragazza dai capelli neri sgranò gli occhi e fece un goffo inchino per rimediare. "Bene! Ora che abbiamo chiarito la piramide di comando in questa stanza, possiamo passare alle cose serie" disse Catrine, rimettendo apposto il tesserino. "Io sono Pen-Lin Pinnelon, ma tutti mi chiamano Lin" disse la ragazza. Poi guardò diffidente Lydia e disse: "Non sarà mica una plebea?" "Come scusa?" chiese Lydia offesa. "I plebei sono gli esseri umani normali, coloro che hanno smesso di credere nella magia e per questo non sono in grado di evocare i loro spiriti" disse Catrine. Lydia fece una faccia confusa e la bionda aggiunse: "Poi te lo spiegherò meglio". Lin la guardò ancora con lieve disgusto e Catrine disse: "Lei è una Dominatrice". La cinesina antipatichina distolse lo sguardo e chiese: "Come posso aiutarvi, Superiore?" L'ultima parola la pronunciò con un tono sprezzante che fece irritare Catrine ancora di più. "Mi serve un'aggiustatina alla spalla" disse cercando di mantenere la calma. Lin le portò in una stanza bianca con un letto dalle lenzuola nere, nessuna finestra e le lampade a Led bianche mettevano malinconia. La cinese prese una boccetta con un liquido verde dentro e la rovesciò sulla spalla di Catrine, la quale fece una smorfia di dolore. "Potrete muoverla tra dieci minuti" disse Lin. "Grazie per la spalla e grazie per avermi rovinato il vestito" disse la bionda irritata. Certo che quel Tracneh aveva portato parecchi disagi irritanti!

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