Alla Hollywood Arts era ora di pranzo. Beck era seduto con la testa tra le mani al solito tavolo. Tra i gomiti appoggiati sul piano c'era il telefono. Il ragazzo fissava l'oggetto intensamente come se, con la forza del suo sguardo, avesse potuto far arrivare un messaggio, o magari una chiamata, da Jade.
"Dai amico" tentò di rassicurarlo Andre, seduto accanto a lui "Sta sicuramente benissimo. Sarà in qualche posto a tagliuzzare qualcosa"
"È da ieri pomeriggio che non mi risponde e non riesco a trovarla da nessuna parte. Ha anche saltato le lezioni" rispose lui, per niente tranquillizzato.
"Allora magari, magari eh, la ragazza non è a scuola oggi" intervenne sarcastico Rex. Beck ignorò il commento. Andre rispose al posto suo indicando la macchina nera di Jade nel parcheggio della scuola.
Fu in quel momento che una Tori molto indignata si sedette al tavolo "Non ho trovato Sikowitz" annunciò "Ma nella sua aula ho trovato Jade che ha tentato di uccidermi lanciandomi contro una forbice!" aggiunse arrabbiata. Beck però era saltato in piedi alla parola "Jade" ed era corso via.
"Attento!" gli urlò dietro Tori, anche se lui non poteva più sentirla "È armata!"Arrivato davanti all'aula, il ragazzo si fermò un momento a riprendere fiato poi, piano, aprì la porta timoroso di non trovare Jade nella stanza.
Fortunatamente, la ragazza era seduta sulla sua solita sedia con la borsa sulle gambe, le braccia incrociate e delle forbici, dall'aria affilata, strette nella mano destra. Non aveva alzato la testa quando la porta si era aperta ma aveva continuato a fissare il pavimento.
"Jade!" esclamò Beck appena la scorse. Poi, non si trattenne. Era infuriato. Lui si era preoccupato tantissimo e invece lei era lì tranquilla e stava bene "Ma hai idea di quanto mi hai fatto preoccupare? Perchè non hai risposto nemmeno ad una chiamata? Ho cercato di contattarti infinite volte! Si può sapere dove diavolo ti eri cacciata?" Jade non reagì in alcun modo . Forse, in effetti, pensò Beck, non stava poi tanto bene. Il ragazzo studiò un attimo la fidanzata e potè diagnosticare il problema: suo padre. Sicuramente ieri l'aveva incontrato o, almeno, ci aveva provato.
Beck smise subito di essere arrabbiato per iniziare a preoccuparsi ancora più di prima "Jade?" chiamò dolcemente. La ragazza sentendosi chiamare con quel tono tranquillo, alzò lo sguardo offuscato dalle lacrime per cercare quello di Beck.
Alla vista degli occhi stupendi che tanto amava così tristi e sofferenti, il ragazzo si precipitò verso la fidanzata e, sedutosi velocemente accanto a lei, tirò a sè Jade, la circondò con le braccia, per quanto riusciva da quella posizione, e la strinse forte per rassicurarla e proteggerla. Jade, allora, sicura di aver trovato qualcuno che l'avrebbe consolata, scoppiò a piangere. Era, il suo, un pianto silenzioso che durò pochissimo. Anche quando le lacrime smisero di scenderle lungo le guance, però, il ragazzo non sciolse l'abbraccio. D'altronde, sembrava intenzionato a non scioglierlo mai più.
Beck lasciò un bacio tra i capelli di Jade e le sussurrò "Non farlo mai più, di sparire così. Mi hai fatto preoccupare tantissimo, non hai idea quanto"Ciao!!
Scusate, quest'ultima parte non è granchè ma boh mi è venuta così.
Farò di meglio la prossima volta, promesso!
E poi volevo ringraziarvi perchè ho superato le 100 visualizzazioni. So che non è molto,soprattutto a confronto di altre storie, ma 100 è proprio un bel numero, no?
Quindi, grazie e alla prossima!
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Our secret wonderful life
RandomQuesta è una raccolta di oneshots che hanno come protagonista una giovane coppia: Beck e Jade dello show televisivo Victorious, na non é necessario conoscere la serie o i personaggi per potersi godere questa lettura. Alla fin fine, si tratta solo di...