Ho fatto tardi

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"Sono a casa!" disse Beck, con voce incerta e timorosa mentre la porta d'ingresso si chiudeva alle sue spalle.
Non ebbe risposta. Si stupì molto. A causa di un problema a lavoro, infatti, era restato a lavoro tre ore più del solito e, cosa peggiore, si era dimenticato di avvertire e non aveva sentito i messaggi della sua fidanzata. Entrò nel salotto e capì perchè Jade non era davanti a lui con un'aria da sarà-meglio-che-la-tua-spiegazione-sia-convincente. La giovane era, infatti, sdraiata sul divano, col telefonino sulla pancia e dormiva senza nemmeno un cuscino sotto la testa o una coperta. Sul tavolino davanti al televisore erano pronti i popocorn e delle lattine di birra e Coca-Cola. Il modo perfetto in cui erano posti la diceva lunga sulle innumerevoli volte in cui la ragazza aveva spostato gli oggetti. La televisione era accesa e mandava in onda un programma stupidissimo. Anche il videoregistratore era acceso. La lucina rossa indicava che stava ancora registrando.
Beck si guardò intorno un momento e si odiò per aver fatto tardi, per essersi dimenticato che mandavano per la prima volta in televisione il film in cui aveva recitato da protagonista la sua ragazza, per essersi dimenticato che aveva promesso di guardarlo con lei.
Ormai, però, non poteva fare nulla. Si sarebbe fatto perdonare il giorno dopo.
Tolse dalle mani di Jade il telefono, le mise con delicatezza un cuscino sotto la testa e la coprì con una coperta. Spense il videoregistratore e la televisione, rimise al loro posto bibite e popcorn. Spense, infine, sia il proprio telefono che quello di Jade. Sì infilò sotto la coperta, spingendo delicatamente la fidanzata in modo che si spostasse un po' più in là così da ricavarsi un posticino. Lei continuò a dormire. Si strinse a lei, la abbracciò forte e disse a mezza voce "Buonanotte, piccola, a domani. E, anche se so che seppure mi sentissi non sarebbe abbastanza, scusa". Detto questo, si addormentò di colpo.

Fu allora che due enormi occhi chiari si aprirono e lo fissarono intensamente. Jade sorrise felice perchè aveva sentito in quelle parole tanta, tanta sincerità. "Ma hai ragione, non basta. Domani ti ucciderò lentamente e dolorosamente. Preparati perchè non avrò pietà" sussurrò. Sorrise nuovamente, ma questo sorriso non prometteva proprio nulla di buono. Poi, appoggiò la testa sulla spalla di Beck e anche lei tornò nel mondo dei sogni.

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